IL MESSAGGIO PER LA STORIA: URSULA von der LEYEN e GIUSEPPE CONTE parlano agli Italiani e agli Europei
Ursula von der Leyen: SCUSATECI, ORA l’Unione Europea E’ CON VOI. Giuseppe Conte: Cara Ursula, è l’ora del coraggio.
L’ Italia è stata colpita dal· coronavìrus più di ogni altro Paese europeo. Siamo testimoni dell’inimmaginabile. Migliaia di persone sottratte all’amore dei loro cari. Medici in lacrime nelle corsie degli ospedali, col volto affondato nelle mani. Un Paese intero – e quasi un intero continente – chiuso per quarantena.
Ma il Paese colpito più duramente, l’Italia, è diventato anche la più grande fonte di ispirazione per noi tutti. Miglìaìa di italiani – personale medico e volontari – hanno risposto alla chiamata del governo e sono accorsi ad aiutare le regioni più colpite.
Le industrie della moda ora confezionano mascherine protettive, i produttori di amaro imbottigliano disinfettante per mani. La musica dai balconi ha riempito le strade deserte – scaldando i cuori di milioni di persone.
Gli ìtalianì stanno dimostrando la loro solidarietà reciproca nella quotìdìanìtà con migliaia di piccoli gestì- allo stesso tempo discreti ed eroici. E solo la solidarietà può farci riemergere da questa crisi – quella tra persone come quella tra Stati. · ·
Oggi l’Europa si sta mobilitando al fianco dell’Italia. Purtroppo non è stato sempre cosi. Bisogna riconoscere che nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria. Non si rendevano conto che possiamo sconfiggere questa pandemia solo ìnsieme come Unione. E’ stato un comportamento dannoso e che poteva essere evitato. In questi giorni fa distanza tra indivìdui è fondamentale per la nostra sicurezza: la distanza tra nazioni europee, al contrario, mette tutti in pericolo.
Nel frattempo però l’Europa ha cambiato passo. Abbiamo fatto tutto il possibile per portare i Paesi europei a ragionare come una squadra e assicurare una risposta coordinata ad un problema comune. E abbiamo visto più solidarietà qui in Europa che in qualsiasi altra parte del mondo.
Nell’ultimo mese, la Commissione europea non ha lasciato nulla di intentato per aiutare l’Italia. Grazie alla nostra azione, 25 Paesi europei hanno unito le forze e hanno spedito milioni di mascherine in Italia e in Spagna, per la protezione di tutti e in particolare degli operatori sanitari.
Abbiamo tenuto aperto il Brennero e gli altri valichi di frontlera, assicurando il flusso di merci che è la linfa della nostra economia. Abbiamo alutato a rìlocalìzzare la produzione di materiale sanitario qui in Europa.Abbiamo finanziato la ricerca per un vaccino. Abbiamo sospeso alcune regole per dare al governo ìtalìano lo spazio di manovra necessario ad agire rapidamente e con forza. Abbiamo convogliato miliardi di investimenti alla lotta contro Il virus ed i suol effetti. E continueremo a fare ancora di pìù. Ieri la Commissione europea ha annunciato una nuova iniziativa economica, una “cassa integrazione europea”. In questo momento, milioni di italiani non hanno la possibilità di lavorare – ma non per questo possono smettere di pagare le bollette o di fare la spesa. Le aziende continuano a pagare gli stipendi anche se l’attività è ferma – dalle imprese edili agli alberghi rimasti vuoti, dalle grandi industrie agli artigiani. Migliaia di aziende forti e in salute si trovano in difficoltà a causa dei coronavirus. Hanno bisogno di un sostegno per superare la crisi attuale: l’Europa sta intervenendo in loro aiuto.
Esistono già strumenti a livello nazionale per aiutare i lavoratori e le aziende in tempi di crisi, ma la situazione attuale sta mettendo a dura prova le finanze dei Paesi europei. L’Europa vuole dare una mano, stanziando nuove risorse per fìnanziare la cassa integrazione. L’Unione stanzierà fino a cento miliardi di euro in favore dei Paesi colpiti più duramente, a partire dall’Italia, per compensare la riduzione degli stipendi di chi lavora con un orario ridotto. Questo sarà possibile grazie a prestiti garantiti da tutti gli Stati membri – dimostrando cosi vera solidarietà europea. Tutti i Paesi membri contribuiranno a rendere possibile questo nuovo strumento, che si chiama “Sure”. Aiuterà lavoratori e impiegati, aiuterà le aziende e sarà una boccata d’aria fresca per le finanze pubbliche italiane. Questo sostegno europeo alla cassa integrazione aiuterà a salvare posti di lavoro – anche in un momento di minore attività. Quando la quarantena sarà finita, e la domanda e gli ordinativi torneranno a crescere, quelle stesse persone potranno tornare a lavorare a tempo pieno. E questo è fondamentale per far ripartire al più presto i1 motore dell’economia europea, Questa iniziativa fà parte di un pacchetto più ampio. Ieri abbiamo anche proposto che ogni euro ancora disponibile nel bilancio annuale dell’Unione europea venga speso per affrontare la crisi. Aiuteremo agricoltori e pescatori, che ogni giorno danno da mangiare al nostro continente. Allo stesso tempo, la Banca europea di investimenti sta aiutando le imprese europee – in particolare le piccole e medie- a trovare i finanziamenti di · cui hanno bisogno in questa situazione dì emergenza. Questa crisi è una prova per l’Europa. E non possiamo permettre di fallire. Le decisioni. Le decisioni che prendiamo oggi verranno ricordate per anni. Daranno forma all’Europa di domani. Credo che l’Europa possa riemergere più forte da questa situazione, ma dobbiamo prendere le decisioni giuste – qui ed ora. Abbiamo già intrapreso alcune azioni coraggiose. Molte altre saranno ancora necessarie. Preferiremmo tutti vivere tempi più facili.Ma oggi quello che possiamo decidere è come reagire. Ho in mente un’Europa fondata sulla solidarietà – la nostra più grande speranza e il nostro investimento in un futuro comune.
