Al Cabudanne de sos poetas incontri con la poesia e la cultura dell’Occitania, di Mario Cubeddu
Questione Occitana e Questione Sarda. Se ne discute a Seneghe al festival sardo della poesia CAPUDANN’E SOS POETAS, il 1° e il 5 settembre prossimi.
La lingua e la poesia occitane hanno origine, come le altre grandi culture romanze derivate dalla civiltà latina, nel Medioevo. In Italia spesso si usa come equivalente di “occitano” l’attributo “provenzale”, con un errore di semplificazione, dal momento che l’area occitana va dalle sponde della costa guascone dell’Atlantico, seguendo un’ampia fascia che arriva al Massiccio Centrale e al Golfo del Leone, sino al confine con l’Italia, comprendendo anche alcune valli piemontesi. Sia la lingua che la civiltà occitane hanno svolto un ruolo fondamentale nella formazione dei temi e del linguaggio della poesia in Europa. I poeti occitani furono i maestri di Dante Alighieri che rese loro omaggio nelle sue opere. Essi erano grandi feudatari, o trovatori e giullari, che hanno vissuto e operato nelle corti delle grandi aristocrazie feudali. I grandi feudatari delle regioni meridionali di quella che sarebbe diventata poi parte della Francia avevano rapporti stretti con la Catalogna ed erano sostanzialmente indipendenti. L’imposizione del controllo politico centralizzatore della monarchia ha poi condizionato la presenza della lingua occitana nelle strutture culturali e nell’amministrazione dello Stato francese in formazione.
Nei primi decenni dell’Ottocento, nell’età romantica, con il risveglio delle culture dei popoli d’Europa, la “rinascita” della poesia occitana si incarna nella figura di Frederic Mistral, premio Nobel per la letteratura nel 1904, e nel movimento del Félibrige. I primi obiettivi sono letterari, a partire dalla fissazione di un codice grafico per la scrittura dell’occitano, in vista della creazione di una letteratura moderna. A partire dal 1860 si aggiunge la rivendicazione di una maggiore autonomia politica nei confronti dello Stato francese. La richiesta di tutela delle lingue dei popoli inglobati negli Stati europei nei confronti del centro politico e amministrativo non ha risposta positiva. Lo Stato è unico, la sua lingua pretende di essere esclusiva, quindi tutti dovranno adeguarsi. Per i ceti popolari che parlano l’occitano e le altre lingue inglobate, in Francia, come in Italia, l’apprendimento della lingua del potere diventa il requisito fondamentale per qualunque prospettiva di promozione sociale. La forza dello Stato ha fatto si che la lingua occitana uscisse, nel corso del Novecento, dall’uso comune, tanto che oggi sono pochissimi i genitori che la insegnano ai propri figli parlandola.
La vicenda occitana ha un equivalente molto simile in Sardegna. La differenza più notevole consiste nel fatto che la rivendicazione occitana è stata per buona parte della sua storia soprattutto linguistica e culturale; i legami politici, economici, sociali, con la Francia di lingua d’oil non sono stati contestati sino a quando non si è arrivati a prendere atto della sordità dello Stato francese alle rivendicazione dei diritti linguistici occitani. Ma i movimenti nazionalisti e indipendentisti in questa regione della Francia non sono paragonabili alla loro presenza in Sardegna, e soprattutto in Corsica. Sul piano culturale e della difesa della lingua si può dire che gli sforzi e i risultati ottenuti dai militanti che per essa si sono battuti sono stati comunque notevoli. Già alle origini del movimento felibrista nascono strutture organizzative per la salvaguardia della lingua che consentiranno poi nel XX° secolo di ottenere concessioni importanti per quanto riguarda la presenza della lingua nelle istituzioni accademiche e nel sistema educativo.
Il movimento occitano è sempre forte e vivace e capace di attirare l’attenzione con iniziative di massa, rivolte alle giovani generazioni.
Il Cabudanne de sos poetas, l’unico festival di poesia internazionale della Sardegna, che nel nome scelto è stato il primo, e rimane uno dei pochissimi, a rivendicare il legame strettissimo con la lingua e la poesia della Sardegna, ha deciso di dedicare due appuntamenti alla poesia e alla cultura occitane nell’edizione del 2021. Il primo appuntamento si terrà il 1 settembre alle ore 21,00 a Seneghe nel frutteto attiguo a Sa Prenza de Murone. Sarà presentato una lettura poetica che nei mesi scorsi è già stata proposta al pubblico di Montpellier. Al centro dello spettacolo c’è l’opera di Max Rouquette, poeta ed intellettuale occitano attivo nel secolo scorso, molto noto ed apprezzato in Francia. Una scelta di suoi testi è stata operata da Giselle Pierra, docente universitaria a Montpellier e attrice che propone al pubblico testi di autori occitani e francesi, insieme a Franc Ducros, docente di letteratura italiana all’Università di Monpellier, poeta noto in Francia e in Italia, autore di un testo importante sull’opera di Dante. Franc Ducros ha curato per l’appuntamento seneghese la traduzione in italiano dei testi di Max Rouquette. Il 5 settembre poi, nello stesso luogo, alle 19,30, ci sarà l’incontro con i poeti occitani Bruno Peyras e Frédéric Fijac, responsabili della rivista mensile di letteratura OC, dedicata alla diffusione di testi in versi e in prosa, non solo occitani, ma provenienti da varie parti d’Europa. Negli ultimi mesi sono comparse sulla rivista poesie di autori sardi e romagnoli tradotti in occitano. L’incontro ha lo scopo di far conoscere al pubblico un’importante esperienza culturale europea, oltre che l’opera dei due autori.