Per un repertorio pubblicistico di Antonio Romagnino. Si parte dall’Almanacco di Cagliari, il magnifico annuale giunto purtroppo al suo capolinea, di Gianfranco Murtas
Onorare la figura di intellettuale a tutto tondo di Antonio Romagnino, ora che siamo già all’indomani del centenario della sua nascita e che molto è stato fatto od avviato per consegnare al meglio la sua memoria alle nuove generazioni che ci raggiungono nel tempo e arricchiscono di nuove potenzialità questo nostro capoluogo regionale, mi impegna a cercare di stendere, nei limiti del mio possibile, una sua scheda bibliografica, specificamente mirata però alle collaborazioni con la stampa periodica oltre che con quella quotidiana (in specie con L’Unione Sarda). A far completo l’elenco (includendo cioè L’Unione) dovremmo forse superare i diecimila pezzi, spalmati di almeno cento testate diverse.
Così come feci anni addietro con i libri, schedandoli e dettagliandone i contenuti in diversi articoli apparsi nel sito di Fondazione Sardinia, vorrei da qui in poi, ogni qualche tempo, procedere con lo spoglio intanto delle riviste sarde, offrendo così un contributo di base allo specialista che mi auguro un giorno voglia lavorare approfonditamente alla vasta e complessa produzione appunto pubblicistica, oltre che letteraria, del professore, e ricavare anche da essa nuovi elementi biografici.
In questa prima rassegna mi riferirò alla collaborazione, protrattasi per una trentina d’anni, e con puntualità quasi perfetta, offerta da Romagnino all’Almanacco di Cagliari ed a Sardegna Fieristica, le due riviste annuali che costituiscono il miglior vanto culturale ed editoriale della prolungata offerta di Vittorio Scano.
La collaborazione all’Almanacco di Cagliari
L’Almanacco uscì per la prima volta nel 1966. L’idea originale fu quella di affidarne la distribuzione – che doveva essere gratuita – non agli sperimentati canali commerciali, edicole o librerie che fossero, ma agli inserzionisti provveduti dal direttore-editore di un numero cospicuo di copie per il gratificante omaggio alla rispettiva selezionata clientela.
Nella sua prima uscita – appunto edizione 1966, la stampa effettuata presso lo stabilimento tipografico editoriale Guido Fossataro al civico 5 di vico secondo XX settembre nel dicembre 1965 – esso portava la firma, quale responsabile, di Angelo Abis e, in quanto all’elaborazione grafica, di Franco Melis e Franco Marini. Il terzetto ritornò tale e quale nell’edizione 1968, mentre in quella intermedia la responsabilità di legge se l’assunse Giorgio Scano. Questa toccò nel 1969 a Giovanni Pala, nel 1970 e nel 1971 a Fausto Sardu, nel 1972 e fino al 1979 a Mario Girau, con l’eccezione del 1973 ad Andrea Nissardi. Dal 1980 la firma divenne, anche formalmente, quella di Vittorio Scano (autore, con diversi pseudonimi, anche di innumerevoli articoli nell’indice), e la stampa fu gradita fatica della Litografia Aldo Trois (in via S. Salvatore da Civita), che la ricevette dalla Fossataro intanto trasferitasi dal 1970 in viale Elmas.
La storia dell’Almanacco di Cagliari è nei suoi numeri. Meriterebbero essi di essere completamente schedati – purtroppo le rilevazioni dell’OPAC sono sì ampie ma parziali – e dalla sequenza delle 52 edizioni, ricavandosene circa 5.000 articoli, si potrebbero dedurre un centinaio almeno di ideali collane tematiche strettamente riempite, ciascuna di esse, nella sequenza di sei-sette e più anni qui o là nell’arco lungo delle uscite semisecolari; pari opportunità offrirebbe, la serie completa, di registrare le “carriere” degli autori scelti fra gli accademici ed i giornalisti in forza ai quotidiani o alle televisioni, alla RAI o gli uffici stampa, ed ancora fra i cultori e gli archivisti professionali… Numerosi di questi autori (quasi seicento in tutto!) potrebbero confezionare un proprio book soltanto riunendo i contributi da essi forniti alla rivista.
