Colorado, la donna afroamericana che ha cambiato la vita a un neonazista: “Via svastiche e tatuaggi, sono un altro uomo”, di Patrizia Baldino
L’amicizia fra il suprematista Michael Kent e Tiffany Whittier, l’ufficiale di vigilanza alla quale è stato affidato all’uscita dal carcere. Ora l’uomo ha rinunciato alla militanza, lavora in una fattoria e al posto dei simboli xenofobi usa gli smile.
A vederlo qualche tempo fa Michael Kent, di 38 anni, avrebbe fatto paura. Minaccioso e ricoperto di svastiche, l’uomo era un neonazista membro di un gruppo di suprematisti bianchi dell’Arizona. Un’appartenza che l’uomo mostrava con fierezza: tatuaggi esibiti, alla propria abitazione tappezzata con simboli legati al nazismo e alla superiorità della razza ariana. I comportamenti violenti erano all’ordine del giorno. Finché Michael è stato arrestato e condannato a scontare una pena in carcere.
Uscito dal carcere, ha conosciuto la donna della sua vita. Non nel senso sentimentale dell’espressione ma la donna, afroamericana, che gli avrebbe fatto cambiare idea in merito alle differenze di razza. Tiffany Whittier è l’ufficiale di vigilanza alla quale Kent è stato affidato una volta uscito dalla prigione. Incontri, chiacchierate, confessioni. È nata un’amicizia, in barba ai preconcetti (di lui) e alla diffidenza (di lei).
Ai molti che le hanno chiesto come sia stato possibile avvicinarsi a un neonazista, Tiffany ha risposto: “Non sono qui per giudicarlo, non è il mio compito. Il mio lavoro è essere una persona positiva nella vita di qualcuno”.
E il compito è riuscito. Michael ha eliminato le bandiere con le svastiche e le ha sostituite con immagini di faccine sorridenti. Ed è stato accompagnato da Tiffany a rimuovere i suoi tatuaggi. Per farlo, i due si sono rivolti a Redemption Ink, un’associazione no profit in Colorado che si occupa di modificare tatuaggi con soggetti xenofobi o simboli di bande criminali. I fondatori, Beth e Dave Cutlip, offrono il servizio gratuitamente con lo slogan “C’è abbastanza odio in questo mondo”. Per trasformare i tatuaggi di Michael sono servite ben 15 ore. Le svastiche ora sono “normali” disegni. “Non sono mai stato in uno studio di tatuatori, i miei li avevo fatti tutti in carcere”, ha raccontato Michael.
Nessuno avrebbe mai scommesso su un cambiamento del genere. “Non voglio che i miei figli vivano la vita di odio che ho vissuto io – ha detto l’uomo - voglio che mi conoscano per chi sono adesso, un buon padre e un lavoratore”. Ora Michael lavora in una fattoria dove si allevano polli e galline. I suoi colleghi sono tutti ispanici e mai l’ex neonazista avrebbe pensato di collaborare con persone di colore. “Ora partecipo alle feste aziendali e anche alle quinceañere, e io sono l’unico ragazzo bianco”, spiega sorridendo.
Una storia a lieto fine grazie all’amicizia. Michael dice che ringrazierà per sempre Tiffany: “Ora sono un uomo diverso e lei è una parte della mia famiglia”.
Il corriere della sera, 30 settembre 2017