Ostaeyen: “Theresa May ipocrita sul terrorismo. Se vogliamo fermarlo, cominciamo dall’Arabia Saudita”; di Antonello Guerrera
Parla uno dei più importanti esperti di estremismo islamico: “La premier britannica dice basta alla tolleranza del fondamentalismo. Ma poi fa patti con Riad che diffonde in tutto il mondo un’ideologia estremista. Dovremo abituarci: gli attacchi di Isis e altri terroristi saranno sempre di più, non solo nel Ramadan”
Pieter Van Ostaeyen
“Theresa May parla di stop alla tolleranza dell’estremismo islamico. Ma mi sembra un ragionamento ipocrita”. Pieter Van Ostaeyen, studioso belga, uno dei più grandi esperti di islamismo ed estremismo islamico, parla sull’attentato dell’Isis a Londra di sabato scorso. E non è d’accordo con quello che ha dichiarato la premier britannica dopo l’ennesimo attentato terrorista, ancora a Londra.
Perché, professor Van Ostaeyen?
“Perché, se davvero si vuole dire basta alla tolleranza dell’estremismo islamico, allora si dovrebbe fare lo stesso con l’Arabia Saudita, che diffonde in tutto il mondo l’ideologia wahabita (un ramo radicale dell’islam sunnita, ndr), una visione estremista dell’Islam. Invece Riad resta un alleato importante del Regno Unito e non solo, lo abbiamo visto anche nell’ultimo viaggio del presidente Donald Trump. E poi Theresa May ora parla di falle nella sicurezza. Ma dov’era lei quando era ministro degli Interni britannico, quando i predicatori radicali facevano proseliti senza ostacoli? Se ne accorge ora? Anche qui in Belgio, dopo gli ultimi attentati a Bruxelles, tutte le autorità hanno detto basta tolleranza dell’estremismo, come accade nel quartiere di Molenbeek. E invece tutto è rimasto uguale, dopo tante promesse”.
May ha parlato anche di maggiore lotta all’estremismo su Internet e ha chiesto collaborazione ai giganti del web.
“Sì, su quello non sbaglia. Ma è quasi impossibile fermare le comunicazione dei terroristi online. Almeno sinora è stato sempre così. Trovano sempre una strada alternativa. E’ molto difficile fermare queste ideologie”.
Perché nel Ramadan islamico, il mese in cui il profeta Maometto avrebbe avuto la rivelazione dall’arcangelo Gabriele e che i musulmani celebrano in questi giorni, si intensificano gli attacchi dei terroristi?
“Perché per i terroristi nel mese di Ramadan del 624, Maometto lanciò la battaglia di Badr, la prima vera guerra musulmana contro gli ‘infedeli’, che secondo la tradizione vinse, nonostante un esercito decisamente inferiore a livello numerico. Questo è l’antefatto storico che i terroristi usano oggi per lanciare la jihad contro l’Occidente e i ‘crociati’. Ed è per questo che gli attacchi crescono in questo periodo”.
Dobbiamo imparare a convivere con gli attentati?
“Sì, perché saranno sempre di più contro di noi, in ogni parte del mondo, come vediamo a Marawi e nelle Filippine in questi giorni, sempre più frequenti. Come disse il portavoce dell’Isis al Adnani, vista la crescente difficoltà dei miliziani a raggiungere la Siria e l’Iraq, ora l’Isis chiede agli jihadisti di compiere attacchi da noi. Ma, allo stesso tempo, gli attentati saranno di potenza meno devastante rispetto al passato, come abbiamo visto per
esempio a Parigi nel 2015, perché l’Isis ha oggi oggettivamente meno mezzi e risorse. Lo Stato Islamico, nonostante tutto, è in declino. E credo che un giorno il vuoto che lascerà verrà colmato nuovamente da Al Qaeda, rilanciata dal figlio di Bin Laden, Hamza”.
LA STAMPA 05 giugno 2017