Ritorno da Istambul, la polveriera sotto il sofà, di Maria Michela Deriu

L’Autrice è ritornata da Istambul qualche giorno fa.

Istambul e’ una citta altamente multietnica, ci vivono circa diciottomilioni di abitanti, uomini e donne brulicanti tra le due parti della citta’:la parte europea e la parte asiatica. La città si estende per circa 5.500 Kilometri quadrati.

Il Bosforo e’ la magica striscia d’acqua che divide la citta’ e unisce il Mar Nero al Mar di Marmara.

Il Bosforo segna il confine merdionale tra il continente europeo e il continente asiatico.

Questo nella realtà  attenendoci al fatto che la geografia non è’un opinione.

Istambul e’ un immenso agglomerato di case, strade e moschee, e, come tutte le megalopoli, attraversata da un traffico caotico.

Sotto questo caos di strade di macchine di donne vestite all’occidentale, di donne coperte solo col velo in capo, di altre, poche, nascoste dal burka vive ancora l’antica Bisanzio che Costantino, sottolineando il proprio tratto narcisistico, ribatezzo Costantinopoli e cosi si chiamò fino all fine del 1400 quando cadde sotto gli ottomani.

La Turchia, è una repubblica, Ankara e’ la capitale politica ma Istambul è il cuore pulsante della nazione..

Il 90 per cento della popolazione è’islamica, ma la legge non è sottomesso alla religione. In sintesi, i cittadini, prima di fare i conti con Allah, devono rispettare un codice penale e un codice amministrativo laico.

La situazione femminile è controversa, le donne turche hanno il diritto di voto dal 1934, ma le discriminazioni di genenere sono tuttora macroscopiche.

Dopo questa bella cornicetta geagrafica, indispensabile per sapere, almeno sulla carta, dove stiamo andando, veniamo all’immaginario, a quello che, nella nostra mente, rimanda questo luogo dall’antica Bisanzio alla moderna Istanbul. Cosa, evoca nella nostra mente questo luogo?

Direi che, inevitabilmente, qui ognuno parla per sè.

Mi accolgono pioggia e gelo, che si rivelano una risorsa come deterrrente alle file interminabili davanti ai luoghi famosi da visitare. In altre stagioni dell’ anno  avremmo dovuto attendere ore, in questo momento basta solo un po di coraggio per togliersi le scarpe prima di entrare nelle moschee.

I luoghi visitati sono quelli preconfezionati da un agenzia di viaggi

ma l’ipotesi di un viaggio-avventura e’ totalmente da scartare.Un senso di forte insicurezza serpeggia nell’aria, ho le farfalle nello stomaco. La guida sembra perfettamente a suo agio,  tranquilla e serena come se ti stesse mostrando San Pietro. Ho una certa esperienza per percepire che tutta questa apertura all’ occidente e questo rassicurarti a tutti i costi cela un pericolo che palesemente non vedi ma c’e. Francamente ho come l’ impressione che ti abbiano invitato a casa loro, la  padrona di casa è gentile e carina, vestita più meno come te, ti fa accomodare nel salotto buono. Sorride, mentre tu, ignara, ti accomodi sul sofa’. Peccato che sotto i cuscini damascati del sofà si celi una notevole quantità  di polvere da sparo.

La visita procede come dal copione del menu turistico.

Premessa: prima della visita: ”Molti luoghi non si possono visitare perche’ sono in fase di restauro”

Mi era sfuggita l’improvvisa sensibilita’ di Erdogan per l’arte.

La visita procede:

 

Il Gran Bazar che ricorda Ballarò, la Basilica di Santa Sofia e’ opera dell’imperatore Giustiniano, risale al sesto secolo . L’ imperatore per dar lustro al suo regno non badò a spese.innalzò una cupola immensa rivestendola di mosaici d’oro e pietre preziose.Ecco l’immaginario . Ecco quello che cercavo…Speravo di trovare la fonte che ispirò i magnifici mosaici che si possiamo trovare a Ravenna invece….sono spariti.

E spariti da un pezzo, nel 1453 Mehmet conquisto Costantinopoli, la Basilica fu trasformata in moschea, la furia iconoclasta dell’ottomano distrusse i meravigliosi mosaici o meglio parte vennero proprio estratti , nella parte interna furono murati, in questo modo recentemente alcuni tratti dell’antico mosaico si possono ancora ammirare.

Oggi Santa Sofia non e nè chiesa nè moschea, è un museo, e questo mi riempie di gaudio:almeno non devo togliermi le scarpe.