Il primo articolo di Antonio Romagnino uscì nel 1972. Nei sei anni che precedettero questo esordio, l’Almanacco poté contare su un pugno di firme di altissimo rango (e resistenti nel tempo avvenire) – a partire da Francesco Alziator e Nicola Valle – e su altre del pari autorevoli seppure diversamente vocate, da Antonio Ballero a Paolo De Magistris, da Marcello Serra a Mario Delogu e Mario Pintor. Vennero in crescendo i contributi, che sarebbero stati poi pressoché fissi per lungo tempo anch’essi, di Luigi Cherchi ed Enrico Endrich, di Angelo Carrus e Sergio Serra, di Giuseppe Podda, Remo Concas e Flavio Siddi ed Antioco Piseddu, personalità tutte egregie del giornalismo e dell’amministrazione, della Chiesa e della cultura.
Se il primo scritto, voluto proprio in apertura della prima edizione come omaggio allo scrittore scomparso pochi anni prima, d’un barbaricino così legato alla città capoluogo, è di Salvatore Cambosu, figurano nelle edizioni iniziali articoli di tema cagliaritano dovuti ad autori come Guido Piovene, Carlo Aru, Filippo Figari, Pietro Leo, e poi a valanga crescente Mario Faticoni, Giuseppe Della Maria, Marco Pala, Maria Luisa Frega, Fulvio Duce, Paolo Pais, Miriam Cabiddu, Gesualdo Pellegrini, Marco Masala, Alberto Aime, Marcello Marchi, Gaetano Gugliotta, Giovanni Serra, Dino Sanna, Leo Neppi Modona, Marco Lai, Marco Sechi, Edoardo Lobina, Rinaldo Botticini, Antonio Cao, Carlo Angioni, Carlo Onali, Carlo Melis, Giorgio Loi, e altri ancora.
Già dai primi anni ’70 la direzione abbraccia la scelta di affidare ad alcuni dei collaboratori l’approfondimento, numero dopo numero, di uno stesso tema, si tratti una volta delle famiglie nobili dell’Isola o delle chiese storiche del territorio, delle opere pie di solidarietà o dei monumenti, o delle strade di maggior passato e d’un oggi magari tutto commerciale. Verranno le rassegne fotografiche della città dell’Ottocento o della belle époque, o quelle delle visite reali a Cagliari, e si tratterà allora di un pregio ulteriore della rivista, capace di diffondere, attraverso le immagini di luoghi e personaggi, il sentimento e il gusto della storia avita…
Ad Antonio Romagnino viene affidata, o con lui si concorda, all’inizio e per un decennio circa, un tour fra le scuole, superiori e no, del capoluogo (naturalmente partendo dal suo Dettori, il Dettori della storia nella Marina – quello frequentato da ragazzo – e il Dettori della più prossima attualità, che l’ha visto docente apprezzatissimo di italiano e latino. Seguiranno i profili di personalità pubbliche della città (i cagliaritani illustri biografati anche dagli Amici del libro, di cui il professore è intanto divenuto il presidente, succedendo a Nicola Valle), quelli dei maggiori scrittori isolani, ecc.
