Cagliari e l’universo mondo, novembre-dicembre 1924. Francesco Alziator diarista quindicenne (2), di Gianfranco Murtas
Un quaderno a righe con le pagine numerate: 40. Nel frontespizio un titolo centrato sul foglio: Dal diario di un vagabondo. In alto, invece del nome dell’autore, il suo allusivo pseudonimo: Philosophus solitarius. In basso, il luogo dell’edizione… manoscritta: Cagliari.
Brani di diario, dal 19 novembre 1924 al 24 dicembre successivo. Giusto 36 giorni, quelli, press’a poco, della ripresa dell’anno scolastico. In quel Dettori (sorvegliato, ormai da dieci e più anni, dal severo busto di Dante) che diverrà oggetto di tante pagine straordinarie della memorialistica alziatoriana. Ma lo sguardo non è alle aule dell’antico collegio gesuitico divenuto liceo-ginnasio, è alle questioni dell’esistenza, della politica estera e militare, della letteratura.
L’autore ha quindici anni, ancora quattro mesi e compirà il 16° compleanno. Un adolescente che vuol segnare il mondo con la sua impronta: «voglio ritirarmi a solitudine e comporre un’opera, un’opera grande che annulli tutte le precedenti e sia un’affermazione della mia forza letteraria». Vive un’età che è ancora cantiere ed un’esperienza tutta in divenire. Così le rivelano, e l’una e l’altra, le sue pagine segrete, offerte alla mia conoscenza dalla figlia di Francesco Alziator, Cristiana.
Me le consegnò in vista della pubblicazione di un libro che donai alla città di Cagliari, per raccontarla a se stessa in un frangente di belle époque, sono passati ormai quasi diciotto anni: la Cagliari del 1909, l’anno di nascita di due dei miei migliori riferimenti letterari, con Giuseppe Dessì appunto Francesco Alziator. Con il quale ebbi qualche scambio epistolare giusto quando celebrammo il cinquantenario della scomparsa di Ottone Bacaredda ed il sindaco pro tempore, Eudoro Fanti, ebbe la gentilezza di far recapitare all’abitazione del giovanissimo studente il libro appena pubblicato dal Comune di Cagliari – Ottone Bacaredda era il titolo semplice semplice – per onorare il sindaco-mito di una stagione irripetibile. In quel volume i contributi biografici e di ricognizione delle prove amministrative, giuridiche e letterarie di Bacaredda, a firma di Giuseppe Della Maria, Paolo De Magistris, Lino Salis e Nicola Valle, con il coordinamento di Gaetano Madau Diaz, segretario generale del Municipio e saggista in proprio. Introduttivo il saggio di Francesco Alziator il quale allora mi dettò le coordinate della millenaria storia cittadina, che Antonio Romagnino pensò poi a dettagliarmi nella sua stratificazione, nel corso di innumerevoli incontri personali, di conversazioni e poi dopo di scritti illuminanti e tutti entusiasticamente godibili.
Insegnava Storia delle tradizioni popolari all’università di Sassari, allora, il professor Alziator, che di Sassari avrebbe scritto o lasciato scritto molto, anche in quel delizioso Attraverso i sentieri della memoria, che sarebbe uscito postumo (ma che in diverse sue parti era stato anticipato nelle pagine anche monografiche de L’Unione Sarda) e si presentò come testimonianza di vita e, insieme, omaggio a figure della scena privata e pubblica che fu la scena calcata, per il più, anche dallo stesso autore in prima persona.
Dopo aver patito anch’io, in quel febbraio di quarant’anni fa, il lutto per la morte improvvisa del mio Alziator ed averne onorato, per quel tanto che potevo, e in televisione e sulla carta scritta, la memoria carissima, pensai nel 1999, nel novantesimo cioè della nascita del professore, di riunire i molti testi dedicatigli nel tempo – su lui e su Giuseppe Dessì –, accompagnando la raccolta con un contributo piuttosto cospicuo e originale sulla storia municipale di quel 1909. E a tutto questo aggiungendo anche una lunga, lunghissima intervista ad Antonio Romagnino, sulla linea della condivisa memoria dettorina, sua e di Alziator, per discorrere anche del suo personale rapporto umano e letterario con il grande demologo (e con Dessì, tardo dettorino anche lui).
