Emozioni, valori … Weber spiega le azioni umane, di Maurizio Ferrera
In vista del centenario del sociologo tedesco, morto nel 1920, esce anche in Italia l’edizione critica della sua opera postuma “Economia e società”. Tradizioni, spinte emotive, calcoli razionali e fedeltà ai principi sono le motivazioni alla base dei nostri comportamenti.
Immaginiamo di camminare in un bosco. I rami degli alberi si agitano: perché? C’è un forte vento, ecco la · spiegazione. Domanda e risposta sono cosi banali che non meritano attenzione. Più avanti vediamo una persona che taglia la legna. Di nuovo: perche? Qui non ce una risposta auto-evidente: possiamo solo fare delle ipotesi. Può trattarsi del proprietario della baita sulla collina, che sì procura combustibile per il camino; oppure un taglialegna di mestiere, che raccoglie e vende legna al mercato. Ma non finisce qui. L’uomo indossa una tuta e scarpe da ginnastica: magari fa semplicemente un po’ di esercizio fisico. Da sola, !’esperienza osservativa non ci aiuta. Occorre un’operazione più complessa: l’attribuzione di senso.
Dobbiamo risalire in qualche modo al motivo che sta-dietro al comportamento del taglialegna. Sul piano epistemologico, la sfida è quella della «comprensione»: una sfida che riguarda tutte le discipline sociali, dalla storia all’antropologia, dalla s<scienza politica alla sociologia.
La finalità «comprendente» delle . scienze sociali è stata messa magistralmente a fuoco un secolo fa da Max Weber, uno dei più importanti pensatori· del Novecento. L’editore Donzelli ha pubblicato lo scorso 31 ottobre una nuova edizione dell’opera principale di Weber: Economia e società.
Il contributo forse più importante di questo lavoro è una .articolata «teoria dell’azione». Come fanno le persone a sapere o scegliere come comportarsi nelle varie situazioni? !motivi pratici e concreti sono infiniti, ma per Weber possono essere raggruppati in quattro tipi fondamentali, che valgono per qualunque circostanza. L’azione può essere orientata alla semplice tradizione: la convinzione che ciò che si è sempre fatto in passato (come inchinarsi ·di fronte alla regina) meriti o addirittura esiga dì essere ripetuto nel presente. Questo è il tipo di azione tradizionale. Anche le emozioni· possono però giocare un ruolo; come quando facemmo «una pazzia» per la persona che amiamo. In questo caso si tratta di un’azione affettiva, un riflesso istintivo in cui la ragione resta un po’ nell’ombra. Di solito però le nostre scelte si basano su ragionamenti, appunto. Ho dei risparmi da parte: dove investirli? Se voglio rischiare, li metto in un fondo azionario. Se sono prudente, compro delle obbligazioni, In questo caso l’orientamento della mia azione è strumentalmente razionale: scelgo l’alternativa che promette di avere maggiore successo rispetto alle mie preferenze. Infine, pensiamo a una persona vegetariana, che. è diventata tale in base a una precisa scelta morale: non si devono far soffrire gli animali. Piuttosto che mangiare carne, questa persona sarebbe disposta a fare la fame. Si tratta di una preferenza assoluta, che non ammette compromessi. Questa persona non è irragionevole. Orienta piuttosto la propria azione verso il rispetto di un principio: è cioè razionale rispetto al valore.
Ora, che tipo di azione stava svolgendo il nostro taglialegna? L’ipotesi più plausibile è quella di un orientamento razionale strumentale. .Ma non ne saremo certi finché non avremo davvero «compreso».
Economia e società fu pubblicata per la prima volta nel 1922. Nel titolo non compare il protagonista principale della teoria di Weber: l’individuo. Eppure è proprio lui il motore primo di ogni aggregato. e fenomeno sociale. Per spiegare questi ultimi, occorre adottare l’approccio dell’”Individualismo metodologico”.
Non è un caso che al secondo concetto del titolo – società – Weber dedichi poca attenzione analitica. Si tratta,.dopo tutto; dell’insieme di azioni individuali ispirate dai quattro orientamenti ideal-tipici appena citati; La società è composta di «sfere di valore» in cui l’azione risulta ispirata da un orientamento tipico. L’economia è ad esempio un sottoinsieme di azioni e relazioni specifiche, una arena interattiva in cui domina la ricerca dell’utile, dunque la razionalità strumentale.