Ecco di seguito il regesto completo (titoli, occhiello e sommario):
1 – Il ciclo delle scuole cittadine
1972 – … ma Gramsci ha studiato da noi: il Dettori ha più di cento anni [Fondato nel 1859, il liceo è stato sempre considerato una scuola d’élite. In realtà, accanto ai rampolli delle più note famiglie cittadine, nel corso dei decenni, vi hanno conseguito la maturità allievi provenienti dalle più diverse classi sociali. E’ vero invece che buona parte degli ex studenti son diventati delle personalità in campo politico, artistico, economico e delle professioni liberali]
1973 – La fabbrica delle maestrine: la “magistrale” attraverso i decenni
1974 – Come si costruisce un ragioniere: i cento e più anni dell’Istituto Tecnico Pietro Martini
1975 – L’Istituto Tecnico Agrario: una vecchia scuola cagliaritana
1976 – E tu dove hai studiato? Al Siotto Pintor! [La scuola trae origine dal Collegio San Giuseppe, sorto nel 1641, ed ha una storia molto ricca. Nell’arco di tre secoli, ha subito diverse trasformazioni, assumendo nel 1951 l’attuale fisionomia di ginnasio-liceo]
1977 – La fabbrica dei lupi di mare: una scuola cagliaritana poco conosciuta, l’Istituto Nautico [E’ intitolata alla “Beffa di Buccari”, conta oltre cinquecento allievi e prepara alle professioni di capitano di lungo corso e di ufficiale di macchina]
1978 – Il tecnico diplomato: passato e presente dell’Istituto Industriale [La scuola ha alle spalle una lunga e tortuosa vicenda. E’ allogata in un edificio vecchio di secoli, ma vanta un’attrezzatura di prim’ordine. Trascurata per lungo tempo, è oggi frequentata da quasi tremila studenti che aspirano a diventare periti edili, elettrotecnici o meccanici]
1979 – Lo studente in divisa: risalgono al 1600 le origini del “Convitto Nazionale” [Per la verità l’abbigliamento di tipo militare è stato abolito da oltre un decennio; cionondimeno, la scuola conserva lo stile di sempre, improntato a serietà e severità]
1980 – A scuola nella casa di don Bosco: l’Istituto Salesiano opera a Cagliari da quasi settant’anni [Fondato nel 1912, ha contribuito in maniera sostanziale allo sviluppo civile della nostra società]
1983 – La matematica innanzitutto! : inizia nel 1923-24 la storia del liceo scientifico “Pacinotti” [Nell’arco di un sessantennio la scuola ha dovuto affrontare numerose difficoltà: dall’insufficienza dei locali alla scarsità delle attrezzature, lo sfollamento, il drammatico dopoguerra, la contestazione studentesca. Tuttavia ha saputo conquistarsi un solido prestigio, contribuendo a modificare la mentalità della borghesia cagliaritana legata da sempre alle discipline umanistiche]
2 – Il ciclo delle personalità di studio e pubbliche
1984 – L’ingegnere umanista: un illustre personaggio della cultura sarda tra Ottocento e Novecento, Dionigi Scano [Nato a Sanluri nel 1867 e morto a Cagliari nel 1949, non si limitò a svolgere l’attività professionale ma nutrì la sua lunga vita di interessi profondi per l’arte, la letteratura e la storia dell’Isola. Di lui ci rimangono alcune opere che, nonostante il procedere della ricerca, costituiscono ancora oggi altrettanti punti di riferimento per gli studiosi]
1985 – La chimera della cattedra: Raffa Garzia, un letterato cagliaritano della prima metà del Novecento [Dotato d’una grande cultura spaziò in diversi campi, accoppiando agli studi un’intensa attività giornalistica, e raggiungendo risultati quanto mai brillanti. La varietà degli interessi gli precluse, però, la possibilità di realizzare quello che fu il sogno di tutta la sua vita: l’insegnamento universitario]
1986 – La corte dei miracoli: “Sul filo della memoria”, l’ultimo libro di Paolo De Magistris che disegna una radiografia a Castello negli anni precedenti la seconda guerra mondiale [Il volume è una carrellata di personaggi ai margini della società; ma, dall’umanissimo ritratto di esseri deformi e macchiette emerge il quadro del quartiere-spettacolo]
1987 – Alziator/ L’uomo
1989 – Lo studioso irredentista: ricordo di Domenico Lovisato, il grande patriota e scienziato istriano per cui la Sardegna fu una seconda patria [Durante la sua intensa vita, abbinò la battaglia ideale per la riunificazione della sua terra all’Italia con la passione per le ricerche geologiche che effettuò soprattutto nella nostra isola. Fu docente dell’Università di Cagliari dal 1886 al 1916, anno in cui morì]