Tale mio libro – La città chantant, monarchica, clericale e socialista – incluse altresì, autentica chicca, questo inedito alziatoriano: di Cucuccio quindicenne, filosofo ateo, indagatore e giudice della sua città e dell’universo mondo, della storia passata e di quella futura.
Sarebbe da dire cosa fosse la Cagliari del 1924, anno di olimpiadi (a Parigi) e anno di gloria del ginnasta cagliaritano Mario Corrias, anno di glorie nazionali anche di altri atleti isolani come Graziano Corona (dell’Arborea) e Carlo Clemente (amsicorino passato poi alla Torres), l’uno per il salto in alto e l’altro per il lancio del giavellotto. A ventidue anni dalle prime partite di calcio nella piazza d’Armi ed a quattro dall’esordio canonico (leggi societario) ecco allora la fusione fra il Cagliari fotball club e l’Unione sportiva italiana (Società Italia) e la nascita conseguente del Club sportivo Cagliari. Colori sociali: maglia a strisce verticali nero-azzurre (così sarebbe stato ancora per due anni, nelle gare dello stallaggio Meloni e in trasferta).
L’anima fascista e quella antifascista della città si ritrovavano ad assistere e ad applaudire alle partite della squadra cittadina, mentre ormai, non ancora dittatura, il regime politico di questa faceva sentire, ogni giorno di più, le premesse.
Consumatasi la scissione sardista, con il passaggio di un buon terzo della dirigenza nei ranghi del PNF, il quadro politico si era assestato con la grande vittoria, drogata dal maggioritario Acerbo, dei fasciomori alle elezioni di aprile, e la caduta onorevole, a quasi mezzo secolo dal suo debutto parlamentare, di Francesco Cocco Ortu.
All’inizio dell’anno, in città, la stessa Unione Sarda aveva pagato il fio dei contrasti, ma per l’eccesso di fascismo duro e puro della sua linea editoriale, subendo la sospensione delle pubblicazioni per quattro mesi (qualcuno aveva nascosto nella tipografia dei volantini leninisti e soffiato la cosa alla polizia, la quale aveva quindi ispezionato e arrestato per bolscevismo amministratori e tipografi, ottenendo anche il fermo della testata). Per l’intero corso della campagna elettorale l’editore Sorcinelli aveva presentato ai suoi lettori un altro giornale – Il Popolo di Sardegna – e dopo il voto, a successo conclamato degli odiati fasciomori, ci si sarebbe mossi per la fusione dei due quotidiani, il redivivo di Terrapieno e il Giornale di Sardegna in capo appunto ai fasciomori e finanziato da tutti i capitalisti privati e pubblici del nuovo tempo.
Quasi a celebrare, con l’inaugurazione della grande diga sul Tirso, l’inizio di tale nuovo tempo, era venuto in Sardegna il re Vittorio Emanuele III, e in quella stessa primavera i vescovi isolani avevano tenuto il loro Concilio Plenario, rimasto nella cattiva memoria per… le censure imposte ai poeti estemporanei in limba. A fine anno si sarebbe ricordato il decennale della scomparsa di Sebastiano Satta, vate di Barbagia, il poeta del socialismo umanitario.
Vocazione passeggiare, al molo e fuori città
19 nov. – Il tempo che da pochi giorni sembrava volesse ammuffirci colla sua attediante umidità invernale, oggi si è rimesso al buono sfoggiando una splendida giornata di sole addirittura primaverile. Stamane ho rivisto il mio amico M. e ho parlato a lungo col mio amico L. tornato finalmente dalle sue lunghe vacanze estive. Questa settimana è curiosamente destinata a rivedere amici che da tempo non vedevo. Ho incontrato oltre al M. e al Laconi il C., tornato recentemente da Verona e il R. rialzatosi da mia lunga malattia. Oggi a sera ho rifatto la passeggiata al molo da parecchi giorni abbandonata e alla notte per fare un diversivo sono stato al Tribunale Militare assieme ai fratelli C. e all’amico G. Si discuteva al tribunale la causa contro quei fascisti ammutinatisi dopo il rimpatrio dalla Libia; domani sono curioso di saperne il verdetto, che l’ora tarda non mi ha permesso di aspettare.
