“INTELLETTUALI NELLA SARDEGNA CONTEMPORANEA (la responsabilità degli intellettuali nella Sardegna di oggi)”, Salone di Palazzo Viceregio in Cagliari, il 16 e 17 dicembre 2011.

Piero Marras, Il moderno canto della Sardegna in sardo e nelle lingue europee.

 

PROGRAMMA

programma

Venerdì, 16 dicembre 2011, ore 15,30 – 18,30

Saluti  delle Autorità,  presiede Vindice Gaetano Ribichesu

Introduzione: per il 20° della Fondazione Sardinia, un caso associativo di impegno politico e culturale, di Salvatore Cubeddu

Federico Francioni: Gli intellettuali e la Sardegna contemporanea (a partire dal secondo dopoguerra).

Nereide Rudas: Quando avanza l’oscurità: ricordi e immagini di Francesco Ciusa.

Remo Bodei: Un intellettuale sardo nel mondo.

Maria Giovanna Piano, L’angelo della realtà: l’esperienza del pensare come mediazione di senso.

 

sabato 17 dicembre, ore 9,30 – 12,30

Piero Marras, Il moderno canto della Sardegna in sardo e nelle lingue europee.

Piero Marcialis, Fare cinema in Sardegna.

Paolo Pillonca, La poesia sarda contemporanea.

Mario Puddu, La cultura e la lingua nei recenti dizionari del sardo.

Giacomo Meloni, Valori e identità nella nascita dalla Confederazione Sindacale Sarda

 

sabato 17 dicembre 2011, ore 15,30 – 18,30

Placido Cherchi: La trayson des clercs sardes?

Don Mario Cugusi, La cultura della Sardegna nella Chiesa post-conciliare.

Gianfranco Contu, Cultura sarda e politica: vecchi e nuovi concetti.

Giorgio Murgia, Testimonianze di un’esperienza politica.

Bachisio Bandinu: Essere intellettuali oggi in Sardegna.

 

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    2 Comments to ““INTELLETTUALI NELLA SARDEGNA CONTEMPORANEA (la responsabilità degli intellettuali nella Sardegna di oggi)”, Salone di Palazzo Viceregio in Cagliari, il 16 e 17 dicembre 2011.”

    1. By Su Sotziu pro sa Gara, 28 dicembre 2011 @ 17:25

      Unu dicciu antigu sardu naraiat e narat (su mazone perdet su pilu ma non perdet sa trassa). Dae annos oramai semus sighinde a bider cun amalgura manna, ca in cale chi siat cunvegnu ordinzadu,pro faeddare de poesia,e cultura sarda in generale, mancan sos chi rappresentan sa poesia improvisada.
      Comente si podet faeddare de cantu e de traditzione sarda, sena tenner contu de sos poetas chi sun manteninde e chi ana mantesu sa limba nostra ancora bia, faghinde sas garas in totu sas piatas de sardigna. Ocannu Mario Masala at fatu sessant’ annos de carriera, unu poeta chi at incantadu su populu sardu faghinde mizas e mizas de garas, chie pius de issu oe podet esser testimonzu de sa vera cultura sarda.
      Bi tenet duas assotziassiones culturales chi rappresentan sa poesia improvisada in Sardigna, non sun tentas in contu. S’ispera est chi Remundu Piras, Antoni Cubeddu, Peppe Sozu, e ateros non s’abitzen de totu custu si nono pius de una olta ana a piangher finas in sa losa.