Si tratta della sfera più impersonale, tenuta insieme da pochi interessi generali condivisi: l’assenza di violenza, il rispetto della legge. Tali «beni» sono imprescindibili per il funzionamento del mercato. Di essi si occupa una seconda sfera, la politica, che Weber considera importantissima – anche se non è inclusa nel titolo. Al centro di questa sfera sta lo Stato, un’organizzazione territoriale fondata sul «monopolio dell’uso legittimo della coercizione». Questa definizione ha dominato il dibattito novecentesco ed è ancora oggi utilizzata nelle scienze sociali.
Ma- tornando all’economia – da dove provengono le preferenze degli attori; ciò che definisce il loro utile dal punto di vista sostantivo? In parte da pure esigenze materiali, quello che Weber chiama il soddisfacimento del fabbisogno in condizioni di scarsità. Ma in larga parte gli interessi sono modellati dalla cultura e in subordine di nuovo dalla politica. Dalle sfere cioè ove si selezionano e si affermano i valori, ossia quegli «stati di cose» reali o possibili; considerati meritevoli di essere perseguiti all’interno di un dato periodo storico o da un’intera civiltà. ·
Un’altra opera di Weber, seconda solo a Economia e società, illustra l’importanza di idee e valori: L’etica protestante· e Io spirito del capitalismo. Qui troviamo la più nota «tesi weberiana»: la mentalità capitalistica (l’etica del profitto come indicatore di successo individuale) fu il sotto-prodotto di un’altra etica, quella “dell’ascetismo protestante che si diffuse in Europa durante il XVII secolo (e che Weber discute anche nel-secondo volume di Economia e società). La. dottrina della predestinazione favorì l’emergenza, fra le élite sociali, di una condotta di vita esemplarmente assidua, guardinga,.morigerata, soprattutto nell’esercizio della propria professione. Risparmio, investimento e impegno negli affari e nei commerci divennero imperativi etici, un modo per dimostrare la propria statura morale e dunque il favore della grazia divina.
Spesso incompresa nel sue intento analitico, la tesi weberìana è stata oggetto di un lunghissimo dibattito. Weber ha finito per essere additato come l’antiMarx: non sono le condizioni materiali, ma le idee a guidare lo sviluppo storico. Chi conosce il suo pensiero, sa bene che Weber non era determinista e men che meno ingenuo. La storia procede sotto la pressione di molteplici spinte, senza una direzione precisa e certo non predefinita. Noi possiamo tentare dì «comprenderla» retrospettivamente come osservatori e di lasciare su di essa qualche traccia come attori, mossi dai nostri valori.
Economia e società uscì dopo la morte di Weber, scomparso quasi un secolo fa il 14 giugno 1920. Sappiamo che egli aveva deciso di dare alle stampe i primi quattro capitoli, anche se non aveva deciso il titolo. Dei restanti capitoli aveva solo delle prime stesure, sotto forma di saggi o di appunti. Fu la moglie Marianne a fornire all’editore tutto il materiale che aveva trovato e che le sembrava in qualche modo legato ai primi quattro capitoli. Da un lato, dobbiamo essere grati a Marianne per aver comunque reso disponibili testi manoscritti che molto probabilmente sarebbero andati dispersi. Dall’altro lato, è chiaro che l’edizione del 1922 (tradotta in moltissime lingue, in italiano da Pietro Rossi per le edizioni di Comunità nel 1961) non faceva giustizia al pensiero di Weber. A partire dalla metà degli anni Settanta, un gruppo di importanti studiosi tedeschi (fra cui Rainer Maria Lepsius) avviò così il monumentale progetto di risistemare e pubblicare tutta l’opera di Weber (epistolari compresi), tenendo· conto anche dell’ordine cronologico. Conservando il titolo originale deciso da Marianne, Economia -e società si è così trasformata in un nuovo testo suddiviso in diversi tomi . Donzelli lo rende ora disponibile in lingua italiana: Nel cofanetto dell’opera troviamo così cinque volumi (Comunità, Comunità religiose, Diritto, Dominio, Città), sapientemente curati da Massimo Palma. Si tratta di un’iniziativa ·editoriale davvero encomiabile.
Max Weber è oggi largamente conosciuto in Italia. La nuova pubblicazione consentirà: di rivisitare il suo pensiero entro una cornice più sistematica e di promuovere così nuovi dibattiti. Per usare le parole di Pietro Rossi, il caposcuola degli studi weberiani in Italia ( e non solo), l’opera di Weber. richiede oggi non tanto di essere recepita nei vari contesti nazionali, quanto di essere discussa. Anzi, di essere ripensata alla luce delle radicali trasformazioni ché le economie, le società e i sistemi·politici europei hanno registrato rispetto all’epoca in cui scriveva il grande pensatore tedesco.
LA LETTURA 27 OTTOBRE 2019