La guerra di Trump, di Vittorio Zucconi
Questa,lanciata oggi dal Presidente americano Donald Trump, non è una della solite zuffe commerciali che periodicamente investono i rapporti fra le economie e delle quali la storia abbonda.
Questo è il primo salvo di una guerra incruenta voluta dall’ideologo che guida la Casa Bianca e non è il miliardario impulsivo e
vanesioo che vediamo apporrela propria firma sui decreti, ma è Steve Bannon, l’uomo che tiene le chiavi di cassetti e della testa di Trump.
L’ideologia dichiarata di questo personaggio divenuto miliardario a Wall Street e poi trasformato in editore di un piccolo regno delle “fake news” di ultra destra chiamato “Breitnbart News” e che guarda a Dart Fener e a Satana come mirabili esempi di potenza, ha teorizzato la strategia della “Decostruzione”. Il suo obiettivo è demolire, pezzo dopo pezzo, l’edificio di rapporti politici ed economici che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale reggono quello che chiamiamo “Occidente” creando un panorama di rovine sulle quali si ergerà la potenza americana solitaria e non più incatenata come il Gulliver di Johnathan Swift ai Lillipuziani europei e asiatici. La Brexit che lui ha spinto evoluto coltivando l’amicizia e i favori dei secessionisti xenofobi di Farage e dell’Ukip,
è stato soltanto il primo tassello del “Lego” euro americano che lui, attraverso la grande marionetta dai capelli color carota, vuole disfare.
La grottesca rappresaglia contro gli scooter, i formaggi e l’acqua minerale europea è, dal punto di vista economico e finanziario, una piccola vigliaccata, poco più di una provocazione. Una mini Danzica di gorgongzola e bollicine voluta per segnalare ai
piccoli e, come farà domani Trump ai grandi come al presidente cinese ospite nel suo castello sull’oceano in Florida, che l’America di Steve Bannon, principale consigliere politico sempre fotografato al fianco di Trump e del suo neonazionalismo deve essere guardata come a un avversario, per chi non si genufletta, o a un imperioso autocrate deciso a dominare sulle rovine della Unione Europea e della Nato, in perfetta solitudine e in accordo con l’ex avversario divenuto condomino del mondo dalla California agli Urali, la Russia di Putin attraverso l’Atlantico.
Bannon, manipolando l’inetto presidente che neppure si rende conto di quello che sta facendo ma annaspa per uscire dalla palude del “Russiagate” nella quale è sprofondato, vuole l’umiliazione dell’Europa, l’assoggettamento degli alleati di ieri presi uno per volta e quindi indeboliti come vogliono i suoi inconsci complici “sovranisti” in Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna e la “decostruzione” – parola sua – della pax americana dunque dell’Occidente come due generazioni hanno conisciuto per il più lungio periodo di pace che l’Europa avesse conosciuto dal XIX secolo al 1945. Questa, che sembra cominciare comicamente fra formaggi francesi e scooter italiani, è quella Terza Guerra Mondiale senza cannonante che sta muovendo, come il grande Ludwig Von Mise aveva profetizzato, dal “padre di tutte le guerre”: dal protezionismo.
La repubblica 01 aprile 2017