1991 – Avvocato di una regione derelitta: Alberto Lamarmora, il piemontese che nitrì un profondo amore per l’isola [Nato a Torino nel 1789 e formatosi alla scuola militare di Saint Cyr, trascorse oltre tredici anni in Sardegna della quale indagò con severità e rigore scientifico tutti gli aspetti: dalla geologia alla zoologia, la storia, l’archeologia, le tradizioni popolari. Un lavoro immenso di cui sono testimonianza il “Voyage” e l’ “Itinéraire”, due opere monumentali che, per la prima volta, richiamarono su di noi l’attenzione dell’Europa. Un merito straordinario cui si accompagnò la puntuale difesa della nostra terra in sede parlamentare]
1992 – Tra due poli: Giuseppe Sanna Sanna, un personaggio di primo piano dell’Ottocento sardo sul cui giudizio gli storici sono ancora divisi [Nato ad Anela nel 1821, si trasferì a Cagliari dove conseguì la laurea in legge e che elesse a sede delle sue molteplici attività. Tenace avversario della camarilla che dominava la nostra città, venne ricambiato con l’accusa di servirsi della politica per fini speculativi. In ogni caso, vera o falsa che fosse questa voce, gli si deve riconoscere una decisa azione a favore della Sardegna svolta in ambito parlamentare e come promotore della “Gazzetta Popolare”]
1993 – Fede rigorosa e lucida razionalità: un intellettuale sardo d’eccezione, monsignor Agostino Saba [Nato a Serdiana nel 1888 e morto settantaquattro anni dopo, studioso profondo e personalità di statura nazionale, ha lasciato circa cento opere tra le quali le celebri “Storia dei papi” e “Storia della Chiesa”. Nondimeno, sul suo nome è caduto un ingiusto oblio]
1994 – Ricordo di un patriarca: Mario Pintor, il pubblicista che ha dato voce alla cagliaritanità [Nato nel 1897 e deceduto a quasi novant’anni, uomo probo e ricco di valori umani, ha scritto innumerevoli articoli rivolti a stimolare la conoscenza della città indagata in tutte le componenti: storia, strade, piazze, chiese, personaggi illustri, macchiette, folclore. Un lavoro sterminato, distribuito nell’arco di vari decenni e basato su ricerche minuziose, che prova il profondo amore dell’autore per il luogo natio]
1996 – Scandalo tra vasi e alambicchi: nel secondo Ottocento, il mondo degli speziali cagliaritani fu messo a rumore dalla clamorosa vicenda di padre Antonio Daga [Il frate, chimico provetto, dirigeva la farmacia annessa al convento di Santa Rosalia che era frequentata da una vasta clientela. Ma, ad un certo punto, ruppe coi superiori, lasciò l’Ordine e s’impadronì della “potekaria” che, successivamente, per oltre sessant’anni, sarà gestita dalla sua famiglia]
1997 – Un uomo poliedrico: Nicola Valle, l’illustre cagliaritano che, dagli anni Trenta, ha dominato la scena dell’intellettualità cittadina [Profondamente erudito, ha legato il suo nome soprattutto a due iniziative da lui promosse nell’immediato dopoguerra: l’associazione “Amici del libro” e la rivista “il Convegno”. Grazie ad esse, svolse una ricchissima attività culturale, fece conoscere gli artisti isolani e valorizzò gli aspetti più interessanti della tradizione regionale. Predilesse la musica, ma ciò non gli impedì di misurarsi felicemente con la saggistica e scrivere pagine nelle quali rivela doti da grande scrittore. Un personaggio a tutto tondo che merita d’essere ricordato con ammirazione]
1998 – Aperto verso tutti i campi dello scibile: Filippo Vivanet, uno tra i maggiori intellettuali cagliaritani dell’Ottocento [Fu architetto, docente universitario e soprintende alle antichità isolane. S’interessò di archeologia, storia, arte e letteratura, dimostrando in tutti i campi specifiche competenze. La sua multiforme attività ebbe come fulcro un amore sviscerato per l’isola di cui studiò le vicende e che difese a spada tratta contro la pubblicistica francese. Morì in città nel 1905]