20 nov. – Nella giornata d’oggi nessun avvenimento importante. Non ho da registrare che insignificantissimi dettagli individuali e niente più. Alla mattina presto ho fatto una splendida,barcheggiata con un freschetto penetrantissimo; poi alla mattinata sono stato ad una passeggiata fuori città; quindi alla sera la consueta passeggiata al molo coi fratelli C. con sempre le solite chiacchiere che però riescono mirabilmente a diradare la noia e il cattivo umore. Il mio amico G. mi ha fatto sapere il verdetto del processo di ier sera: due imputati condannati ad un anno e uno a quattro. Da un giornale ho appreso che l’incrociatore corazzata “San Giorgio” con a bordo il contrammiraglio Conz, di recente venuto in Sardegna a bordo del “Marsala”, è stato mandato in Cina assieme alle cannoniere “Cartotto” e “Caboto”per tutelare la sicurezza degli italiani ivi residenti, durante l’odierna guerra civile. E’ già parecchie volte che la Cina rompe le scatole all’Europa… attenzione!
21 nov. – Non posso scrivere nulla perché un acutissimo mal di molare unito a nevralgia mi rende idrofobo, ma d’altronde anche senza di ciò oggi niente di notevole.
22 nov. – Oggi non sento il mal di denti, il che mi rende abbastanza di buon umore. Stanotte nello sfogliare “Il Messaggero” ho notato alcune notizie informative sullo sviluppo civile e militare dell’Inghilterra e degli Stati Uniti. Non c’è che dire mentre in Italia il popolo si accoltella per rivalità politiche all’Estero si lavora. A Londra si prepara una grande aeronave “K.101″ capace di 155 tonnellate e di 100 passeggeri da adibirsi per il servizio con l’india. A New York si allestisce un dirigibile semirigido porta-aereoplani, si stanziano 23.000.000 di dollari per mettere la nazione in condizioni di poter avere 2500 aereoplani per l’aeronautica e altri 2500 per la marina. E infine a Washington si delibera di aumentare sensibilmente il numero delle unità da battaglia americane. E dopo questi ragguagli ci può essere, domando io, qualche cafone che crede al disarmo? Noi italiani solamente rispettiamo i trattati.
23 nov. – Il fresco prosegue ma io lo ho scacciato con una buona remata e con una splendida passeggiata. L’attesa flotta delle corazzate non si fa ancora vedere dubito che non venga. Stanotte la “Nino Bixio” ha fatto le esercitazioni al riflettore offrendo così alla città uno spettacolo inconsueto. Il dolor di molare sembra voglia essere passato non così la nevralgia. E’ proprio vero che per noi meridionali l’inverno è proprio una grande seccatura. Che gioia invece al tepore primaverile. Sole è sinonimo di vita.
24 nov. – Il mal di denti è scomparso e pure la nevralgia alle mascelle. Il buon tempo si fa vedere di nuovo con grandi benefizi alla salute del povero tizio infreddolito. Stamane alle 10 è arrivato un esploratore leggero della marina italiana: il “Leone”. Son andato di sera a vederlo. Si è ancorato vicino al “Nino Bixio”. Il tipo “Leone” è nuovissimo varato nel 1923. Rassomiglia in qualche modo al “Kiboty” il tipo tanto lodato per la sua efficacia. E’ una delle nuovissime unità italiane costruite con tutti i più moderni criteri tecnici. Io sono stato contentissimo di questa visita al porto di Cagliari se non altro dimostra al popolo che i milioni tolti al contribuente servono a molte cose.
25 nov. – Il tempo è ridiventato pessimo: umido e piovigginoso, tanto che abbiamo dovuto mandare a monte una progettata visita all’esploratore “Leone”. Dato il tempo cattivo sono rimasto nel centro della città e accompagnatomi con un mio amico artista Pietro G. siamo stati a visitare la chiesa di Santa Caterina in Via Manno, riapertasi ieri. In complesso è una chiesa assai bella, quantunque però alcune ortamentazioni e il cassettonato del soffitto di barocca reminiscenza stoni[no] coll’ambiente severo. Abbiamo ammirato un bel gruppo di legno: “Il supplizio di Santa Caterina”, un bel crocifisso con braccia in argento, un piccolo San Giorgio in legno e uno splendido dipinto mistico. Lo straordinario affollamento di fedeli e di curiosi non ci ha permesso una visita particolareggiata che rimanda ad uno di questi giorni. Di notte presto ho avuto una discussione animatissima sulla battaglia navale dello Jutland col mio amico Romolo C.
