«Storia eliminata per ignoranza», di Valentina Santarpia
L’ira degli studiosi: “ La storia è la base del diritto di cittadinanza, un cittadino capace di giudizio deve avere una conoscenza storica”.
La storia fa parte del presente, e senza la consapevolezza di ciò che è accaduto non daremmo un senso alla nostra scena politica e sociale». E furioso Fulvio Cammarano, presidente della Società per lo studio della storia contemporanea, una delle associazioni di storici che hanno firmato l’appello per salvare la storia all`esame di maturità. Sembrerebbe tema di nicchia, da intellettuali da salotto: e invece il breve comunicato con cui gli studiosi chiedono che sia rivista la scelta di eliminare la traccia di storia tra quelle previste per lo scritto dell’esame di Stato, invocando un incontro col ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, è stato letto e condiviso da migliaia di persone online nel giro di due giorni.
«Un errore politico da riparare», tuonano in molti, attribuendo al governo gialloverde la responsabilità. “Non è questione di governi – precisa Cammarano – anche perché Bassetti ha avallato una decisione della commissione che si era già insediata (quando la ministra era Valeria Fedeli ndr), e che all’interno non aveva neanche uno storico.
Parliamo di una tendenza degli ultimi dieci anni, in cui la storia soffre di schizofrenia: da una parte assistiamo al successo di programmi di intrattenimento e fiction basati sulla storia, dall’altra vediamo che la storia com’era un tempo, quella che aveva peso politico, sta scomparendo». Colpa anche del disinteresse degli studenti, che negli anni hanno scelto a malavoglia e con poche eccezioni il tema di storia? «ll tema di storia era svolto dall”1% degli studenti», conferma il presidente della commissione che ha rivisto l’esame, il linguista Luca Scrianni, che difende la scelta: “la storia non sparirà del tutto: sarà una delle tracce di italiano possibili e sarà presente di anno in anno nella proposta che farà il ministero. E’ una materia centrale per la formazione dei ragazzi ~ ammette ~ ma bisognerebbe rafforzare le competenze e provvedere prima. perché i candidati la scelgano».
Marketing della didattica? «Non stiamo parlando di fenomeni commerciali – sbotta Andrea Giardina, presidente della Giunta centrale per gli studi storici. Non è che se il prodotto non tira, allora lo tolgo dal mercato. La risposta corretta non e eliminare il tema di storia, ma chiedersi perché viene scelto poco, aumentare il numero di ore di insegnamento. incentivare i ragazzi a studiarla. Ad esempio puntando sulla public history, la divulgazione fuori dagli ambienti accademici.
Tanto più che gli spazi vuoti lasciati dalla storia sono sempre più riempiti dalle storie, false, inventate da dilettanti: fenomeno inquietante». E sostenuto dalla delegittimazione delle autorità in materia: «Spesso sono filosofi e letterati a insegnare storia ~ ammette Stefano Gasparri, presidente degli storici medievalisti . Dobbiamo riportare gli storici in cattedra ln una società smemorata come la nostra, priva di ancoraggio col passato, colpire la storia mi sembra un fatto grave».
Ce l’ombra del complotto contro la storia e la consapevolezza che ne deriva? «No, non penso proprio che ci possa essere la volontà di manipolare — dice Simona Colarin, per 10 anni docente di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma – è solo una questione di ignoranza, incuria. E sembra quasi normale, purtroppo, che in un Paese che non dedica grandi risorse all’educazione si arrivi a sostenere che la storia non ha importanza››.
La prova di maturità, dunque, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso della protesta: «Non penso che sia un esame, tra l`altro piuttosto screditato, il momento qualificante dell’apprendimento – conferma la professoressa Chiara Frugoni, già all’università di Pisa, Parigi, Roma. Gli studenti non sono computer, dove vedi se un programma gira bene: la storia va insegnata, bene e durante tutto l’anno, per sviluppare il senso critico».
Ma perché la storia è cosi importante?
«Non c’e società del mondo che non abbia un rapporto col passato ¬ spiega Luigi Migliorini Mascilli, presidente della Società per lo studio della storia contemporanea – anche nelle vite singole ricapitoliamo quanto ci è accaduto perche siamo il frutto di quegli eventi. La storia è la base del diritto di cittadinanza, un cittadino capace di giudizio deve avere una conoscenza storica».
By Mario Pudhu, 1 dicembre 2018 @ 17:18
Resone tenet custu Luigi Migliorini Mascilli a nàrrere chi «La storia è la base del diritto di cittadinanza» e chi «un cittadino capace di giudizio deve avere una conoscenza storica»!
Ma ite tiat nàrrere si ischiat chi s’iscola italiana at coltivadu e coltivat s’ignoràntzia de nois Sardos?! Un’iscola istranza colonialista chi nos at diplomadu e laureadu a ignorantes de s’istória nostra, chi no ischimus mancu chie semus e ne inue zughimus sos pes e ne in manos de chie semus (salvu su pagu interessamentu personale, fora de s’iscola, coment’e istudentes o coment’e docentes, si puru bi est).
No pro àteru – o nessi pro cussu puru – sos Sardos semus iscallaus, fusi, evaporados, cittadini de vattelapesca, e in cantu a sos «giudizi» semus de cudhos chi tutto fa brodo, su chi est tip est tap, totu est su própriu, su chi faghet trinta faghet baranta.
Ma bidu l’azis a sos politici sardi (sardi?!) cantu lis interessat chi sos istudentes sardos connoscant s’istória? Sunt sos politici sardi de sa Sardigna tabbú, ca sinono no est abberu chi no si podet fàghere nudha fintzas chentz’àere cumpeténtzia primària coment’e RAS in chistiones de istúdiu e de programmas.
Proite sa RAS no ponet una équipe chi produat unu manuale de istória de sa Sardigna chi potat serbire a sos docentes pro formatzione personale e fintzas pro ndhe bogare chentza dificurtade unu mínimu elementare de letziones pro sos alunnos issoro e serbire fintzas diretamente a istudentes de iscolas superiores?
Sos Docentes sunt fizos de un’iscola assurda e infame e agatant difítzile (si puru tenent un’idea e bona volontade) a s’imbèrghere in su mare de sa sagística pro tènnere elementos adatos e bastantes pro fàghere letzione a sos iscolanos issoro. E sa RAS tiat fintzas pòdere finantziare s’agiornamentu de sos Docentes pro no sighire a fàghere nois etotu un’iscola assurda pro citadinos de vattelapesca.