Sos Sardos … bonos. NUOVO STATUTO UNA COSTITUENTE PER LA CARTA DELLA SARDEGNA
di Francesco Casula, Pubblicato su SARDEGNA QUOTIDIANO del 22-10-2011
Se non si muove la politica scende in campo la società.
Per riscrivere il Nuovo Statuto attraverso un’Assemblea costituente. E’ questa la proposta presentata nei giorni scorsi a Cagliari da un “Comitato per la Costituente” formato da 11 personalità (ci sono fra gli altri i segretari di Cgil-Cisl-Uil-Css) oltre a intellettuali ed esponenti della Chiesa).
Il Comitato, se il Consiglio regionale non si assumerà il compito di dare il via alla Costituente, organizzerà i seggi in tutti i Comuni della Sardegna, con il sostegno dell’ANCI, per arrivare entro la prossima primavera, alla elezione di una Assemblea Costituente aperta a tutti i cittadini e composta di 70 rappresentanti. Per riscrivere lo Statuto che, nato già depotenziato, debole e limitato – più simile a un gatto che a un leone, secondo la colorita espressione di Lussu – nell’ormai lontano 1948, in questi sessant’anni e più ha subito un processo di progressivo svuotamento sia da parte dello Stato centrale che da parte delle forze politiche dirigenti sarde. Tanto che oggi di fatto rappresenta un ostacolo alla realizzazione di una vera Autonomia, o peggio: serve solo come copertura alla gestione centralistica della Regione da parte dello Stato, di cui non ha scalfito per niente il centralismo. Paradossalmente lo ha perfino favorito, consentendo ai Sardi solo il succursalismo e l’amministrazione della propria dipendenza.
L’Assemblea Costituente per il Comitato –ed è difficile non convenire- non è solo il modo più democratico per riscrivere la Nuova Carta Costituzionale della Sardegna, per regolare con un nuovo patto fra i Sardi, i rapporti fra la Sardegna, l’Italia e l’Europa e insieme per definire e sancire le prerogative e i poteri di una Comunità moderna, orgogliosa e sovrana; essa può anche rappresentare un’occasione formidabile per mettere in campo il protagonismo e la partecipazione diretta dei Sardi, per realizzare un grande e profondo movimento di popolo, finalmente coeso, che creda in se stesso e che prenda coscienza della sua Identità, dispiegando tutta intera la propria energia per potersi così aprire, senza subalternità e complessi di inferiorità, alle culture d’Europa e del mondo, pronta a competere con le sue produzioni materiali e immateriali, finalmente decisa a costruire un futuro di prosperità, lasciandosi alle spalle lamentazioni e piagnistei.
Pubblicato su SARDEGNA QUOTIDIANO DEL 22-10-2011