1999 – Talpa d’archivio: ricordo di Giuseppe Della Maria, uno studioso cagliaritano tanto schivo quanto efficace e penetrante nella ricerca [Pur essendo laureato in veterinaria, nutrì una grande passione per le tradizioni popolari e la storia della Sardegna. Entrambe furono da lui indagate per lunghi anni e con acume non comune, come dimostrano i numerosi lavori che ci ha lasciato. Tuttavia, il suo nome è legato soprattutto a due opere destinate a durate nel tempo: il “Nuovo bollettino bibliografico sardo” e “Storia e scritti de l’Unione Sarda”]
2000 – Ichnusa svelata!: “Bibliografia Sarda” di Raffaele Ciasca, un’opera fondamentale per conoscere la Sardegna [Stampata nel 1931-34 ed articolata in cinque volumi, contiene l’indicazione di tutto ciò che era stato scritto sull’isola a partire dal Medioevo. In tutto, ben 21449 titoli, elencati seguendo l’ordine alfabetico degli autori, e divisi anche per materie. Gli studiosi si ritrovarono così un formidabile strumento d’indagine, ampiamente utilizzato ancora oggi per ogni tipo di ricerca storica riguardante la nostra terra. Eppur, l’artefice di quest’immane fatica è quasi totalmente dimenticato]
2001 – Resuscitati tramite la poesia: novantanove cagliaritani passati all’altra vita tratteggiati da Beppe Fanni nel volume “E subito fu… la quiete di Bonaria” [L’autore, nato in città ma da molti anni residente a Pisa, con i suoi versi fa riemergere dall’oblio una carrellata di personaggi, illustri o meno, che hanno caratterizzato il capoluogo isolano nei decenni a cavallo della seconda guerra mondiale. Da Francesco Alziator al barbone Evento, passando per Francesco Cocco Ortu, Salvatore Cambosu, Marcello Serra, Renzo Laconi, Alberto Boscolo, Nicola Valle, ecc.]
2002 – Tra scienza e umanesimo: un intellettuale sardo di grande spessore, Pietro Meloni Satta [Nato ad Olzai nel 1840 e laureato alla terza guerra d’indipendenza, abbracciò la carriera accademica e divenne professore straordinario di patologia generale della nostra Università. Impegno condiviso con una spiccata vocazione per letteratura, storia ed archeologia della Sardegna. Il tutto senza voltare le spalle ai fermenti che giungevano dall’esterno: secondo lui, infatti, il rinnovamento dell’isola doveva andare di pari passo con quello in atto nell’intera Italia. Autore di molte pubblicazioni, che ne riflettevano i multiformi interessi culturali, donò la sua biblioteca al paese natale. Morì nel 1922]
2003 – Le sette note nel sangue: in due saggi di Myriam Quaquero la storia dei Rachele, una famiglia cagliaritana dedita alla musica [La sua vicenda comincia nel 1834 quando Giovanni, che era nato a Parma, approda in città. I suoi discendenti saranno in larga misura strumentisti e presteranno la loro attività al Teatro Civico e nella Cappella Civica. Ma a raggiungere i maggiori risultati fu Luigi, compositore e direttore d’orchestra, che morì nel 1949]
2004 – Cento anni di bellezza stile ed eleganza: l’Antica Orologeria Candido Operti è attiva a Cagliari da un secolo [Fondata all’inizio del Novecento nel largo Carlo Felice, dopo qualche anno trasferì la sua sede in corso Vittorio Emanuele. Nel 1943 il passaggio in via Roma dove ha progressivamente consolidato il suo prestigio ed acquisito una clientela raffinata]
2005 – Una tonaca tra la gente: don Mosè Farci, lo straordinario sacerdote che ha lasciato a Cagliari ricordi indelebili [Originario di Sestu, ai primi del Novecento si trasferì nella nostra città dove esercitò il suo ministero per circa mezzo secolo, prima in Castello e poi come parroco a San Lucifero. Uomo di grande fede, disdegnava gli orpelli e preferiva instaurare uno stretto rapporto con i fedeli, a cominciare dai più umili. Favorito in ciò dalla giovialità del carattere che gli permetteva di ricorrere con frequenza a battute dialettali. Un atteggiamento che lo rese popolarissimo. Tra le sue tante benemerenze, l’attività filodrammatica finalizzata all’educazione dei giovani]
La collaborazione con Sardegna Fieristica
Non è granché diverso il discorso da farsi riguardo alla collaborazione di Romagnino a Sardegna Fieristica, che dell’Almanacco di Cagliari ha costituito, per svariati decenni, la replica di primavera (fra marzo e maggio), ma che ha avuto anche la sorte di anticipare di quasi un lustro l’Almanacco.
