Come un granaio ricolmo nei tempi di carestia, di Alberto Medda Costella
“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”.
Così disse la scrittrice Marguerite Yourcenar, nota al grande pubblico per le “Memorie di Adriano”, romanzo di fantasia che ripercorre la vita del grande imperatore romano. La biblioteca comunale di Arborea è nata ufficialmente il 28 giugno 1968 ed è molto probabile che a spingere i fondatori sia stata la volontà di costruire una scorta di conoscenza per il futuro. In un territorio, con un numero di granai abbastanza modesto per quantità e qualità, se confrontato con quello di centri più importanti, la cittadina di bonifica rappresenta una bella realtà. Questa “palestra di umanità”, per utilizzare le parole dell’attuale direttore Leonardo Mura, professore di Italiano e Latino, in pensione dal Liceo Classico De Castro di Oristano, può contare oggi oltre 25.000 volumi e attestarsi tra le grandi biblioteche pubbliche della Sardegna. Si trova in via Roma, nei locali del piano terra della vecchia palazzina della Milizia, progettata, secondo moduli stilistici del tempo dall’architetto romano Giovanni Battista Ceas.
Proprio recentemente i volontari, costituitisi da qualche anno in associazione e che portano avanti il servizio bibliotecario, hanno iniziato a catalogare i titoli per inserirli nel circuito regionale dell’Opac e mettere così a conoscenza ricercatori o semplici appassionati della lettura della ricchezza della Biblioteca di Arborea. Ce lo dice Bruno Visentin, uno dei soci-volontari: “Abbiamo iniziato a lavorare su questo progetto circa un anno e mezzo fa, quando una disposizione regionale obbligava le biblioteche a inserirsi nel circuito. Così siamo stati chiamati a Cagliari per fare un corso di aggiornamento e abbiamo iniziato con l’immissione dei titoli in rete, partendo da quelli sardi, per poi passare alle novità e a quelli richiesti dagli utenti. Pur non essendo un criterio ordinato ci permette di controllare meglio la movimentazione. Purtroppo abbiamo un solo computer, condiviso con l’utenza, ma ora stiamo andando un po’ più spediti”.
Nell’associazione vi è chi si occupa del prestito e chi porta avanti progetti specifici (promozione della lettura, orti biologici nelle scuole e conoscenza del territorio). “Nell’estate scorsa – conferma il presidente Carmine Canfora – abbiamo fatto conoscere la pineta di Arborea attraverso le storie di Harry Potter. Un successo che ci ha spinto a presentare altre iniziative su quello stesso formato. Il concetto è quello di coinvolgere la comunità in iniziative che in qualche modo possano riguardarli”, conclude Canfora.
Ma torniamo alle origini. La biblioteca ha avuto come prima sede i locali delle ACLI, adiacenti al teatro salesiano, grazie al prestito dei volumi e del relativo armadietto metallico forniti dalla Soprintendenza Regionale alle biblioteche. “Il primo libro l’ho inventariato il 1° novembre 1970. Il giorno del mio compleanno!” ricorda il prof. Mura. “Siamo partiti io ed Enea Sanna, dipendente comunale, che era a capo delle ACLI”.
La Biblioteca si è poi spostata nei locali dell’ex ufficio postale, nell’attuale casa comunale, per poi approdare nell’attuale sede. “Quando lasciai l’incarico di direttore (che riprese qualche decennio dopo) – ricorda ancora Leonardo Mura – la biblioteca aveva già 3.000 volumi”.
Questa oggi è strutturata per aree tematiche e tra i propri pezzi forti può vantare il fondo delle comunità di origine delle popolazioni che hanno formato il dna di Arborea. Oltre a una sezione sarda, vi è quella dedicata alle Tre Venezie e alla Romagna. La biblioteca è quindi perfettamente in sintonia col territorio. Godono di una particolare attenzione il settore agricolo e la bonifica, idraulica e agraria, locale e in generale. Numerose sono anche le tesi di laurea a disposizione di ricercatori e interessati.
C’è molto grano ad Arborea e soprattutto di qualità, con guardiani eccellenti che si battono giorno per giorno contro la barbarie dei tempi moderni e l’analfabetismo di ritorno che sembra colpire settori un tempo impensabili.