    2. By craba salvatore, 22 dicembre 2011 @ 21:21

      Cercando di invadere quanto meno i suo tempo e impegni. Scusandomi primariamente,non essendoci mai stata una conoscenza diretta,o condivisione che ne giustifichi questo suo disturbo. Vi pregherei permettendomi di proporre alla sua attenzione,e profonda conoscenza culturale. Nelle sue riconosciute competenze archeologiche. La richiesta e motivo di questo ricercato contato che voglio promuovere anche con la vostra attenzione . Si basa una sua specificità di esame ,di una scoperta storica culturale,che è stata presente nella nostra isola forse per molti millenni. Si tratta di pietre modellate ad uccelli. Che io ritrovo in grande abbondanza nel nostro territorio. Considerando che la nostra isola e integrata da sempre nel centro del mediterraneo. In questa cultura diffusa del nostro bacino. L’uccello identificato all’ora come unico tramite metafisico tra il cielo e la terra. Era sicuramente condivisa anche dai nostri lontani predecessori dell’isola di Sardegna. I diversi studi e conoscenze,delle civiltà confinanti che ci hanno preceduto. Adottavano comunemente come unico intermediario tra lo stato terreno,e quello divino il cielo. Gli uccelli,identificando in loro compiti di trasmissione e di ascolto,alle divine credenze. Di queste pietre modellate ad uccello se ne possono fare moltissimi facili ritrovamenti. Ne esistono di tutte le dimensioni. Figure modellate ad uccello,riproducevano tutte posture che gli uccelli adontavano. Accumunando però a tutte le creazioni un atteggiamento comune. Configurandoli esclusivamente con la bocca aperta. Semplificando ne risulta che fossero creati per trasmettere,per urlare come li definisco io. Le volontà terresti a quelle divine. Si compone in breve che anche i nostri avi, come altri leggessero nel volo e nel canto degli uccelli. Le volontà divine che gli dei gli facevano pervenire,con le uniche figure esistenti degli alati messaggeri. E con quelli che costruivano in pietra spedivano le loro invocazioni. Il numero delle pietre modellate e enorme,se ne deduce che le pietre configurate era mono uso. Potevano assolvere a una sola richiesta e poi venivano abbandonate sul territorio qualunque fosse. Lascio alle sue conoscenze tutte le attinenze e collegamenti che si sono potuti tramandare e modificare con i diversi cambiamenti culturali e religiosi. Lasciamo la parte culturale infinita e fascinosa che altri continueranno. E menzioniamo l’attuale. Con rammarico racconto. Che benché negli ultimi anni ho raccolto moltissimi uccelliurlatori che possono comprovare la mia teoria. Non ho trovato l’interessamento di nessuno per questa scoperta. Ritrovamenti che qualificheranno e identificheranno molte cose nuove dell’esistenza dei nostri resistenti antenati. Comunque credo che questa scoperta non potrà ancora a lungo essere conservata. La invito se lei troverà interessamento e venire a vedere le migliaia di ritrovamenti, pronti ad affrontare un esame. Ho in altra opportunità indichi o consigli chi ritiene possa trovare attenzione e intervento .Come si determina nel sito, mi preme ricordare una formula unica che qualifica l’insieme delle prove e osservazioni esposte . Soprattutto per l’incarico di un ricercatore che ha il compito di scoprire di accertare tramite l’analisi. Senza adottare la facile e contrastante presunzione di escludere prima di aver osservato. E’ importante. posso portare migliaia di prove di quello che asserisco. E nessuno canonico di rincalco può dimostrare il contrario di questa ritardata o rimandata scoperta. Si parlerà molto di questa identificazione e si scriveranno libri interi. E gli uccelliurlatori dei Nuraghi metafisicamente ritorneranno ad urlare e a descrivere la nostra identità in tutto il mondo.Non più solo l’isola dei Nuraghi,ma anche l’isola degli uccelliurlatori. Uccelliurlatori i primi assoluti imail della nostra storia. Non voglio convincere, ma provare in modo che tutti possano rendervi conto. Il legittimo dubbio accademico benché protettivo , è sempre stata una forte limitazione per la ricerca. Tenga presente che una persona meno preparata,resta anche se molte volte erroneamente, più aperta verso un innovazione. Anche se fuori luogo, molti occhi vedono meglio. Nel nostro passato tanti nel loro percorso anno lasciato tracie e messaggi sulle pietre. Tutto sta nel avere gli occhiali giusti per leggerli. Quando Edison invento la lampadina nessuno dei suoi colleghi scienziati penso che si potesse accendere. Eppure illumino il mondo. Termino nella speranza di aver allargato una possibile connessione. Con lo stesso criterio di aver buttato un’altra bottiglia in mare,con la certezza che un giorno qualcuno la ripeschi e di’seppellisca questo segreto.

      Visita il sito http://www.uccelliurlatori.it uccelliurlatori@tiscali.it

      Con osservanza

      Craba Salvatore vi San Efisio n10 Bono 07011 tel 3491993121