Fondata nel 1962, la rivista aveva a sua volta seguito e in parte accompagnato La Fiera Illustrata, periodico “ufficiale” della Fiera Campionaria della Sardegna che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel 1957. Dapprincipio usciva anch’essa, sotto la gerenza di Giorgio Scano, con un formato cosiddetto elefante (quello stesso della Fiera Illustrata e di giornali periodici come Sassari Sera) in contemporanea con l’importante manifestazione-mercato del viale Diaz di cui soltanto nelle prime annate – o meglio fino al 1977 – pareva impegnata ad illustrare, con lunghi servizi, le caratteristiche e proposte merceologiche ed economiche, fra produzione ed export, espandendosi poi in approfondimenti sulle specificità delle realtà locali isolane. Ecco così i focus sulla petrolchimica in affermazione a Porto Torres e Assemini, sulla SARAS e sulle Tessili Sarde Associate e la SNIA di Villacidro, la centrale di Portovesme e gli stabilimenti (sciagurati) di Ottana, e naturalmente il turismo, soprattutto costiero, in rapido sviluppo fra la Gallura olbiese e Santa Margherita di Pula, le questioni ambientali e quelle dell’artigianato artistico, ecc. A crescere le firme, dopo i primissimi anni di anonimato: ecco Alziator e Valle, Serra ed Endrich e numerosi altri intellettuali e giornalisti per temi ora di storia ora di letteratura.
Già dalla fine degli anni ’60 e in modo più marcato appunto dal 1977 e ancora in progress, la rivista aveva opzionato un impianto di giornalismo colto tale da pareggiare, per la varietà dei temi e l’approccio di scrittura, l’Almanacco di cui replicava anche la grafica seppure su un più largo foglio patinato andato infine anch’esso al colore).
La firma di Antonio Romagnino compare per la prima volta su Sardegna Fieristica nel 1980. La larga prevalenza dei suoi articoli riguarda i profili biografici di personalità eccellenti della cultura sarda, talvolta prendendone lo spunto da pubblicazioni uscite di recente. Questo è il repertorio della sua presenza.
1 – Fra scuole, libri e natura
1980 – Ora et labora! : il Centro Professionale “Mons. Piovella” di Selargius, un istituto d’avanguardia per la formazione dei giovani destinati al mondo del lavoro [La scuola, che ha cominciato a funzionare nel 1968 ed è gestita dai Salesiani, ospita circa 300 allievi suddivisi in tre corsi: radiotelevisione, meccanica, elettricità. Il fine è quello di dare ai giovani una preparazione specifica proporzionata alle esigenze del nostro tempo e un’educazione morale in assonanza con i principi del cristianesimo]
1982 – Non sparate sullo scrittore: il più discusso libro sul banditismo isolano: “Caccia Grossa” di Giulio Bechi [Una rilettura del volume che, sin dalla prima edizione del 1900, fu oggetto di pesantissime critiche da parte di meridionalisti, uomini politici e giornalisti, ci consente oggi di formulare un giudizio molto più sereno. L’autore non volle celebrare la repressione messa in atto dal potere ma radiografare la drammatica situazione dell’ordine pubblico in Sardegna nella seconda metà dell’Ottocento. E, nel fare ciò, operò sempre una netta distinzione tra la popolazione, prima vittima dei briganti, e la delinquenza organizzata]
1983 – La cultura come fulcro dello sviluppo: Villanovaforru alla ribalta per l’eccezionalità delle sue realizzazioni [Gli scavi del complesso nuragico di “Genna Maria” hanno offerto al Comune lo spunto per varare un vasto programma rivolto al rilancio del paese: sono così sorti un museo destinato ad ospitare i reperti archeologici ed una palestra coperta per conferenze, proiezioni e spettacoli teatrali. Contemporaneamente si è provveduto a restaurare la chiesa di S. Francesco ed a conferire un assetto organizzativo al lavoro artigianale. Nell’arco di un decennio il piccolo centro della Marmilla ha mutato volto, proponendosi come esempio da imitare]
