Verso una messa in lingua sarda? Sì, inizia un percorso.

Lo chiede la lettera di credenti ai propri vescovi. La risposta della conferenza episcopale sarda.

I VESCOVI SARDI NELL’ULTIMA VISITA AD LIMINA A PAPA FRANCESCO

Cagliari, 22 marzo 2017

A Sua Eccellenza Rev.ma

Mons. Arrigo Miglio

ARCIVESCOVO DI CAGLIARI

 

Caro monsignor Miglio,

 

Chi Le scrive rappresenta gruppi di cristiani da tempo impegnati nel recupero della lingua in ambito religioso, convinti che la lingua materna, per l’incomparabile capacità di rappresentare l’immagine ed il sentimento nel più genuino dei modi, costituisca il mezzo ideale per la relazione con Dio.

Con questo, ci sentiamo in piena sintonia con il messaggio del Concilio Vaticano secondo, che ha ammesso ed incentivato l’uso liturgico delle lingue locali.

Da molti anni, ormai, realizziamo momenti di preghiera comune in lingua sarda (il più noto è quello della celebrazione dei riti della novena di Natale), prestando grande attenzione alla fedeltà delle traduzioni, sempre affidate ad esperti teologi della Facoltà di teologia ed ai più noti esperti linguistici.

Tuttavia, avvertiamo, con dolore, la mancanza di poter utilizzare la nostra lingua nella celebrazione del sacrificio eucaristico, cioè del fondamento che dà senso ad ogni comunità cristiana.

Riceviamo, da tempo, messaggi di cautela, di prudenza, ma non comprendiamo affatto quali rischi possa comportare l’evocazione del sacrificio di Cristo con i segni delle parole scolpite nella nostra storia millenaria.

Noi siamo dei credenti responsabili, consapevoli di quanto sia importante il servizio dell’Episcopato quando si preoccupa del legame tra la “lex orandi” con la “lex credendi” rispetto alla linearità della fede professata dai cristiani. Le proponiamo di iniziare un percorso comune, sotto la Sua guida: un periodo ad experimentum, individuando un certo numero di chiese (in città e nel territorio) disponibili e adatte, stabilendo e concordando le modalità della sperimentazione.

E’ in questa stessa logica della sperimentazione che alleghiamo a questa lettera una decina di “moduli” tra parti dell’ordinario e del proprio, riguardanti momenti liturgici e paraliturgici che esemplificano il metodo di lavoro nel quale intenderemmo collaborare con i sacerdoti disponibili e gli esperti che insieme potremmo individuare. Aggiungiamo anche qualche esempio dei tentativi pratici che si sono fatti in alcune parti della Sardegna. (es. il matrimonio selargino)

Per quanto riguarda l’ambito della pietà popolare, il gruppo di lavoro, espressione di competenti associazioni culturali, potrebbe esplicare un’azione di sostegno riguardo alle manifestazioni che già sono sostenute da una tradizione continuata e costante.

Quanto all’ambito biblico, sono già disponibili alcune pregevoli traduzioni già complete le quali, pur provenendo da iniziative individuali e di diversa origine,  risulteranno utili per accelerare il progetto di traduzione completa dei testi biblici, nelle modalità da concordare con il vescovo incaricato dalla CES. Evidentemente restiamo disponibili alla piena collaborazione per portare a termine questo rilevante impegno.

Intanto, con questa lettera, Le alleghiamo la traduzione in lingua sarda di alcune messe, elaborata dai teologi della Facoltà con la collaborazione di esperti linguistici perché voglia verificarne la fedeltà della traduzione ed autorizzarne la celebrazione nella diocesi di Cagliari, e possibilmente in tutte le diocesi della Sardegna, ad experimentum, nelle occasioni e con le modalità che potremmo concordare.

La disponibilità a restituire ai Sardi il diritto, ma soprattutto la gioia, di poter testimoniare interamente la propria fede con la propria lingua, potrebbe essere un segnale definito e un significativo contributo alla necessaria e continua evangelizzazione dell’umanità e della cultura del Popolo sardo.

 

La salutiamo con amicizia e fiducia

Salvatore Cubeddu, Antonello Giuntini, mons. Gianfranco Zuncheddu, Gianni Loy, Luciano Carta, don Antonio Pinna, Paolo Pillonca, don Mario Cugusi, Bachisio Bandinu, don Gianfranco Falchi, Giacomo Meloni, Mario Puddu, monsignor Mario Ledda, Fabio Tore; Anna Cristina Serra, Carmen Campus, Lia Bandinu, Giammario Selis, Piero Marcialis, Gianni Frau, Massimo Lavena, Paolo Fadda.