La battaglia dello Jutland, le colonie libiche, la Cina e il mal di denti
26 nov. – Oggi ho sofferto per tutta la giornata un mal di denti acutissimo, che adesso di notte è venuto sempre più rafforzandosi tanto da non lasciarmi neppur parlare. Il nuovo molo di Sant’Agostino, attualmente in costruzione ha avuto il suo battesimo di sangue fortunatamente non umano ma di… cavallo. E’ stato così: uno dei carrettoni addetti allo scarico della terra per il riempimento della calata ovest spintosi troppo verso il mare vi precipitava trascinandosi cavallo e carrettiere; quest’ultimo che fortunatamente sapeva nuotare venne subito a terra, ma il povero cavallo oppresso sempre più dalla bardatura e dal carro dopo non molto annegava. Il carro è talmente penetrato nel fango del fondo del mare che non si vedeva più, il povero cavallo invece galleggiava ed è stato subito portato a terra da un paio di braccianti che lo hanno consegnato al macellaio il quale poi come è suo dovere ce lo farà mangiare sotto forma di mortadella salame e simili leccornie. Dai giornali ho appreso una consolantissima notizia, le truppe italiane, dopo avere scacciato i ribelli hanno raggiunto nuovamente Syrte le nostre colonie raggiungono sempre maggiore estensione e forse fra non molti anni potranno essere fiorentissime e fecondissime nel terreno. Ciò che sembrò inutile ai tempi dell’occupazione è oggi così necessario e lo diverrà sempre più sotto l’aspetto civile che sotto l’aspetto strategico.
27 nov. – La nave dal fatidico nome della gloriosissima insegna della Repubblica Ligure è partita alla volta dell’oriente. La nave “San Giorgio” che due volte le secche hanno chiuso nelle loro braccia distruttrici e che due volte l’opera alacre del lavoratore ha estratta incolume, la nave “San Giorgio” che ha recato nell’America latina il figlio di colui che fu re sul mare, ha ieri salpato in oriente alla difesa dei nostri interessi. La nave è partita da Brindisi con un aereoplano da ricognizione A-300 a bordo e 110 marinai del glorioso battaglione “San Marco” in pieno assetto da sbarco. La gloriosa “San Giorgio” raggiungerà in Cina l’incrociatore “Libia” e le cannoniere “Caboto” e “Cartotto”. Tutta la divisione tutelerà la sicurezza delle (?) italiane in Cina e la concessione di Tien Tsin. Il mal di denti mi impedisce di proseguire a scrivere.
28 nov. – Parecchie cose da notare. Il clamore suscitato dalla nave a vele rotanti; invenzione del sistema radiotelemeccanico Fiamma e la partenza delle navi da Cagliari. Analizziamole per ordine. Dopo il successo dell’R.Z.3 e del suo fortunatissimo volo in America ecco un’altra affermazione del genio tedesco: la Flettuer Roth. La nave a vela rotante che sfrutta il potere del vento per mezzo di due alti tubi uno nella media prora e uno nella media poppa della nave. I giornali ne fanno grande caso pubblicandone fotografie e dedicandovi lunghi articoli. Da tutto questo la conclusione è che il genio tedesco rinasce e lavora… Ma neppure in Italia si dorme, che se il dirigibile R.Z.3 e la nave Flettuer Roth sono gloria tedesca la radiotelemeccanica Fiamma è pretta gloria italiana. Dalla torre del Verignano a Specio (?) l’inventore Fiamma, a una distanza notevole di 4 o 5 chilometri, ha fatto muovere radiotelemeccanicamente il M.A.J. 223 senza nessuno a bordo. L’esperimento mirabilissimo se proseguito e abilmente applicato a l’arte bellica sarà l’ultima parola della scienza navale. A domani il vero giudizio. Sono oggi partite da Cagliari le R. Navi esploratore pesante “Nino Bixio” e esploratore leggero “Leone” col seguito delle navi onerarie. Circola la voce dell’arrivo della squadra con 6500 marinai. A domani il resoconto delle onoranze a Sebastiano Satta a Nuoro.
