ACCAREZZANDO VIOLE, di Aldo Lino
POESIAS e PINTURAS (6) de Aldo Lino. Intervallo italiano in cucina.
ACCAREZZANDO VIOLE
Accarezzando viole
cerco trovar parole
uso prudenti dita
fra i ciuffi dell’ortica
che infestano i miei vasi
come gramigna quasi.
Respiro odor di timo
eppur non sono il primo
m’inebria la lavanda
che viene dall’olanda
raccolgo rosmarino
mi piace mangiar fino
Trito la cipollina
regina di cucina
due rami di basilico
per essere scientifico
ed anche acetosella
come si usa a vella.
E pure del prezzemolo
se no le donne gemono
aggiungo la mentuccia
che la mia donna succia
una foglia di sàlvia
e non diventa càlvia.
La buccia di limone
la gratto con ragione
il succo non lo spremo
il suo ritorno temo
con il peperoncino
ci metterei un porcino.
Ancor noce moscata
farò la buona agliata
piano con la cannella
non piace a mia sorella
e i chiodi di garofano
non stanno con lo scorfano
.
Oddio lo zafferano
lo tocco solo a mano
contento sarà il riso
per quel pallore in viso
e pure gli spaghetti
in giallo son perfetti.
Per cucinar le fave
ci vogliono anche fave
ci aggiungo del guanciale
non me n’abbiate a male
e secco pomodoro
per fare il sugo d’oro.
Lasciando le carote
ormai non se ne puote
rifiuto quelle rape
ch’io cucinar non sape
ed anche le bietole
mi cresceran le setole.
Insieme a melanzane
per digerir le rane
ci metto le zucchine
frittura per bambine
carciofi con ragione
quando sarà stagione.
Squisite le patate
al forno o salmistrate
accompagnan bene il pollo
arrosto o cotto a mollo
nell’acqua di governo
brodetto dell’inverno.
Adoro le lenticole
di più se sono piccole
intorno al cotechino
con un bicchier di vino
e pane a volontà
madonna che bontà.
Bontà pure i lupini
Non ditelo ai vicini
invidiano il profumo
respirano anche il fumo
il fumo di stufato
non buttano nel prato.
Se poi sono piselli
li mangeran gli uccelli
ma se non ne vuoi traccia
gli sbatti un uovo in faccia
ti viene una frittata
la mangia anche renata.
Mi manca il turco grano
devo soffrire invano
signorina è diventato
dopo che l’ho tostato
signorinella tosta
non faccio più la posta.
Ho numerato i ceci
son quasi tutti veci
ma se li passo in forno
faranno un bel ritorno
guardando film al cine
fan proprio bella fine.
Così anche i fagioli
li mangi quando voli
perché il tuo rioplano
si alza solo a mano
prosegue con un fiato
non dir chi gliel’ha dato.
E poi coi peperoni
dimentichi i torroni
torroni di tonara
li vendono anche a mara
a mara e benetutti
i soldi li hanno avuti
Le mandorle tostate
nel pollo son cascate
e anche nell’insalata
che pare marmellata
con qualche strano aroma
la bocca adesso è doma
.
Buone anche le noci
vai piano con le voci
le abbiamo misurate
gliele daremo a rate
le mangio con le acciughe
ci bagno le lattughe.
Buonissimi i pinoli
me lo hanno detto al poli
sugo verde ci fanno
ti dura tutto l’anno
lo fan senza pretese
lo chiaman genovese
Nascondi la carruba
andrà senz’altro a ruba
se invece vuoi pistacchi
li trovi tutti racchi
nei gusci un po’ malfatti
li vendono anche a pacchi.
Son buone le castagne
ma non con le lasagne
un rosso pomodoro
la pasta chiede in coro
aggiungi un po’ di rucola
se no nessuna frugola
.
È buono anche l’aspàrago
col suo sapore amàrago
un filo d’olio appena
fa morbida la vena
bottarga grattugiata
e vai con la mangiata.
Fortuna c’è il radicchio
per quant’è buono nicchio
lo faccio sempre al forno
con la stagnola intorno
con pepe e un po’ di sale
non viene mica male.
Amico delle bietole
non rompono le scatole
con il sapor di terra
ti senti quasi in guerra
il rancio di trincea
ricorda la crimea.
Io penso alla scarola
fa rima con la viola
con quella ho cominciato
e poi ti conto d’altro
romanticate penso
ma piene di buon senso.
Divoro ravanelli
perché son troppo belli
tutti interi li mangio
sapete che mi arrangio
buone anche la foglia
mi viene una gran voglia.
In mazzi è la cicoria
mi giunge alla memoria
la faccio ribollita
oppur panata e fritta
con la purea di fave
la danno pure in nave.
Gratin per il finocchio
non accontenta l’occhio
ma certo sì la pancia
e bocca come in francia
un poco d’acqua aggiunta
la faccia non si smunta.
A fianco agli spinaci
li mangiano anche i traci
Sapendo che gli achei
non sono mica ebrei
ci friggo quattro uova
se c’è chi me le trova.
Infine la cipolla
così quella mi molla
ci vuole un gargarismo
per fare più turismo
la bella sorridente
del suo amor si pente.
Per non parlar dell’aglio
lo stomaco in travaglio
non basta più malosso
ne prendo a più non posso
son gastrorisentito
adopero anche il dito.
Aggiungo un poco d’olio
cornice dello scoglio
insieme alla schiumetta
dei piatti con scarpetta
galleggia posidonia
la mangiano in polonia
.
E pure un po’ d’aceto
mi sa che ce lo metto
marina l’insalato
e pure il mio bucato
lo uso dappertutto
così lo metto a frutto
Un fior di camomilla
per adornar la villa
mi manca l’elicriso
per adornare il viso
della mia bella sposa
ci metterò una rosa.
Foglie di marialuisa
se devo andare a pisa
un po’ di maggiorana
la manderò a tirana
un ciuffo d’origàno
lo tengo per milano.
E dopo valeriana
a ristorar mezzana
un sonno che ristora
dopo aver fatto ora
ora con tanti amici
non sono mai felici.
Ti porto la melissa
per evitar la rissa
la usano le stelle
per far le labbra belle
e pelle vellutata
di bella tinta ambrata.
Le piante di bardana
si attaccano alla lana
stavolta sarò franco
è meglio della lampo
pudiche chiudon gonne
di tante audaci donne.
Ricade santoreggia
a tappezzar la reggia
insieme all’artemisia
la vendono anche in frisia
bello il color di malva
che la provenza salva.
La foglia di borragina
gustosa non s’immagina
in bocca un po’ spinosa
come foglia di rosa
mischiata ad un caprino
diventa un bocconcino.
Insieme all’arancino
ci vuole un po’ di vino
sovrana sia la birra
com’è bevuta a quirra
per bere malvasia
occorre fantasia.
Non dico sciacchetrà
chè non ce n’è al mercà
ancora un po’ di mirto
per rinfrancar lo spirto
oppure un limoncello
il risultato è quello.
Non posso ber cognàc
noleggiano solo i fràc
e tutto sa di bosco
di meglio non conosco
cerco trovar parole
accarezzando viole
(a.l. 22 08 14).