 

2. Allegati: per gli allegati, si possono già citare almeno (in ordine cronologico):

1.  Canone II (in versioni: latino, campidanese, logudorese, lingua sarda comune, italiano) tradotto da un gruppo che si riuniva in Facoltà Teologica (2006)

2. Novena di Natale (dal 2008)

3. Messa per l’Annunziata in Bitti (2007)

4. Antico sposalizio selargino (2009, 49° edizione)

5. Messa per un patrono martire (San Saturnino, Isili, 2015)

6. Novena Festa di San Marco (Lei, 2015)

7. Messa per l’Epifania (San Lorenzo 2016)

8. Messa per un matrimonio (2016)

9. Messa per Sa Die de Sa Sardigna (2016)

10. Traduzioni di tutti i  vangeli domenicali (dagli anni 2000, Sul sito sufueddu)

 

DISPONIBILI:

- Vespri per una festa mariana (2014)

- Traduzione del Cantico dei Cantici (Pinna-Pudhu, 2016)

- Salmi (diversi: musiche dei Maestri Montis e Orro)

- Magnificat (musiche dei Maestri Montis e Orro)

- Tre traduzioni complete della Sacra Bibbia, tra le quali una recente traduzione in versione logudorese, completa della note, della Bibbia di Gerusalemme

 

La Conferenza Episcopale Sarda risponde pubblicamente con il comunicato stampa che riportiamo di seguito:

Conferenza

Episcopale

Sarda

Il Segretario

 

Comunicato stampa

 

 

Nel corso della riunione del 4 aprile u.s., la Conferenza Episcopale Sarda, presieduta da S.E. Monsignor Arrigo Miglio, fra i tanti argomenti all’odg ha affrontato anche la questione della “lingua Sarda nella pietà popolare e nella liturgia”.

I Vescovi hanno confermato l’interesse della Conferenza a valorizzare sempre più la lingua sarda nella pietà popolare e nella liturgia, sulla scia di quanto stabilito dal Concilio Plenario Sardo, oltre che nel rispetto delle norme e delle procedure prescritte dalla Santa Sede in materia.

Accogliendo le sollecitazioni pervenute da un dialogo tra il Presidente della Conferenza Episcopale e il Direttivo della Fondazione “Sardinia”, la Conferenza ha individuato alcune piste da seguire nel prossimo futuro.

Innanzitutto nel merito della Pietà Popolare e dei molteplici riti e pratiche che la esprimono, si ribadisce che non vi sono norme universali da seguire o autorizzazioni da richiedere alla Santa Sede.  È un campo, pertanto, che ricade nell’esclusiva competenza dell’Autorità Ecclesiastica locale, che trova nella Conferenza Episcopale Sarda la convergenza e la collegialità di tutti i Vescovi, i quali sposano e incoraggiano ogni sana ed equilibrata iniziativa volta all’utilizzo della lingua sarda nelle due principali varianti: quella campidanese e quella logudorese. Si coinvolgeranno studiosi di lingua sarda, di tradizioni popolari e di teologia liturgica, perché predispongano e propongano testi adeguati. Senza dimenticare che in questo campo la Sardegna ha un patrimonio sterminato di testi, di canti e di tradizioni, che hanno bisogno solo di essere ripresi e valorizzati.

Per la Santa Messa entriamo in un ambito più complesso, che richiede  l’approvazione  da parte della Santa Sede. La Conferenza, individua una strada: quella di una richiesta previa di approvazione “ad experimentum”, alla quale seguirebbe, se vi fossero le condizioni, la richiesta di approvazione definitiva.

Per poter avanzare la richiesta ad experimentum, occorre predisporre i seguenti materiali.

-                     traduzione della Bibbia: serve una ricognizione critica delle tre traduzioni finora prodotte, ad opera di linguisti e biblisti, scelti dalla Conferenza Episcopale Sarda.

-                     Traduzione dell’Ordinario della Santa Messa

-                     Traduzione di una decina di “Messe proprie”, relativamente  ai tempi liturgici, alle Solennità del Signore e alla memoria dei Santi.

Come per i riti della Pietà popolare, la traduzione dei testi sarà fatta nelle due principali varianti della lingua sarda, campidanese e logudorese.

Il materiale prodotto sarà esaminato dalla Conferenza Episcopale Sarda, prima della presentazione della domanda di approvazione ad experimentum alla Santa Sede.

 

Nel corso della stessa riunione la CES ha nominato per il prossimo triennio la Delegata Regionale dell’Azione Cattolica Italiana, la prof.ssa Giovanna Fancello, della Diocesi di Nuoro.

 

Tempio Pausania, 24 aprile 2017

 

+ Sebastiano Sanguinetti, segretario

 

Via Episcopio, 7 -07029 TEMPIO PAUSANIA (OT) – tel 0039 079631137

 

 

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