29 Nov. – Tutta la Sardegna con forma pomposa e retorica ha commemorato Sebastiano Satta. Contro la grandezza dell’uomo non dorranno(?) certo le ignobili spulciature partigiane: Egli fu e rimarrà sempre sinché un altro genio non verrà ad oscurarlo, il maggior poeta di nostra gente e noi dobbiamo onorare in lui la potenza dell’ingegno e la più pura gloria della patria sarda. Tutti i giornali hanno intere facciate di aneddoti, di poesie e di critiche, le librerie hanno pubblicato cartoline ricordo e degli albi. Ne voglio acquistare qualcuno poiché è vergognoso che così poco conosca del maggiore poeta sardo.
30 nov. – Il 28 a notte sono partite le ultime navi che restavano ed a tutto oggi le annunziate corazzate non vengono ancora. Oggi giornata così insignificante che risento perfino dell’uggiosità di provincia per maggior piacere oggi non sono arrivati, per il riposo domenicale, nemmanco i giornali del continente. Non c’è che dire viviamo in un’isola e siamo proprio veramente isolani anzi isolati.
Di Sebastiano Satta, degli studi e dell’amore
1° dic. – Dopo la morte dello scrittore Anatole France in Francia un’altra morte d’illustre è avvenuta: quella di Giacomo Puccini a Bruxelles. E’ inutile ricordare proprio oggi tanto grande figura scomparsa ad un altro giorno quindi la recensione critica. Ho acquistato oggi l’albo sattatiano: è bello: veramente ha superato le mie aspettazioni. Dopo l’ignobile figura che fece professor B., che commemorando Sebastiano Satta ne ha detto i difetti, voglio oggi ricordare quella eletta del professor N. fortemente commosso nella commemorazione al ricordare la bimba morta.
2 dic. – Dicembre si fa proprio sentire: giornate pessime, pioggia, umido, nebbia e vento e fra poco ci sarà anche il freddo. L’inverno è sempre orribile, per giunta in questi tempi anche i giornali non pubblicano altro che notizie tristi: la morte di Puccini ed altro. Adesso ho proprio bisogno di riposarmi e di allontanarmi dalla folla incivile: voglio ritirarmi a solitudine e comporre un’opera, un’opera grande che annulli tutte le precedenti e sia un’affermazione della mia forza letteraria.
3 dic. – Oggi tempo pessimo, burrasca a mare con onde di almeno un metro e mezzo. Un piroscafo francese sbattuto dalla bufera nella banchina di Sant’Agostino ha dovuto chiamar l’aiuto dei piloti pratici della capitaneria, che prontamente accorsi lo hanno collocato all’ancora nello specchio nord-ovest del molo di ponente.
4 dic. -Il mal tempo infuria e continua. Oggi non si è avuta posta dal continente, il postale non è potuto partire per la tempesta marina. Se si continua così tutto l’inverno prossimo stai tranquillo che stiamo al fresco di tempo e all’asciutto di notizie. Per passare la noia di notte ho intrapreso a studiare le fasi della battaglia anglo-tedesca dello Jutland. Domani 5 dicembre avremo, se il tempo è bello, due giornali e parecchie altre notizie. I pompieri oggi han fatto festa è S.Barbara.
5 dic. – Il tempo ha leggermente migliorato, meno pioggia in terra e mare meno grosso tanto che il postale ha potuto attraccare felicemente. Infatti oggi si sono avuti due giornali, e numerose corrispondenze arretrate. Dal molo est del porto nuovo ho goduto la splendida vista di un grande arcobaleno nitidissimo che in perfetto semicerchio cominciando da la Torre dell’Elefante andava a finire nelle collinette di Bonaria e quella di uno splendido tramonto fra nuvole infuocate simili ad un gran volo di uccelli neri e rossi.
