“Per la svolta bisogna cambiare stili di vita” , intervista a Marco Morosini, il guru ambientalista di Grillo, di Matteo Pucciarelli

Morosini: teorico del socialismo verde, è l’uomo scelto dai 5Stelle come consulente scientifico per spiegare ai parlamentari se e come  si tramuta in realtà la transizione ecologica. “Una grande occasione per influenzare chi rappr:enta milioni di cittadini”.

Il genio tirato fumi dalla lampada di Beppe Grillo si chiama Marco Morosini, ha 69 anni, ultima cattedra in Politica ambientale al Politecnico di Zurigo, scienziato e navigatore oggi domiciliato a La Maddalena, in Sardegna. Da venerdì prossimo, salvo problemi burocratici, i gruppi parlamentari del M5S lo ingaggeranno come proprio consulente scientifico. Il professore dovrà spiegare a deputati e senatori cos’è e come si tramuta in realtà la cosiddetta transizione ecologica, il nuovo cavallo di battaglia di Grillo e dei 5 Stelle. «Sarà un passaggio netto, come tra il bianco e il nero, l’urgenza è molta, non c’è tempo da perdere», dice Morosini. Teorico del socialismo ambientalista, cioè della necessità di coniugare giustizia sociale e tutela del pianeta, la sua conoscenza con il comico viene da parecchio lontano.

Infatti il Grillo pre-politico esiliato dalla tv e che a inizio anni ’90 rìempiva teatri e palazzetti coi suoi spettacoli già si avvaleva della consulenza scientifica di Morosini. Per dire, il famoso sketch dello spazzolino – perché buttarlo e quindi doverlo rìprodurlo tutto e non limitarsi a cambiare solo la testina?- era un’idea proprio di questo professore: semplice, banale, ma di grande impatto. Oggi dovrà tentare di rifare la stessa cosa con i 250 parlamentati del M5S: spiegare complicati concetti scientifici attraverso esempi semplici e magari capaci di sedurre il “pubblico”. «Tutti parlano di transizione ma poi sono davvero in pochi quelli che la conoscono davvero, viviamo una fase in cui serve cambiare radicalmente modello economico utilizzo delle tecnologie e stili di vita», ragiona Morosini. Entusiasta del Laudato si’ di Francesco, sostenitore dei Fridays far Future, vanta un rapporto diretto con l’ecologista Nicolas Hulot, primissimo ministro della Transizione ecologica di un grande Paese, la Francia; con Emmanuel Macron la collaborazione di Hulot durò poco, un anno e due mesi, poi gettò la spugna parlando di un governo ancora troppo succube delle lobby. Ma insomma, Hulot resta un precursone che ha di fatto ispirato l’idea di un ministero simile anche nel nostro Paese. Altra collaborazione del professore in tempi non sospetti, quella con Enrico Giovannini, adesso ministro delle Infrastrutture con il gradimento, non a caso, dei 5 Stelle.

Per ora Morosini ha istruito gli uffici della comunicazione di Camera e Senato e i rispettivi capigruppo. Il grosso del lavoro viene adesso. «Sono ottimista -confida – questa è una grande occasione per aiutare a creare coscienza, significa poter influenzare coloro che rappresentano milioni di cittadini ed elettori. Di questi temi parlo da anni, è bello vederli diventare centrali». Già nel 2019 Morosini scrisse un saggio, Snaturati (Castelvecchi), dove metteva in chiaro la propria speranza: che la creatura fondata dal vecchio amico potesse cambiare corso. «Il Movimento era l’unico partito ad avere in mano il jolly verde. Ma lo ha scrutato. Invece di puntare su un messaggio positivo e moderno, si è snaturato e si è dedicato a rìnghìare contro i nemici ( … ) Per salvarsi deve cambiare discorso, programmi e personale. Il discorso principale dovrà diventare quello della modernizzazione ecologica e della mano tesa a tutti gli uomini e le donne di buona volontà», scriveva. Né Morosini aveva mai apprezzato la natura tecno-populista di diretta emanazione milanese, cioè della Casaleggio associati: «La coscienza dei costi e dei rìschì digitali è scarsa o assente -veniva spiegato nel volume – Ciò si spiega con il fatto che il M5S è in mano proprio a un’azienda di web-marketing, che ha interesse a dare un’immagine solo positiva delle tecnologie informatiche ( … ) Il rischio d’intossicazione digitale è come il rìschìo di silicosi per i mìnatorì».

Il mix di ambientalismo di rottura e utopia sociale da infondere ai gruppi alla fine dovrà servire a fare da pungolo a Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica benedetto da Grillo ma che non ha esattamente la stessa visione. Ad esempio il rìchìamo dell’ex direttore scientifico dell’Iit di Genova alla fusione nucleare come possibile fonte di energia verde, avanzato nelle commissioni Ambiente lo scorso martedì, è stato accolto con una certa perplessità. Su questo però Morosini non dice nulla di più, si sa che preferisce di gran lunga le rinnovabili, «ma spero di conoscere presto il ministro»; Cingolani è avvertìto.

La Repubblica 21 marzo 2021

 

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