LENTORES, di Anna Cristina Serra: i versi in campidanese nutriti di classicità

 

 

 

Chi ha seguito lo sviluppo dei premi letterari in lingua sarda ricorderà che alle origini la presenza delle donne era sporadica sia tra i partecipanti che tra i membri delle giurie. Poi hanno iniziato a farsi largo, fino a occupare uno spazio sempre più considerevole: al concorso indetto di recente dalla Conferenza regionale dei vescovi ci sono state sette premiate su un totale di 18.

Tra le protagoniste c’è Anna Cristina Serra, che per di più, originaria di San Basilio nel Gerrei, impiega la variante campidanese, sino a qualche tempo fa ritenuta minoritaria nel campo della letteratura locale.

Lo fa in spirito di apertura verso le altre: per titolo della sua nuova silloge ha scelto un termine, «Lentores» (Soter, 120 pagine, 10 euro), che appartiene al logudorese.

Ha già al suo attivo tre raccolte di versi e due opere teatrali, nonché affermazioni nei concorsi, tra cui due all’”Ozieri”.

Seguendo quello che considera il suo maestro, Benvenuto Lobina, si nutre di letture che la sostengono nell’impegno a inserire nel filone della tradizione poetica modi nuovi e diversi.

Per l’occasione si è avvicinata al mondo classico greco, in particolare a Saffo (“In the Days of Sappho”, di John William Godward, 1904) tutta intenta in uno scavo del sentimento d’amore, con le sue rare gioie e i più frequenti tormenti.

La sequenza delle poesie ci dà, osserva Duilio Caocci nella prefazione, «il racconto compatto di amori nati dalla passione e dall’incontro dei corpi e ora nutriti nella solitudine dalla memoria».

E difatti il discorso, che trova spesso appoggio negli elementi della natura, ha inizio con l’immagine dell’albero e del sentiero, il primo a rappresentare la condizione presente, il secondo lo sviluppo che i sentimenti potranno avere.

Nella parte finale del libro le liriche compaiono nella versione italiana, che non è stata condotta parola per parola ma trasferendosi da un modulo letterario all’altro. Ma, a sottolineare il riferimento al mondo classico, ogni poesia ha a fronte la traduzione che ne è stata fatta nel greco di oggi da Pierre Guy-Stephanopoulos, archeologo e antropologo studioso del mondo mediterraneo.

LA NUOVA SARDEGNA, 8 gennaio 2020

 

LA NUOVA SARDEGNA, 8 gennaio 2020

 

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    1 Comment to “LENTORES, di Anna Cristina Serra: i versi in campidanese nutriti di classicità”

    1. By Mario Pudhu, 13 gennaio 2020 @ 10:09

      Ma pro informatzione de «La Nuova Sardegn»a no b’at una «Conferenza regionale dei vescovi» (“regionale” de ite?!): sa CES est sa Conferenza Episcopale Sarda.
      Azis a nàrrere: “E chi se ne frega!”.
      E za at a èssere! No bi cheret meda a lu cumprèndhere!