LA BELLEZZA DI MONTIFERRU, di Piero Marongiu

Si potrebbe definire, e non sarebbe sbagliato: “Itinerario attraverso le bellezze della natura, della storia e dell’archeologia del Montiferru”, con l’aggiunta però di un mare color smeraldo che invita a tuffarsi per godere della sua benefica carezza. Seguendo la statale 292 che da Oristano porta a Bosa, si arriva a S’Archittu (nella foto): una delle quattro borgate costiere del Montiferru che fanno capo al Comune cuglieritano, caratterizzata da un arco di roccia scavata dal vento e modellata dall’azione del mare, che dà il nome alla località. Una perla naturale che si specchia nelle acque cristalline e incontaminate, meta ogni anno di numerosi amanti della natura e della fotografia. Riprendendo la 292, tra S’Archittu e Santa Caterina di Pittinuri, si incontra la deviazione che conduce al sito di Cornus-Columbaris, dove sono visibili i resti di due basiliche con la sede episcopale, il battistero e una vasta area cimiteriale utilizzata, probabilmente, dal IV al IX secolo d. C., importante testimonianza della cristianità in Sardegna. A Cornus nacquero, vissero e morirono, nel 215 a.C. il condottiero sardo-punico Amsicora e suo figlio Josto, combattendo contro l’esercito romano guidato dal Console Tito Manlio Torquato. Lasciata la borgata marina di Santa Caterina di Pittinuri, dove si può ammirare l’antica torre di Pittinuri (già in funzione nel 1599), e procedendo, ancora sulla statale 292, dopo circa 15 minuti di percorrenza in auto su una tratto quasi completamente rettilineo, si arriva a Cuglieri. Il borgo, sorto sopra insediamenti umani risalenti al Neolitico, si trova a ridosso della parte nord-ovest del Montiferru. Il centro storico, antico ma ottimamente conservato grazie agli interventi di mantenimento eseguiti con cura dalle sapienti mani di muratori artigiani, accoglie il visitatore con i suoi balconi fioriti. Il nome del paese, secondo alcuni studiosi, dovrebbe risalire a Gurulis Nova, II secolo a. C., perché pare sia stato fondato dagli abitanti di Gurulis Vetus (l’attuale Padria). Le case, realizzate per lo più con la pietra basaltica del Montiferru, conferisce alla parte più antica del borgo, ricco di stradine strette su cui si affacciano splendide costruzioni che si sviluppano in altezza, un fascino irresistibile per i visitatori che hanno l’impressione di essere arrivati in un luogo nel quale il tempo si è fermato. Proprio per la sua bellezza e per l’ottima qualità della vita che permette, negli ultimi anni, sono stati molti gli stranieri, soprattutto francesi e tedeschi, che hanno acquistato e ristrutturato, rispettandone l’originalità, vecchie abitazioni per viverci tutto l’anno. Nel piccolo centro del Montiferrusi possono visitare l’antico convento dei Cappuccini, la chiesa della Madonna delle Grazie, quella di Sant’Antioco, del Carmelo, la basilica minore intitolata a Santa Maria della Neve, l’ex seminario regionale e il museo dove sono esposti i reperti provenienti dai numerosi siti archeologici presenti nel territorio, tra cui quelli di Cornus-Columbaris. Prendendo la provinciale 19 che da Cuglieri va a San Leonardo di Siete Fuentes, si attraversa “Su Monte ‘e s’Otzu” e ci si immerge in una natura incontaminata, nella quale spiccano lecci e sughere secolari, corbezzoli e aghifogli, in un bosco che offre l’habitat naturale a una fauna composta in prevalenza da cinghiali e cervi. Nella Borgata di San Leonardo di Siete Fuentes (delle sete fonti), frazione del Comune di Santu Lussurgiu, si può visitare l’antica chiesetta medievale dell’Ordine dei degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (Cavalieri di Malta) incastonata all’interno di uno dei giardini botanici più interessanti, antichi e ben tenuti della Sardegna, dove, nell’ultima domenica di giugno, si celebra la festività di San Giovanni, patrono dell’Ordine, e, intra missam, vengono accolti i nuovi Cavalieri e le nuove Dame.

Da LA NUOVA SARDEGNA,  2 luglio 2020

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