 

La Moschea blu.

Qui le scarpe te le devi togliere e come, perche’ si chiami Moschea blu e’ ovvio. Le maioliche che rivestono il luogo di culto risplendono grazie alla luce di 260 finestrelle.

La Moschea blu ha sette minareti e a questo punto mi sorge un dubbio, ci sono altrettanti muezzin che ti danno il buongiorno?

 

Palazzo Topkapi.

Palazzo Topkapi: questo luogo fa molto riflettere.

Non son piu tempi, ma per chi volesse inscenare un gioco di ruolo è bene che sappia che la precarieta’ della vita umana all’interno del palazzo è reale.

Come monito, sulla destra del giardino, non lontano dall’ingresso, la guida ci indica il marmo dove si poggiava il capo in attesa del colpo fatale che avrebbe fatto saltare il capo al malcapitato di turno.

I piu disgraziati erano i figli del sultano che, avendo questi piu mogli, avevano una marea di fratellastri.

Tra loro uno solo sarebbe diventato sultano e gli altri?

In Europa esistevano diverse possibilita’ di sopravvivevza per i figli cadetti, quella preferita :il convento possibilmente non scomodo, dai certosini ai Cavalieri di Malta, per intenderci.

Non si campava tanto male e, se proprio avevi una botta di fortuna, potevi diventare vescovo, cardinale e, se il buon Dio concentrava su di te la sua benevolenza, addirittura papa.

Almeno si campava. Pensate invece che il neo sultano, una volta salito sul trono, pur di togliersi il pensiero aveva il diritto di sopprimere fratelli e fratellastri per vivere un pò piu tranquillo.

 

Bene, dopo questo leggero argomento, veniamo alla parte piacevole. Il fatto di correre tanti rischi deve pur avere il suo tornaconto.

Eccolo!!!!! Adagiato su un cuscino color cremisi davanti ai miei occhi compare il settimo diamante piu grande del mondo.

E’ a forma di cuore sfavillante, scintillante, magnifico. Hai ragione, Marilyn! I diamanti sono veramente i migliori amici delle donne!

Poco lontano il pugnale Topkapi ti ricorda di toccarti il capo e tenerlo ben saldo sulle spalle.

Gran parte del fascino di Istambul si specchia nel Bosforo.

Il Bosforo, nel suo quieto ondeggiare, è di per sè una silloge di versi, una sintesi di poesia , fissare l’acqua del Bosforo ti porta ad uno stato meditativo ipnotico.

La sinusite non si arrende neppure alle seduzioni del Bosforo, non riesco a fare una gita in barca, in albergo mi faro’ un giro su You Tube per vedere cosa mi son persa.

Se ci arrivo in albergo! Prendo un taxi, sono sola. Donna europea, sola, che alloggia in un albergo a 5 stelle. Quando smettero’ di essere cosi incosciente?

Fortunatamente il tassista si ferma davanti all’albergo.

Raramente, dico, finalmente si torna a casa! Qquesta volta si: forse il freddo, la pioggia, la stanchezza …il cibo.

Domani si parte.

Istambul Yeni Havalimani, cosi si chiama in turco il nuovo aereoporto inaugurato nel 2018.

L’edificio  e’ stato progettato per essere il piu grande aereoporto del mondo, in realta’ hanno fatto male i conti ed e’ solo il secondo, dopo quello di Pechino.

Entri e vedi che forse ti sei sbagliato e ti trovi all’aereoporto di Dubai.

Gli interrogativi sono tre:

1 Cosa se ne fanno i turchi di un aereoporto cosi grande?

2 Chi ha dato i soldi, anzi le lire, a Erdogan per realizzare tutto questo sfarzo?

3 Gli arabi ?

Forse, ma quali arabi? I simpatizzanti di Trump i filorussi ?

Chi?

Tornare a casa è stato poco rassicurante: la Befana ha portato i fatti di Bagdad,

su Avvenire di qualche giorno fa leggo”La Turchia approva l’invio di truppe in Libia e in pratica lancia un ultimatum alla comunita’ internazionale, senza pero’dire quale sara’la scadenza.”

La Libia è sotto casa, la polveriera e sempre piu vicina.

1453 mentre i monaci Bizantini discutevano sul sesso degli Angeli, Maometto II conquistava Costantinopoli.

 

1453 era di maggio .

2020 e’gennaio, tempo di saldi, non e’ il caso di distrarsi.

 

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