La storia di Michele Cossu, ex tecnico Vinyls: le lotte operaie, le speranze e l’incontro con Papa Francesco, di Gavino Masia

«La mia battaglia per il lavoro» .


É stato uno degli ultimi ad abbandonare suo malgrado la lotta per la difesa di un posto di lavoro all’interno dell’ex Petrolchimico – dopo aver ascoltato per anni i “venditori di promesse” che assicuravano di salvare la Ineos Vinyls Italia – e tra i primi a volersi rimettere in gioco aprendo una attività completamente diversa come La Nuova Posta di via Emilio Lussu.

Il protagonista della storia a lieto fine è Michele Cossu, 38 anni, operatore tecnico quadrista di Sorso che nel 2003 venne assunto dall’allora società Evc (European Vinyls corporation International).

Il tecnico ha lavorato per undici anni negli impianti dell’area industriale, poi la lettera di licenziamento collettiva e il fallimento aziendale che cadde come un macigno sulla sua testa e quella dei colleghi. «La situazione che stavo vivendo con il fallimento della società – ricorda Cossu – era davvero pesante e si era abbattuta ad effetto domino con il licenziamento, la cassa integrazione e il mancato rientro nel settore industriale attraverso il progetto della chimica verde. A livello morale, con la perdita del lavoro, quello che mi ha fatto veramente male è stato di ritrovarmi improvvisamente senza una prospettiva futura. Ho cercato comunque di stringere i denti per non cadere nello sconforto – continua -, e appena sono venuto a conoscenza di un’azienda che stava vendendo la propria attività a Porto Torres ho investito tutte le mie risorse per rilevare La Nuova Posta».

Una attività completamente diversa rispetto a quella che svolgeva nel comparto industriale della Marinella, ma la sua determinazione di rientrare nel mondo del lavoro anche come autonomo è stata la scommessa vincente dopo periodi davvero bui dal punto di vista occupazionale.«Quando ho rilevato l’attività postale il portafoglio clienti era già interessante – aggiunge -, per il resto mi sono inserito nel migliore dei modi nel nuovo lavoro anche perché ho tanta dimestichezza nei rapporti col pubblico. Mi sono integrato bene in una città che conosco da sempre, riuscendo a farmi volere bene dalla clientela che ci ha scelto come ufficio. Anche grazie al servizio che offriamo vengo a contatto con centinaia di persone, e con molti di loro non manca mai una piccola chiacchierata».

Michele Cossu non dimentica però quelle lotte che hanno fatto diventare la città turritana, e l’altra metà del suo territorio, il centro permanente per la difesa del lavoro. «La lotta sindacale con la torre Aragonese e l’isola dell’Asinara come simboli nazionali, resterà nella storia di chi credeva nel riscatto sociale. Purtroppo, a parte la cerchia di amicizie che si sono create, rimane l’amarezza di non essere riusciti a fare valere le nostre ragioni per rientrare al lavoro nell’area industriale. Un bellissimo ricordo è invece quello dell’incontro con Papa Francesco in occasione della sua visita pastorale a Cagliari, il 22 settembre 2013, dove mi organizzai da solo per riuscire a contattare il Pontefice: portai in dono un casco di lavoro, assieme al collega di Alcoa, come simbolo della lotta da nord a sud dell’Isola per la difesa del lavoro».

Le prospettive di Cossu hanno ora preso un’altra strada rispetto agli anni della Vinyls, dove impegno e professionalità sono a disposizione dei clienti della Nuova Posta. «La possibilità di poter rientrare nell’ex petrolchimico mi sembra oramai cosa remota – conclude -, per quanto non chiuda la porta, ma ho scelto un lavoro che mi mette a stretto contatto col pubblico e mi piace. Ne sono fiero, vado avanti».

La Nuova Sardegna, 25 febbraoi 2021

 

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