LA PESTE AD ALGHERO 432 ANNI FA, raccontata dalla BBC oggi.
Un manuale di 432 anni fa impone regole di comportamento applicate anche oggi
Sembra di leggere uno dei tanti Dpcm emanati dal governo in questi ultimi 12 mesi e invece è un manuale vecchio di quattro secoli e redatto da un medico arrivato in Sardegna per liberare Alghero da un flagello – la peste – più pericolosa del Covid-19. Si parla di distanziamento, lavaggi frequenti delle mani, isolamento dei malati e disinfestazione degli ambienti utilizzati come abitazioni o luoghi di lavoro.
Un vademecum riscoperto dalla BBC che ha dedicato uno spazio sul proprio sito (uno dei più frenquentati in Inghilterra) al manuale redatto dal dottor Quinto Tiberio Angelario con il titolo “The 432-year-old manual on social distancing” (Manuale sul distanziamento sociale di 432 anni fa).
La storia sembra scritta oggi. La peste arrivò ad Alghero nel corpo di un marinaio sbarcato da una nave partita da Marsiglia. Il paziente zero di 400 anni fa infettò parecchi avventori delle taverne da lui frequentate.
I controlli al porto di Alghero furono aggirati perché la variante di quella patologia era particolarmente subdola. Il marinaio morì pochi giorni dopo il suo arrivo in Sardegna, ma i contatti con la popolazione furono numerosi e la peste si diffuse con grande rapidità.
Le cronache di allora raccontano di un numero altissimo di vittime: addiritura il 60% della popolazione residente della cittadina catalana.
Le misure individuate dal dottor Angelario erano semplici: «Si consiglia alle persone di stare a sei piedi di distanza, evitare di stringere la mano e inviare solo una persona per famiglia a fare la spesa». Il medico riuscì, con qualche fatica, a far imporre dalle autorità comunali misure severe di distanziamento sociale e fu proprio quest’ultimo provvedimento che consentì di ridurre i contagi prima e di arginare la peste nel giro di una decina di mesi.
La BBC ricorda – e anche questa sembra scritta oggi – che già quattro secoli fa non mancarono i negazionisti e che il povero “Arcuri” dell’epoca dovette battagliare per ottenere di mettere in quarantena i pazienti entrati in contatto col virus. Ci furono interventi della magistratura che misero in dubbio l’applicabilità di tali restrizioni e qualche politico che si rifiutò di riportare questi suggerimenti nel suo rapporto al re, attribuendo le preoccupazioni di Angelario a “visioni apocalittiche”.
Anche gli algheresi non presero bene le restrizioni ma quando i morti cominciarono a calare capirono che il sacrificio era l’unico modo per salvarsi. Nel 600 la peste fu sconfitta, nel 2021 siamo ancora a discutere con terrapiattisti e no vax.
La Nuova Sardegna 22 gennaio 2021