Cagliari in pandemia alla fine di novembre, di Michele Masala
A Cagliari nel mese di ottobre i decessi sono stati poco meno del 50 per cento in più rispetto alla media dello stesso mese negli ultimi cinque anni.
C’è un numero che continua a crescere, inarrestabile. E a Cagliari addirittura tocca quota 48 per cento in più. Aumentano i decessi in periodo di pandemia, e quelli di ottobre nel capoluogo sardo hanno raggiunto un picco record.
Ieri pomeriggio intanto sono arrivati i primi positivi nell’ospedale Marino e ai primi di dicembre apre anche il Binaghi.
L’analisi del monitoraggio “Andamento della mortalità nelle città italiane in relazione al Covid” fa scattare l’allarme. E anche se è bene precisare che non tutti i decessi sono attribuibili al coronavirus, una buona parte però lo sono in modo indiretto.
Dunque, il sistema di monitoraggio, realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio per conto del ministero della Salute, certifica che a Cagliari nel mese di ottobre i decessi sono stati poco meno del 50 per cento in più rispetto alla media dello stesso mese negli ultimi cinque anni.
E così se la media a ottobre a partire dal 2015 era di 86 morti, nello stesso mese del 2020 sono stati 125, con un incremento appunto del 48%. Tanto per rendere ancor meglio l’idea, l’incremento di mortalità è stato, ovviamente sempre a ottobre, del 22% nelle città del Nord e del 23% in quelle del Centro-Sud.
Ieri hanno raggiunto quota 19.288 i casi di positività accertati nell’Isola dall’inizio dell’emergenza. Nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi si registrano 290 nuovi casi (contro i 505 di ieri). Dodici i decessi (407 in tutto): 5 residenti nella provincia del Sud Sardegna, 4 nella provincia di Sassari e 3 nella Città metropolitana di Cagliari. In totale sono stati eseguiti 352.678 tamponi con un incremento di 2.458 test. Sono invece 527 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (più 15 rispetto a ieri), mentre è di 73 (più uno) il numero dei pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 11.962.
A regime ci saranno 403 posti letto Covid a Cagliari. E quel regime si raggiungerà entro due settimane. Dopo il Santissima Trinità da ieri pomeriggio i pazienti Covid hanno iniziato ad occupare anche gli 80 posti del Marino. «E, io mi auguro, il giorno dell’Immacolata riusciremo ad aprire il Binaghi e assicurare così altri 120 posti». Il direttore sanitario del Santissima Trinità Sergio Marracini anche ieri mattina ha partecipato a una riunione in videoconferenza per organizzare aperture e spostamenti.
“Abbiamo iniziato a trasferire i positivi al Marino, operazione che non eliminerà la forte pressione sul Pronto soccorso degli altri ospedali Covid free ma sicuramente dà un aiuto notevole – sottolinea Sergio Marracini – In questo caso il problema era legato all’arrivo dei pazienti, quindi organizzativo più che altro».
Nel caso del Binaghi il discorso si fa più complesso. «Questo è un ospedale che è stato espropriato alla città dall’allora assessora alla Sanità Nerina Dirindin. Quindi è necessario sistemare anche i servizi essenziali per ospitare i positivi; ci vorrà un po’ più di tempo rispetto al Marino quindi. Ma non moltissimo», puntualizza Marracini.
L’apertura del Binaghi consentirà al sistema sanità di rimettersi in carreggiata. «Per quanto riguarda il Pronto soccorso degli ospedali no Covid dobbiamo arrivare al punto organizzativo per cui se viene accertato un caso di Covid questo viene dirottato da noi – conclude Sergio Marracini – Questo consentirà ovviamente a tutti gli altri ospedali di poter lavorare con i pazienti no Covid a livello regionale, visto che con i tre ospedali riservati ai positivi dovremo essere in grado di liberare tutti gli altri, dal Policlinico a Carbonia e Bosa».
L’Unione Sarda, 25 novembre 2020