Papa Francesco ed i suoi preti …, di Daniele Madau
L’EDITORIALE DELLA FONDAZIONE, della DOMENICA
Sul volo che lo riportava da Panama, ringiovanito dal bagno nella giovane marea umana della giornata mondiale della gioventù – eredità di Giovanni Paolo II tra le più vitali per la chiesa -, Papa Francesco ha nuovamente sorpreso, stupito e quasi lasciato senza parole i giornalisti presenti e, non appena le sue parole sono volate attraverso l’etere, tutti i fedeli.
Da uomo di fede pienamente maturo e attento alle necessità dei tempi, infatti, ha aperto all’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole, ha poi spiegato perché ha permesso ai sacerdoti, e non soltanto ai vescovi, di perdonare il più grave peccato per la moralità cattolica, e cioè l’aborto; a questo si aggiunge la recente apertura della chiesa sull’ isterectomia.
In ultimo, e questo rientrà però nella normalità del pontificato del “papa venuto dalla fine del mondo”, Francesco ha spiegato perché a breve riunirà i presidenti di tutti gli episcopati nazionali in un “vertice sugli abusi” che, in Vaticano, è stato anticipato dalla creazione della Conferenza Episcopale Italiana per la Tutela dei Minori.
Il vertice dovrà indicare azioni concrete ai vescovi e analizzare lo stato del dramma. Cadute nel dimenticatoio le accuse, apparse subito quasi risibile e meschine, di Viganò, Francesco si sta dimostrando il Pietro capace di condurre la chiesa dentro la modernità, facendole recuperare almeno una parte di quei 200 anni che il Cardinal Martini vedeva come differenza tra la mentalità del mondo e quella ecclesiastica.
Eppure Bergoglio ha nemici sia tra gli ultraconservatori sia tra gli ultraprogressisti (se non fosse fuori luogo da tutti i punti di vista, varrebbe per lui il “molti nemici molto onore”): i primi arrivano a vederlo quasi come un anticristo corruttore, i secondi si attendevano riforme radicali che, oggettivamente, ancora non possono vedere la luce.
Eppure gli Angelus della domenica sembrano essere rivolti alla piazza ormai dimezzata, eppure le chiese non sono rinate o non sembrano rivitalizzate: al contrario sono ancora sempre vuote.
Non è proselitismo, però, quello che vuol fare Francesco. Giustamente aggiungerei. Col suo piglio da prete di strada con le maniche arrotolate, con la concreta saggezza che ti dà il contatto con le ferite della vita, con la giusta pensosità e profondità di chi sa che anche la Chiesa non è immune dalla senescenza, sembra avere uno sguardo puro per andare al cuore delle cose. Analizziamole.
Come dimostra l’atteggiamento della CEI, spesso antigovernativo, siamo ormai lontani dall’ imbarazzante, e peccaminoso, asservimento notato in alcuni degli anni passati e questo atteggiamento, che Bergoglio vuole proseguire senza titubanza, è il segno di una laicità matura del Vaticano.
Le aperture equilibrate nei confronti della morale sessuale, non stravolgono la tradizione ma mostrano una chiesa dal volto accogliente e dal discernimento e buon senso come attitudine.
L’attenzione ai giovani, laddove tante altre istituzioni neanche si sporcano le mani nell’educazione, oltre a garantire il futuro della Chiesa ne irrobustisce l’autorità (rimarrà memorabile l’indicazione ai ragazzi di Panama di avere Maria come “influencer” )
In ultimo, l’aver tenuto la luce accesa sulla nefandezza della pedofilia, ha fatto sì che la Chiesa rispondesse all’unico imperativo morale inderogabile: quello di preservare il senso ultimo del Vangelo, come buona notizia per gli ultimi e gli indifesi; e questo sembra essere, davvero, la finalità ultima di papa Francesco.
In uno dei suoi discorsi più duri Gesù grida «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!»
L’ultimo passo ora, dovrebbe essere quello di privare i sacerdoti di ogni aura sacrale e rendere più semplice – oserei dire immediata – la consegna dei colpevoli di abusi alla giustizia secolare, senza aumbigui momenti di penitenza personale in reconditi conventi.
A un altro livello, invece, si dovrebbe riformare la struttura dei seminari e il cammino vocazionale: di questo sembra che si occuperà il vertice coi presidenti delle conferenze episcopali; in ogni caso finché resterà Bergoglio, quel faro sul dramma della pedofilia non si spegnerà.
Cagliari, 17 febbraio 2019