1984 – Tra storia e natura: “Sardegna l’uomo e le coste”, uno splendido volume edito dal Banco di Sardegna [Valendosi del contributo di numerosi specialisti e di un’eccezionale documentazione fotografica, il libro compie un’esauriente quanto approfondita indagine sull’ambiente naturale della fascia litoranea dell’Isola ed il carattere degli insediamenti umani che vi si sono avvicendati nelle diverse epoche]
2 – Gli illustri signori (e signore)
1985 – I tentacoli dell’intelligenza: ritratto di Nicola Valle, un uomo di cultura che fa onore a Cagliari [Musicista, scrittore e giornalista, ha dedicato tutta la vita allo studio ed alla diffusione delle arti, con particolare riguardo alla produzione locale. Organizzatore di un’infinità di manifestazioni, nell’isola e fuori, è stato anche l’anima dell’associazione degli “Amici del Libro” che, dal 1943, è una fiaccola dell’intellettualità isolana]
1986 – Un tesoro di cultura: la stupefacente collezione che Luigi Piloni ha donato all’Università di Cagliari [Ordinata nel corso di una ricerca durata molti decenni, la raccolta comprende varie centinaia di quadri, manufatti d’artigianato, stampe e carte geografiche. Esposti nei locali dell’ex Seminario, i pezzi costituiscono una documentazione di prim’ordine sull’arte, la storia e l’etnografia della nostra isola]
1987 – Grazia: un enigma esistenziale: un aspetto poco conosciuto della personalità della Deledda [Sin da giovanissima, la grande scrittrice nuorese seppe farsi avanti nell’industria editoriale, operando con la disinvoltura di un consumato “press’agent”. Tuttavia, questa fu l’unica concessione all’esterno. Schiva, visse appartata e fece della sua casa il centro del mondo. Ecco perché, ancora oggi, nessuno è riuscito a scriverne la biografia]
1988 – Tra pietre e documenti d’archivio: ricordo di un grande studioso, Ettore Pais [Nacque in Piemonte nel 1856 ma si sentì sempre profondamente legato alla Sardegna cui lo univa l’ascendenza paterna. E fu proprio questo sentimento che lo indusse ad iniziare la sua carriera interessandosi dell’archeologia isolana. Poi, vennero gli interessi storici nei quali, grazie ad una grande preparazione filologica, raggiunse notevolissimi risultati]
1989 – L’apostolo della libertà: a vent’anni dalla morte di Francesco Cocco Ortu [Sulla scia della tradizione familiare e della lezione crociana, in Parlamento così come nelle altre assemblee elettive e sulla stampa fu un intransigente difensore dei valori politici e morali legati alla democrazia. Ma ebbe anche molto vivo il senso della società verso cui lo spingevano la calda umanità e la fede cattolica. Amò profondamente l’isola e la sua città ed è per questo che tutti i cagliaritani ne considerarono la scomparsa come una perdita irreparabile]
1990 – Fissati nella memoria: la commemorazione dei cagliaritani illustri agli “Amici del Libro”, un’iniziativa di alto livello culturale [Cominciata nel 1989 e proseguita quest’anno l’operazione ha consentito di rievocare trentatré concittadini che nelle varie epoche si sono distinti in tutti i campi: dalla politica alle arti, le scienze, l’impegno civile, la religione]
1991 – Penna tagliente: una singolare figura di giornalista che visse e lavorò a Cagliari dal 1867 al 1914: Giovanni De Francesco [Direttore di due quotidiani – “Il Corriere di Sardegna” e “L’Avvenire di Sardegna” – e di vari periodici, ci ha lasciato numerosissimi articoli, opuscoli e libri nei quali affrontò tutti i maggiori problemi isolani, tracciò il ritratto dei nostri esponenti politici e propugnò la penetrazione dell’Italia in Tunisia. Per gli storici il giudizio su di lui è ancora aperto; tuttavia, fu sicuramente un personaggio fuori dal comune]
1993 – Ricercatore accanito: Enrico Besta, l’illustre studioso lombardo che contribuì a far luce sulla storia medievale della Sardegna [Nato a Tresivio nel 1874 e professore dell’Università di Sassari ad appena ventitré anni, dopo aver superato l’impatto con la lingua locale indagò a fondo la produzione giuridica del periodo giudicale che, in tal modo, da allora, fu inserita tra le fonti del diritto italiano]