6 dic. – Oggi bel tempo. Leggera brezzolina di maestrale, ma niente freddo acuto, proprio nulla che faccia comprendere che l’inverno è prossimo: se il tempo continuasse sempre così si andrebbe certamente molto bene. Stasera scorrendo I”Epoca” ho appreso una notizia poco bella e cioè che a bordo del R. esploratore “Tigre” durante i tiri di collaudo un colpo di cannone è partito senza che il pezzo venisse toccato da alcuno. Stiamo freschi se succede così adesso che la nave è nuova di (?) figuriamoci poi.
7 dic. – Oggi Cagliari ha vissuto la sua giornata sattimana. Il più grande poeta della nostra terra povera e dimenticata ha avuto in questo anno degna commemorazione. Già Nuoro e Sassari lo avevano ricordato oggi è stata la volta di Cagliari. Un primo ricordo al poeta è stato porto in Via degli orti consacrandolo al suo nome poscia autorità e popolo sono andati allo scoprimento della lapide nella scuola “Sebastiano Satta” dove è stato pure presentato alle scolaresche il figlio del poeta Vindice. Quindi al Politeama Regina Margherita è stato commemorato con nobilissime parole dal professor Luigi Falqui [recte: Falchi] e dall’avv. Sanjust che ha letto alcune liriche del Satta. Sin qui la cronaca nuda e cruda degli avvenimenti. Adesso innalzo la mia modesta voce commemorando per me stesso il poeta che prediligo fra i prediletti e per il quale penso che le scarne commemorazioni odierne non siano che un piccolo lumicino della lampada grande di riconoscenza che il popolo sardo dovrebbe accendergli. Sebastiano Satta fu un poeta di pura impronta sarda, le sue immagini son tratte dalla sua patria e non come qualche critico che poco o niente lo conosce, dal Carducci, dal Pascoli o dal D’Annunzio; Sebastiano Satta è originalissimo e questa sua originalità fu una delle maggiori pietre di fondamento della sua poesia. Nacque a Nuoro nel 1867 e sino al novembre del 1914 menò vita triste e randagia. Colpito da paralisi nel 1908, sopravvisse all’attacco triste della natura e con lui sopravvisse pure la sua arte. La sua arte grande e profonda in cui si nota la venerazione per la sua terra per i suoi luoghi natali: … Poi te salutavamo, nel gran raggio / d’estate, con non mai spento desio / o mio vecchio Ortobene all’apparita /… Egli sognava una Sardegna grande e forte e sperò nelle nuove generazioni e prima (?) incarnazione di esse vide Francesco Ciusa cantando nella madre dell’ucciso: Se l’aurora arderà sui tuoi graniti / Tu la dovrai, Sardegna, ai nuovi figli. I… E tu primo alla vittoria / Dà il grido dai vermigli / Pianori: agita il palio… Hutalabì… X dalla morte di Sebastiano Satta.
8 dic. – Oggi ho gustato una primizia: dei ricci di mare, da parecchio li cercavamo col dottor C. oggi finalmente li abbiamo incontrati sebbene non troppo pieni erano squisiti. Non c’è che dire anche se sono poeta non ricuso assolutamente le gioie di una buona mensa. Son uomo e quindi obbedendo al bisogno fisiologico del nutrimento amo farlo senza avarizia di degustazione tanto più che ne avrò in salute quindi per un momento si può abbandonare la poesia. A proposito di poesia oggi voglio riattivare i miei studi carducciani, abbandonati da circa un anno.
9 dic. – Avevo predetto un inverno gravido di eventi e di avvenimenti e le mie profezie si avverano ogni giorno di più. Oggi la luce dell’Urbe ha visto per la seconda volta, nel breve spazio di quattr’anni, radunati in consilio delegati della Società delle Nazioni. Palazzo Doria Pamphili oggi ed il Campidoglio or sono quattr’ anni son stati profanati da le nefande riunioni della Società che un inglese ha ben definito intrigy sociey. Ma lasciamo da parte la poco storica politica internazionale e passiamo ad altro. Come ieri scrissi ho ripreso i miei studi carducciani oggi anche quelli d’annunziani, iniziando contemporaneamente quelli sattiani. Voglio, come altrove ed a vari scrissi, ritirarmi dal frastuono della vita, voglio condurre una vita esclusivamente d’arte che mi sia utilissima per il lavoro grandioso, di cui nulla ancora ho deciso, che conto di attuare nel 1925.
