SULLA CRISI DELLA FABBRICA RWM

LA PROPOSTA DELLA CSS: LAVORIAMO INSIEME PER UNA SOLUZIONE INTELLIGENTE E DURATURA.

LA Confederazione Sindacale Sarda- CSS fa appello al Governo Naz. le e Reg. le, alle forze

politiche di maggioranza e opposizione, ai sindaci del territorio, ai sindacati, ai comitati

pacifisti ed ambientalisti, ai cittadini, ai lavoratori in primo luogo perché si uniscano le forze

per trovare insieme una soluzione intelligente e duratura alla crisi in atto della fabbrica RWM

di Domusnovas, superando la situazione attuale di emergenza per mirare ad una prospettiva

possibile e duratura produttiva ed occupazionale per tutto il territorio del Sulcis.

Non è accettabile una posizione di netta chiusura alla riconversione di questa fabbrica, nata

anch’essa da una ristrutturazione nella quale sono stati investiti importanti risorse pubbliche.

E’ nella natura di questa fabbrica la precarietà sia perché la produzione e la forza lavoro impiegata

dipende dalla grandezza della commessa, come è evidente la recente crescita occupazionale,

quasi tutta a tempo determinato, in ragione della commessa internazionale di 400 milioni. Ma

la sua precarietà sta anche nel ruolo subalterno della stessa produzione, legata in gran parte

all’assemblaggio di moduli e componenti prodotti quasi tutti e provenienti dall’esterno, come

si evince dalla continua richiesta di ampliamento della fabbrica dovuti all’esigenza di dotarsi

di spazi e magazzini per stoccaggio dei materiali da assemblare.

La terza ragione della precarietà di questa fabbrica è di natura geopolitica, in quanto la richiesta

di fornitura di bombe e materiale bellico massivo dipende dalla situazione di guerra nello Yemen

che tutti si augurano venga presto a cessare, come auspicato dalle determinazioni dell’ONU e della

Unione Europea.

Ultima considerazione, ma non secondaria, è la crescita di responsabilizzazione etica e morale della

società sarda, nazionale ed internazionale nei confronti della guerra e del massacro in Yemen che

dal 2015 ad oggi ha provocato 230 mila morti, di cui la metà sono civili, donne e bambini.

Prendersela con i Comitati e le Associazioni di pacifisti e di ambientalisti è veramente una mancanza

di informazione e spesso incapacità o non volontà di affrontare la verità. Questa fabbrica è illegale

per la stessa legislazione italiana ed il Governo Italiano, dopo le prese di posizioni dell’ONU e della

Comunità Europea, ha tardato fin troppo a prendere le decisioni conseguenti.

LE SOLUZIONI CI SONO.

QUALE MIGLIORE OPPORTUNITA’ SOPRATTUTTO OGGI CHE L’EUROPA , LO STESSO GOVERNO ITALIANO

E LA GIUNTA REGIONALE DELLA SARDEGNA SONO ORIENTATE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE,

METTENDO A DISPOSIZIONE INGENTI RISORSE PER CHI VUOLE INVESTIRE IN NUOVE TECNOLOGIE E

RICERCA.

La CSS fa parte del Comitato per la riconversione della fabbrica di Domusnovas e per lo sviluppo

ecosostenibile del territorio del Sulcis, all’interno del Comitato operano 40 associazioni che hanno

dato vita ad un Tavolo Tecnico che da diversi mesi si riunisce con docenti dell’Università di Cagliari per

studiare e proporre soluzioni possibili in alternativa alla fabbrica di bombe. La CSS fa parte di questo Tavolo

e trova interessanti le proposte di investire nella produzione di motori elettrici non solo nel settore

delle auto e nella produzione di pannelli fotovoltaici.

La società sarda non può né deve dividersi tra chi difende e vuole occupazione, ma deve investire

nelle sue migliori intelligenze per assicurare nuovo sviluppo a questa nostra terra .

Il 18 settembre è stato convocato a livello regionale il tavolo di crisi che prenderà in esame la situazione

della fabbrica RWM di Domusnovas. A quel tavolo per ora non sono stati convocati nè il Comitato per la

riconversione della RWM di Iglesias né tantomeno la CSS. Brutto segno.

 

 

Cagliari, 13 settembre 2019                                                                 Il Segretario Generale della CSS

Dr Giacomo Meloni

 

 

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