SARDI CHE LASCIANO IL PARLAMENTO ITALIANO

Mauro Pili annuncia: “Lascio Roma ma non abbandono la mia terra”. Gian Piero Scanu:  “Ho pagato per il mio impegno ma non diserto”.

 

 

 

 

 

 

 

 

L’intervento del deputato gallurese GIAN PIERO SCANU, presidente della Commissione uranio impoverito. L’UNION SARDA  30 gennaio 2018.

Sarà perché l’avevo abbondantemente messa nel conto, , mi viene spontneo di viverla come un evento già previsto, del tutto atteso. Non nego che la cosa mi provochi comunque amarezza. Essere stato accuratamente “selezionato per lo scarto”, non è esattamente una cosa esaltante. E ancora meno lo è il vedere sottrarre la possibilità di continuare a lavorare per la propria Terra, nell’esercizio di un “privilegio democratico” talmente elevato ca sfiorare i confini della sacralità.

Ma non sono triste. Anzi, se non corressi il rischio di apparire incline al masochismo, mi verrebbe da dire che son quasi contento. Molto amareggiato ma quasi contento. Non si tratta di un ossimoro, ma della sincera esplicitazione del mio stato d’animo. Credo, infatti, di poter sostenere che la mia mancata candidatura non sia stata generata da colpe e negligenze compiute sul piano della condotta personale o dell’azione politica.

Niente di tutto ciò. Ritengo, viceversa, di aver “pagato” per la mia condizione di apolide rispetto agli schiramenti correntizi presenti nel PD. E per essere stato un “diversamente renziano”, libero ed indipendente, oltreché del tutto indifferente alla seduzione magica del “giglio”. Ma credo che ci sia anche dell’altro. Penso di essere stato “punito”  per la mia attività parlamentare svolta nel corso della legislatura, e particolarmente negli ultimi due anni, nella veste di presidente della Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito. Non è stato “gradito” il lavoro della Commissione. La determinazione nella ricerca della piena conoscenza dei fatti, nelle caserme come nei poligoni di tiro. L’intransigenza rispetto agli interlocutori ed agli apparati. La “velleitaria” volontà di dare al Paese nuove leggi, all’insegna del rispetto della salute e della sicurezza delle donne e degli uomini, oltreché della rigorosa tutela dell’ambiente. Sono stati anni vissuti “in direzione ostinata e contraria”, fra mille resistenze, soprusi e pericoli di ogni sorta. Quando la politica è debole, il Parlamento è anemico ed il Governo è esangue.

Questo è ciò che penso. Con questi presupposti, non sarebbe nemmeno lontanamente immaginabile un allentamento del mio impegno politico nel corso della imminente campagna elettorale, quasi che la sottrazione del “veicolo parlamentare” bastasse ad allontanarmi dal dovere etico dell’impegno politico! Continuerò a cercare di fare la mia piccola parte, con tutte le mie forze e per tutti i giorni che verranno.

Sosterrò attivamente il mio partito, il PD, girando l’Italia e la sardegna, per invocare il consenso in nome della nostra Costituzione. Nessuna diserzione, quindi, ma, all’opposto, una militanza politica ancora più iontensa. Sempre “senza orario e senza bandiera”. Gian Piero Scanu

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“Lascio Roma, ma non lascio la mia terra, non abbandono il mio e il nostro sogno di libertà per il Popolo Sardo”. Con queste parole il leader di Unidos Mauro Pili, deputato, ha annunciato ai suoi elettori di non volersi candidare alle elezioni politiche di marzo .

In un lungo comunicato, Pili si è rivolto ai suoi sostenitori ricordando le battaglie portate avanti nel corso della sua carriera politica. Dall’elezione a sindaco di Iglesias ad appena 26 anni, alla presidenza della Regione a 32, fino alle elezioni al Parlamento raggiunte nel 2006 per la prima volta.

“Ho combattuto in parlamento a viso aperto. Da solo! – scrive Pili – Di quelle battaglie, ne ero e ne sono tuttora orgogliosamente convinto. Dunque, non mi associo alle voci stridenti di coloro che si sentono rinnegati da Roma per chi sa quale causa! Del resto non avendo mai percepito parole di difesa per la Sardegna da parte di taluni escludo siano stati esclusi a causa di un improbabile patriottismo Sardo!”.

“In molti si innamorano di pseudo leader – prosegue il leader di Unidos-. Peccato che nessuno di questi, nessuno, abbia a cuore le sorti della Sardegna! Sono colonizzatori che sbarcano in terra sarda a sbancare voti per poi usarli contro di noi. Bene fanno i pastori della nostra terra a rigettare le schede! Si preparano alla guerra, per difendere i pascoli, il latte, il formaggio, la terra arsa dalla siccità”.

“A Voi che quotidianamente mi avete esortato a non fermarmi, vorrei dirvi, però, con lealtà: lascio Roma, ma non lascio la mia terra, non abbandono il mio e il nostro sogno di libertà per il Popolo Sardo. Ritorno per strada, per costruire se ne avrò la forza e il sostegno il riscatto della nostra terra. Preferisco continuare a perseguire, come ho sempre fatto nella mia vita, ciò che appare impossibile, piuttosto che accettare la rassegnazione di un popolo destinato a restare sottomesso alle logiche di uno Stato vigliacco!”.

Conclude il deputato di Unidos: “Torno per strada, dunque. Per reagire al servilismo, per contrastare il silenzio. Per continuare a costruire la via Sarda allo sviluppo. Per questo motivo non partecipo a queste elezioni contro la Sardegna, ma sarò in piazza, in ogni piazza, della nostra terra per la più grande azione giudiziaria collettiva contro i poteri forti mai messa in campo nell’isola e non solo. Il nostro futuro non è nelle mani di un parlamentare che lascia, ma nella coscienza di un Popolo”. Redazione Sardegna Live

 

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    1 Comment to “SARDI CHE LASCIANO IL PARLAMENTO ITALIANO”

    1. By Mario Pudhu, 3 febbraio 2018 @ 08:48

      Intanti unu cumbidu a lígere totu su chi at iscritu Mauro Pili in su ‘giassu’ de «Unidos.io» a propósitu de custas votatziones. E personalmente dhi fatzo is cumplimentos ca at tentu innanti de totu sa dignidade e su coràgiu civile de ndh’essire de “Forza Italia” in númene de sa Sardigna.
      Pregonto, invece, a Gian Piero Scanu (a parte su amareggiato/contento, o su punito/premiato de contuos personales), si no est ancora orróschiu e a gara mala de girare l’Italia e la Sardegna po pinnigare votos po un’àteru partidu italianu de “forza Italia”, fortzis po sighire a coltivare s’illusione de is Sardos e cricare de cumbínchere is surdos a intèndhere su prantu, disastru e disisperu de is Sardos.