10 dic. – Il tempo cattivo non permette di far lunghe passeggiate e bisogna quindi contentarsi di girare a zonzo in città fra il seccantissimo fanghiccio e le pozzanghere che s’incontrano ad ogni momento. Girando per la città col mio amico G. ci siamo fermati dinanzi a il negozio di un salumaio e ci siamo messi a commentare i prezzi. Prezzi impossibili, esorbitanti, assurdi. Anguille arrosto a 40 e più lire il chilo fegatelli a 280 lire, estratti a 150 lire insomma roba da impazzire. Ma domando io come deve vivere un povero diavolo che guadagna una miseria con la roba così cara? Il lavoro in questi tempi non è compensato e la vita vien quindi sempre pii difficile. I lavoratori della penna (?) sono quelli che in special modo soffrono di più perché il loro lavoro è miserevolissimamente compensato, per non dire che è quello che si compensa meno. E gli editori e i librai ingrassano alle spalle del misero scrittore. Ieri ho acquistato la “Ninnananna di Vindice” del Satta e l’ho pagata 7 centesimi quattro paginette di mala stampa che sarebbero già care per 20 centesimi. I solo truffatore sta bene al mondo!
11 dic. – Niente di nuovo. Qui a Cagliari si vivacchia più che malamente, nessuna nave della marina da guerra è venuta in porto. Stanotte un incendio chissà dove, domani i giornali saranno pieni della notizia. Vedremo!
12 dic. – Niente, ma proprio niente di nuovo, dopo la commemorazione di Satta, quella di Puccini e altro. Se si prosegue così si dovrà ricorrere al tradizionale serpente di mare che i giornalisti invocano in tempo di assoluta calma di avvenimenti.
13 dic. – Ho bisogno di un’atmosfera migliore. Questo infame luogo dove io sono mi è insopportabile, la sua aria fetida mi appesta le nari e mi tronca il respiro, se non muto d’ambiente il mio sistema nervoso ne resterà molto scosso. Ho bisogno d’amore sincero; tutto questo gregge di viziose (?) puttane che mi attirava è impuro aspiro a una conquista più nobile e più sincera. Voglio iniziare presto una forte battaglia per la ricerca di un nuovo ambiente e per la ricerca di un sincero cuore femminile. Sarò vittorioso? Lo spero!
14 dic. – Ho ieri scritto di voler iniziare un’accanita battaglia per la ricerca di un vita migliore, ed a base e fondamento di questa vita migliore io pongo la scoperta e conquista di una donna: bella, vergine, sincera, casta e affettuosa. Frequenterò i luoghi dove è possibile trovare il prezioso fiore che cerco e trovatolo voglio darmi a tutto animo alla lotta disperata. Voglio soffrire, sopportare umiliazioni, abbassarmi (?) far tutto per poter però un giorno gioire, essere superbo e sopra tutto e tutti. Doman stesso inizierò la lotta che da tempo sogno e… vedremo!
15 dic. – La mia vita si dibatte adesso fra due poli supremi: l’amore e lo studio. Senza il primo la vita mi sarebbe una morte precoce e senza il secondo una lotta senza vittoria. E proprio così l’alfa e l’omega della mia vita non sono che questi due elementi. In amore sto investigando e cercando l’ideale puro, in studi mi sto perfezionando e sto studiando quanto più posso autori. Dinanzi a me stanno sul tavolo volumi dello Shakespeare, del Carducci, di Tucidide (?), di Plauto, di Sofocle, di (?), di (?), e di Dante, del D’Annunzio, del Carlye, del Maupassant, insomma una miriade d’autori, di libri, di stili e di scritti sui quali voglio forgiare la mia anima per una superbissima vittoria.
16 dic. – Le dottrine evangeliche sotto forma di terribile e crudele piovra hanno avvincolato proprio bene anche gli animi dei giovani. Stanotte ho dovuto polemizzare aspramente con tre miei amici su soggetti di carattere mondano, che loro pretendevano di risolvere colla morale cattolica, e pure a discorso finito, tramano (?) ben convinti.