Ursula van der Leyen è presidente della Commissione europea
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Cara Ursula, è l’ora del coraggio, di Giuseppe Conte
Cara Ursula,
ho apprezzato il sentimento di vicinanza e condivisione che ha ispirato le parole con cui ieri, dalle pagine di questo giornale, ti sei rivolta alla nostra comunità nazionale e, in particolare, al nostro personale sanitario, che, con grande sacrificio e responsabilità. è severamente impegnato nel fronteggiare questa emergenza. Le tue parole sono la prova che la determinazione degli italiani ha scosso le coscienze di tutti, travalicando i confini nazionali e ponendo la riflessione oggi più urgente: cosa è disposta a fare l’Europa non per l’Italia, ma per se stessa. In questi giorni ho ricordato spesso come l’emergenza che stiamo vivendo richieda una risposta straordinaria, poiché la natura e le caratteristiche della crisi in corso sono tali da mettere a repentaglio l’esistenza stessa della casa comune europea. Non abbiamo scelta, la sfida è questa: siamo chiamati a compiere un salto di qualità che ci qualifichi come “unione” da un punto di vista politico e sociale, prima ancora che economico. L’Italia sa che la ricetta per reggere questa sfida epocale non può essere affidata ai soli manuali di economia. Deve essere la solidarietà l’inchiostro con cui scrivere questa pagina di storia: la storia di Paesi che stanno contraendo debiti per difendersi da un male di cui non hanno colpa pur di proteggere le proprie comunità, salvaguardando le vite dei suoi membri, soprattutto dei più fragili, e pur di preservare il proprio tessuto economico-sociale.
La solidarietà europea, come hai tu stessa ricordato, nei primi giorni di questa crisi non si è avvertita e ora non c’è altro tempo da perdere. Accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di sostenere, attraverso il piano “Sure” da 100 miliardi di euro, i costi che i governi nazionali affronteranno per finanziare il reddito di quanti si trovano temporaneamente senza lavoro in questa fase difficile. È una iniziativa positiva. poiché consentirebbe di emettere obbligazioni europee per un importo massimo di 100 miliardi di euro, a fronte di garanzie statali intorno ai 25 miliardi di euro. Ma le risorse necessarie per sostenere i nostri sistemi sanitari, per garantire liquidità in tempi brevi a centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, per mettere in. sicurezza occupazione e redditi dei lavoratori autonomi, sono molte di più. E questo non vale certo solo per l’Italia. Per questo occorre andare oltre. Altri player internazionali, come gli Stati Uniti, stanno mettendo in campo uno sforzo fiscale senza precedenti e non possiamo permetterci, come italiani e come europei, di perdere non soltanto la sfida della ricostruzione delle nostre economie, ma anche quella della competizione globale. Quando si combatte una guerra, è obbligatorio sostenere tutti gli sforzi necessari per vincere e dotarsi di tutti gli strumenti che servono per avviare la ricostruzione. A questo proposito, nei giorni scorsi ho lanciato la proposta di un’European Recovery and Reìnvestment Plan. Si tratta di un progetto coraggioso e ambizioso che richiede un supporto finanziario condiviso e, pertanto, ha bisogno di strumenti. innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per·ricostruire il suo tessuto sociale ed· economico. Come ho già chiarito, questi titoli non sono in alcun modo volti a condividere il debito che ognuno dei nostri Paesi ha ereditato dal passato, e nemmeno a far s1 che i cittadini di alcuni Paesi abbiano a pagare anche un solo euro per il debito futuro di altri. Si tratta -piuttosto – di sfruttare a pieno la vera “potenza di fuoco” della famiglia europea, di cui tutti noi siamo parte, per dare vita a un grande programma comune e condiviso di sostegno e di rilancio della nostra economia, e per assicurare un futuro degno alle famiglie, alle imprese, ai · lavoratori, e a tutti i nostri figli. Al termine dell’ultimo Consìglio europeo dello scorso 26 marzo, ci siamo dati due settimane di tempo per raccogliere questa sfida. Purtroppo. alcune anticipazioni dei lavori tecnici che ho potuto visionare non sembrano affatto all’altezza del compito che la storia ci ha assegnato. Si continua a insistere nel ricorso a strumenti come il Mes che appaiono totalmente inadeguati rispetto agli scopi da perseguire, considerato che siamo dì fronte a uno shock epocale a carattere simmetrico, che non dipende dai comportamenti di singoli Stati È il momento di mostrare più ambizione, più unità e più coraggio. Di fronte a una tempesta come il Covid-19 che riguarda tutti, non serve un salvagente per l’Italia: serve una scialuppa di salvataggio solida, europea, che conduca i nostri Paesi uniti al riparo. Non chiediamo a nessuno di remare per noi, perché abbiamo braccia forti. “Le decisioni che prendiamo oggi verranno ricordate per anni. Daranno forma all’Europa di domani” , hai scritto ieri nel tuo intervento. Sono d’accordo. Il 202’0 sarà uno spartiacque nella storia della Ue. Ciascun attore istituzionale sarà chiamato a rispondere, anche ai posteri, delle proprie posizioni e del proprio operato. Solo se avremo coraggio, se guarderemo davvero il futuro con gli occhi della solidarietà e non col filtro degli egoismi, potremo ricordare il 2020 non come l’anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita.
la repubblica 3 aprile 2020