I SINDACATI SARDI, il giorno dopo
I leaders sinddacali della Sardegna: Francesca Ticca (UIL),Mario Medde (Cisl), Enzo Costa (Cgil).
L’UNIONE SARDA – Politica: Sindacati, appello a Napolitano: «I sardi chiedono una svolta»
Non è finita lì, col corteo dei 60mila a Cagliari: la mobilitazione dei sindacati continua, e bussa alle porte del Quirinale (nel giorno in cui bussa anche Berlusconi, ma per altri motivi) con un appello perché cambino «le condizioni di vita e di lavoro nell’Isola». All’indomani dello sciopero generale, i leader di Cgil, Cisl e Uil preannunciano una lettera che domani sarà spedita a Giunta e Consiglio regionale, ai parlamentari sardi e anche al capo dello Stato. Chiedono lavoro, ma anche un’assemblea costituente per le riforme. Intanto arriva la risposta dalla Giunta, assai criticata nella manifestazione di venerdì: Ugo Cappellacci difende, con l’assessore al Bilancio La Spisa, la Finanziaria 2012, ma apre a un confronto «perché l’Isola si presenti unita al tavolo col Governo». LA LETTERA Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca, segretari di Cgil, Cisl e Uil, soddisfatti per la riuscita della manifestazione di Cagliari, scrivono che il popolo dei 60mila «urla e chiede cambiamento, il lavoro, la fine di privilegi di pochi, e giustizia sociale». A loro giudizio, la manovra ipotizzata dalla Giunta «è del tutto inadeguata ad affrontare i problemi dell’Isola». Poi il discorso si allarga: «Lavoriamo – affermano i sindacati – per una nuova fase della Sardegna e per rompere la dipendenza della politica sarda». L’auspicio è che «la sovranità e l’autogoverno si avvalgano di capacità, sobrietà, passione e ideali. L’Assemblea Costituente del popolo sardo, eletta dai sardi e rappresentativa di tutti i territori, è indispensabile per rilanciare sviluppo e autogoverno», e «per negoziare poteri e risorse con l’Italia e l’Europa». LA GIUNTA «Chi era in piazza a esprimere disagio ha buoni motivi», risponde Cappellacci: «Dobbiamo ascoltarli e intensificare ogni sforzo. Ma molti temi riguardano il rapporto col Governo: faccio appello perché la Sardegna unisca le energie e parli con una sola voce. Sono disponibile a un confronto con le forze politiche e sociali». Possibile un ordine del giorno consiliare sulla crisi. Cappellacci spera che il cambio di Governo porti nuove prospettive: «Non per l’uscita di scena di Berlusconi, ma per quella di alcuni ministri nordisti, come Calderoli e Tremonti. Il loro atteggiamento ostile al Sud ha bloccato le vertenze rilevanti per l’Isola». La Spisa entra nel dettaglio della manovra: «Tiene conto dei vincoli imposti dall’Europa. Possiamo spendere circa 400 milioni in meno. Che senso ha accusare la Regione?». I sindacati, per l’assessore, dimenticano che «non tagliamo le spese per il piano del lavoro, l’istruzione, la ricerca, le infrastrutture». E si finanziano continuità territoriale e metanizzazione: «A chi serve – chiede La Spisa – una polemica fatta di noiosi slogan e incredibili vuoti di memoria?». I PARTITI Dal Pd, la vicesegretaria Francesca Barracciu invita Cappellacci a dimettersi: «La totale assenza di politiche di rilancio del suo governo rischia di ridurre la Sardegna sul lastrico». Per il deputato democratico Paolo Fadda, «come il Pd nazionale va contro i suoi interessi, rinunciando a una vittoria elettorale per il bene del Paese, così nell’Isola maggioranza e opposizione devono ascoltare la richiesta del corteo dei 60mila: unirci per dare risposte alla crisi». Carlo Sanjust (Pdl), consigliere della commissione Bilancio, auspica sulla manovra «un’opposizione non demagogica. Giusta l’iniziativa dei sindacati, ma colpisce veder sfilare alcuni che negli ultimi anni sono stati spesso al governo dell’Isola: le responsabilità sono diffuse». «Grande rispetto per la manifestazione» anche dal capogruppo dei Riformatori Pierpaolo Vargiu, «spero che spinga tutta la politica a un cambio di passo: ma dare ogni colpa all’attuale Giunta è ingeneroso, e anche poco utile». Giuseppe Meloni
By Bradley Colosimo, 25 novembre 2011 @ 14:26
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