1994 – La modestia come distintivo: un volumetto di Sergio Serra apparso recentemente in libreria: “Ville e palazzi della nobiltà in Sardegna-Itinerari architettonici a Cagliari e dintorni” [Edito dalla AM&D, ci presenta venti residenze, ubicate soprattutto nel capoluogo, che dimostrano come da noi le costruzioni civili si siano affermate in ritardo ed abbiano sempre avuto un carattere minore per ragioni politiche ed economiche. L’opera consente, dunque, di risalire alle peculiarità della storia isolana]
1995 – Un decalogo per gli speziali: nel 1773, a Cagliari venne pubblicata la “Pharmacopoea Sardoa” di Giacomo Giuseppe Paglietti [Nato in Piemonte e professore nella facoltà di Medicina della nostra Università, l’autore fu sicuramente stimolato dalle riforme illuministiche promosse dal ministro Gian Lorenzo Bogino. Nacque così l’importante opera che, determinando rigorosamente le sostanze da utilizzare, pose un freno alle manipolazioni arbitrarie nella composizione dei farmaci]
1996 – Demologo, scrittore, poeta: un’altra faccia della poliedrica personalità di Francesco Alziator in un recente volume che contiene i suoi versi
1997 – Come un racconto: le opere di Antonio Fois: uno specchio dove Cagliari riflette la sua bellezza [Monumenti, angoli nascosti, particolari architettonici e paesaggi rivivono negli acquerelli e nei disegni di questo artista che osserva la realtà della città e la trasfigura con impeto lirico]
1998 – Tra un genere e l’altro [Ricordiamo Enrico Costa, lo scrittore sassarese che ebbe un’incredibile vastità d’interessi: storia, narrativa, poesia, archeologia, tradizioni popolari, ecc. Campi nei quali mostrò di possedere una grande erudizione. Tuttavia, la sua amplissima produzione comprende anche molti squarci di creatività. Ce ne offre un esempio il volume “Da Sassari a Cagliari e viceversa”, pubblicata nel 1902 e riproposto recentemente in edizione anastatica]
1999 – Apogeo di cultura: Claudio Varese, un grande italianista sardo
2000 – Divorato dalla passione per la storia: uno studioso cagliaritano di grande statura: Francesco Loddo Canepa
2001 – Sacerdote di valori civili: Gustavo Strafforello, il poligrafo ligure che scrisse anche sulla nostra isola [Nato a Porto Maurizio, Imperia, nel 1820, soggiornò lungamente a Torino dove svolse un’intensa attività pubblicistica inquadrata in quel filone post-risorgimentale che, realizzata nel 1861 l’Unità del Paese, mirava a formarne gli abitanti attraverso la cultura. Tra le sue numerose opere, il volume, edito nel 1895, dove illustra molteplici aspetti della Sardegna: storia, prodotti, industria, commercio, geografia, strade, ferrovie, porti, monumenti, popolazione, ecc. Un lavoro reso ancora più interessante dalla presenza di numerose fotografie]
2002 – Uva, ma non solo: Sante Cettolini, una figura di primo piano in Sardegna tra Ottocento e Novecento [Nato a Conegliano Veneto ed enologo, venne in Sardegna nel 1889 per dirigere la Scuola di Viticoltura attiva a Cagliari da qualche tempo. Sotto la sua guida, si formarono negli anni molti tecnici che contribuirono a modernizzare il nostro mondo rurale. La sua fama, però, va oltre il lavoro didattico. Infatti, oltre a predicare in tutta l’isola, di cui si sentiva figlio adottivo, la modernizzazione dell’agricoltura, studiò a fondo i mali da cui scaturiva l’arretratezza economica della regione e prospettò varie soluzioni per rimuoverli]
2003 – Navi, scaricatori, personaggi illustri ed anche bagnanti: l’editrice Janus ha pubblicato recentemente uno stimolante libro intitolato “Il porto di Cagliari. La Storia e le Storie” [L’opera si articola in quattro saggi di Paolo Fadda, Emanuela Abis, Pasquale Mistretta e Rossana Copez, che ne è anche la curatrice. Contributi che rievocano la millenaria vicenda dello scalo marittimo cittadino e si soffermano su aspetti particolari. In complesso, un lavoro di grande interesse per la notevole documentazione e il ricco corredo delle immagini]