L’isola maglia nera per gli abbandoni scolastici, di Silvia Sanna
E troppi scelgono l’indirizzo sbagliato. Scuola, boom di dispersi. Nuoro record nazionale.
Il dato viene fuori da una semplice sottrazione: quanti erano gli studenti che cinque anni fa si sono iscritti in prima superiore (scuola secondaria di secondo grado) e quanti tra questi, cinque anni dopo, sono usciti dall’istituto con il diploma in tasca? Il calcolo è impietoso: se la media nazionale dice che poco più di 1 su 5 molla prima del traguardo (22,1%), in Sardegna a non farcela è più di 1 studente su 3, pari al 37,4% del totale. Una percentuale record in Italia, con l’isola che fa peggio della Sicilia (distanziata di mezzo punto) e della Campania. È chiaro che dal numero bisogna togliere una quota di ripetenti che il titolo di studi lo conquisterà in ritardo e quei ragazzi che proseguono il percorso nelle scuole private. Ma si tratta in ogni caso di un dato elevatissimo. Con la Sardegna che resta prima in materia di dispersione scolastica anche prendendo in considerazione la fascia di studenti che abbandonano i banchi per dedicarsi alla formazione professionale così da ottenere comunque un titolo o una qualifica spendibile nel mercato del lavoro: dal meccanico all’elettricista all’esperto digitale all’addetto al turismo.
Scorporando questa quota di ex dispersi, la percentuale complessiva si attesta al 18%, anche in questo sul podio a livello nazionale.
Non solo: nell’isola che conferma dopo molti anni la maglia nera, ci sono anche i record nei record: a conquistarlo è la provincia di Nuoro, con il 42,7% dei dispersi, tasso più alto in Italia.
L’isola dei dispersi. Sono circa 7mila, pochi nel totale nazionale che supera le 160mila unità, moltissimi se si prendono invece in esame i numeri generali della Sardegna: nell’isola, alle prese con un calo demografico costante, è inarrestabile l’emorragia degli studenti. Quest’anno per la prima volta dopo molto tempo si è scesi sotto i 200mila iscritti, con un crollo in particolare alla materna e alla primaria (ex elementari).
Ecco perché in questo contesto così difficile, i circa 7mila ragazzi di età compresa tra 14 e 19 anni che abbandonano libri e zainetti prima del diploma sono una enormità. Tutti i report sull’argomento sono concordi: da Tuttoscuola agli ultimi focus Invalsi, nella scuola italiana colabrodo il caso Sardegna occupa un posto di primo piano.
Nuoro maglia nera. La conferma arriva dalla scorporazione dei dati a livello provinciale. Si scopre così che ci sono territori che in Italia patiscono molto più di altri il fenomeno della dispersione scolastica. Il problema riguarda marginalmente le grandi e piccole città e il tessuto circostante, grazie soprattutto all’offerta diversificata e a distanza ridotte. Incide in maniera pesantissima invece nei piccoli centri lontani dalla città e spesso penalizzati da collegamenti insufficienti. E in una situazione generale in cui le province del Centro sud viaggiano a velocità ridotta rispetto al Nord, spicca il caso Nuoro, che con la percentuale del 42,7% è medaglia d’oro nella categoria dispersi. Qui la sottrazione alla base del ragionamento dà come risultato 1300 su 3000: è il numero dei ragazzi che cinque anni dopo rispetto all’iscrizione non hanno festeggiato il diploma perché hanno abbandonato la scuola in anticipo. Per fare altro, lavoro o formazione professionale, oppure continuando a studiare in istituti privati. In ogni caso, hanno lasciato la scuola statale pubblica.
Le scelte sbagliate. È un altro dato allarmante. A livello nazionale – e la Sardegna è in linea – i report dicono che 1 studente su 5 sceglie la scuola sbagliata: decide cioé di iniziare un percorso poco o nulla coerente rispetto alle sue attitudini e alle capacità dimostrate sino a quel momento. Per esempio, un ragazzo portato verso gli studi umanistici che sceglie un istituto professionale, o al contrario chi ha un tipo di approccio più tecnico che sceglie il Liceo classico. Il risultato è un livello di difficoltà nettamente superiore che può portare a scoraggiarsi e di conseguenza ad abbandonare gli studi prima del tempo.