Del senno di poi sono pieni le fosse …. di Salvatore Cubeddu

Di sicuro c’è un detto sardo equivalente, ma non lo conosco. Ma chi va in edicola ogni giorno in Piazza Yenne a Cagliari aveva chiaro che le follie giovanili del marzo le avremmo pagate ad aprile. E ora saranno lacrime e sangue, in termini di depressioni individuali e di frustrazioni collettive.  Scrivevamo in questo sito domenica 21 marzo:

“ … è iniziato venerdì 19 marzo il fine settimana in cui un doloroso addio al ‘bianco’ diventa una festa in cui il virus ci porterà al ‘rosso’ non voluto, in ritardo sul Continente (e quindi, ancor più ‘cornuti e bastonati’, e soprattutto depressi), con tutte le conseguenze di chiusure nel corso di mancate feste pasquali e, per la città e la Sardegna, di quei meravigliosi dieci giorni che iniziano il 25 aprile e ci portano al rientro di S. Efisio, la bella notte del 4 maggio. Con tutto quello di grande che c’è in mezzo: sa Die de sa Sardigna e il primo maggio, soprattutto.

Temo che in questi tre giorni ci giocheremo molto, in una Cagliari che potrebbe diventare l’epicentro della pandemia, sostituendo Sassari, dove non la piazza ma l’ospedale a lungo è stato il focolaio principale…”.

Ma non eravamo in grado di prevedere tutto, soprattutto i comportamenti fuori le righe dei ‘balenteddos’ dei nostri paesi e delle irrinunciabili picchettate di inizio primavera. Sciagurate!

Il Popolo sardo come i tifosi del Cagliari: entusiasmo e sicurezza di sé nella prima fase di un campionato; vigilia della serie B praticamente sicura a partire da avant’ieri: prima domenica dopo una pasqua di resurrezione, che dovremmo rimandare, cui però non possiamo rinunciare. Mettendoci in riga.

Ma: ci vuole ben altro che i nostri richiami che sanno di moralismo. Assistiamo sgomenti, tesi  a conoscere fino in fondo e a capire, non il menù, ma l’occasione della riunione e le ragioni dei protagonisti della ‘picchettata’ di Sardara. Ovviamente, con notizie più chiare, non potremmo non parlarne.

Cagliari, 13 aprile 2021

P. S. Sabato, 17 aprile 2021, ricorrono i cento anni della fondazione del Partito Sardo d’Azione sorto in Sardegna per ‘cambiare tutto’, dopo la prima guerra mondiale. Inizia la verifica del ‘rinnovamento’, necessario allora, indispensabile oggi. Resto sicuro che ci sono ancora in Sardegna dei Sardi che non hanno rinunciato a quel sogno ormai secolare.

A proposito: credo di fare cosa utile ai lettori comunicando loro che, nel corso di questa settimana, escono almeno tre volumi, di carattere storico, che trattano temi a tutti cari:

-       Antonello Angioni, Il sentimento della nazione. Riflessioni sull’autonomismo sardo, GIA  editore, Cagliari, pagg. 340.

-         Antony Muroni, Mario Melis. Il presidente dei sardi, Arkadia, Cagliari, 2021.

-       Salvatore Cubeddu,  SARDISTI. Viaggio nel Partito Sardo d’Azione, tra cronaca e storia (1976 – 1995), volume III Edes, Sassari, 2021, pagg. 822.

 

 

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