Negli Usa l’obesità uccide più delle armi, di Massimo Gaggi
Imassacri che insanguinano scuole, supermercati e templi d’America generano panico e discussioni infinite (ma inconcludenti) sulla limitazione delle armi da fuoco. Quelle stragi sono anche argomento fisso dei dibattiti tra i candidati democratici alla Casa Bianca che, invece, ignorano un killer occulto e ben più micidiale: l’epidemia di obesità che ha sconvolto il Dna di una nazione nella quale, nonostante tanti allarmi e impegni, tre adulti su quattro sono, ormai, obesi o sovrappeso mentre 100 milioni di cittadini (su 330 totali) sono diabetici o prediabetici. I moniti non mancano ma cadono nel vuoto: qualche giorno fa Bill Maher, un conduttore che usa la satira per scuotere le coscienze, ha provocato gli spettatori del suo show: «Ad agosto le vittime di assalti in luoghi pubblici sono state 51. Sapete in quei giorni quanti americani sono stati uccisi dall’obesità? Quarantamila».
A impressionare, oltre ai numeri assoluti – gli obesi saliti dal 15% di fine anni ’70 al 40%, il 20% dei decessi tra i 40 e gli 85 anni provocato dal peso eccessivo che alimenta diabete, malattie cardiovascolari, del fegato e alcuni tipi di cancro – è l’incapacità degli Stati Uniti di affrontare una simile emergenza, nota da decenni. Il Paese di tutte le libertà è anche un Paese pragmatico che in passato ha saputo intervenire su problemi sociali devastanti come l’eccessiva diffusione del fumo. Col cibo niente da fare: quello industriale, con più zucchero, sale e grassi, costa meno, è ovunque e spesso ha un sapore accattivante. Chi ha proposto limiti, agevolando, invece, vegetali e prodotti freschi è stato bollato dalla destra liberista come fautore dello Stato-balia o addirittura food nazi, nazista del cibo. L’autoregolamentazione promessa da produttori di bevande o catene di fast food ha dato scarsi risultati. Ma anche gli sforzi del Pentagono di imporre alle reclute esercizio e diete sono caduti nel vuoto: l’efficienza operativa dell’esercito soffre per l’appesatimento dei soldati (22% di obesi, si salvano solo i marines con l’8%). Una catastrofe umana ma anche economica: 327 miliardi di dollari spesi ogni anno per il diabete, 351 per le malattie cardiovascolari: calcolando le perdite produttive, il sovrappeso costa all’America il 9% del Pil. Ma non si muove nulla, nemmeno a sinistra. Maher la paragona all’odiata lobby delle armi: «I liberal? Sono la Nra della maionese».
Il corriere della sera, 20 settembre 2019