17 dic. – Ho il triste presentimento di uscire sconfitto nella battaglia per la ricerca di un’anima femminile sincera. Sono tutte leggere, tutte ti offrono sollazzi brevi, gioie caduche, soddisfazione di istinti ma nessuna ti offre amore. Amore! o stanca parola che avvinci il mondo e Io comandi! sei tu forse fuggito dal cuore delle donne. Torna, o figlio di Venere, torna al tuo sacro tempio, e il mondo sarà puro, l’umanità sarà salva, il pensiero mondo. Se non vinco questa immane lotta sento che ne sarò dolentissimo.
Il sogno di una “potente” affermazione letteraria e le cacciatorpediniere
18 dic. – In questi giorni di cattivo tempo nel quale non si può passeggiare e a momenti nemmanco uscire per le necessità, penso sempre al lavoro che devo comporre nel 1925. Come dissi e scrissi altrove esso dovrà essere l’affermazione più potente della mia vita letteraria. Sarà un lavoro di prosa? uno di poesia? uno teatrale? Non ho ancora deciso. Sto adesso studiando, con l’esperienza tratta dai precedenti lavori, il metodo e le ore migliori per la composizione. Prima della fine del 1924 sarà tutto deciso per poterlo iniziare subito i primi del nuovo anno.
19 dic. – L’Albania produce nuovamente degli sconvolgimenti nelle questioni jugoslave. E gli sconvolgimenti sembra tocchino anche l’Italia che ha deciso di mandare due cacciatorpediniere: “Il Cesare Rossarol” e “L’Audace” che sbarcò le truppe che occuparono Trieste. In quanto ai miei studi dannunziani carducciani e sattiani tutto va bene, essi procedono regolarmente, sto anche dando uno sguardo ad altri autori oggi infatti ho criticato, letto e commentato l’episodio di “Amore ed Imeneo” deI Parini. Prima delle feste prenderò in esame un lavoro del D’Annunzio.
20 dic. – Ieri notte ha iniziato le recite la compagnia d’operette di Guido Riccioli. Si è rappresentato “La donna perduta”, il successo è stato abbastanza grande. Il tempo si è rimesso al buono e se continuasse così saremmo felici di avere un inverno meraviglioso. Al ministero si discute peri 18 milioni del porto di Cagliari, voglio vedere che cosa si combina. A proposito di amore credo di aver combinato qualcosa con una tale signorina I (F?)., ma sin adesso niente di niente. Scriverò in proposito.
21 dic. – Il tempo prosegue sempre bello, niente vento tanto che il mare è addirittura un olio. Oggi sono uscito di mattina e di sera ho voluto approfittare della giornata e fare raccolta di sole per le giornate nuvolose e di pioggia. Anche stasera ho avuto una vivissima discussione polemica con un mio amico: Mario C. L’argomento era intorno all’amore sensuale, alla prostituzione, al matrimonio. La discussione è durata ben tre ore e mezzo ed è finita con una mia apologia, combattutissima dal C., all’amore sensuale ed all’ateismo. Se potessi far degli studi su questi argomenti dopo le mie discussioni dovrei convincere anche le pietre.
22 dic. – La guerra europea è finita da parecchi anni, l’opera gloriosa ed eroica del combattente è finita: ora comincia quella non meno gloriosa dello storico, che narrando ai presenti ed ai posteri le imprese vittoriose della nostra stirpe, prepara e tempra il cuore, le anime, gli animi e le coscienze dei nuovi e dei ravveduti. Questo dicevo stasera al mio amico C. Anche noi, ho proseguito, dobbiamo compiere questa nobile missione. Nel prossimo anno oltre a tante altre cose voglio conoscere e studiare i principali combattimenti sia di terra che di mare, avvenuti nella grande guerra.
23 dic. – Ogni giorno sono costretto a polemicare per le mie idee e a momenti a prendermi a cazzotti. Avant’ieri, ieri oggi e così sino chi sa a quando ho avuto violentissime discussioni. In queste discussioni le mie idee si irrobustiscono sempre più. Sto iniziando il mio amico A.C. a la nobile passione per il mare ne voglio fare un appassionato studioso di cose marinaresche, come lo siamo io e il mio amico M.C. O il mare. Questo elemento che sa essere infido, e sa essere utile e indispensabile, questo elemento che poeti, prosatori e (?) di tutte le nazioni hanno immortalato, come è – veramente bello, come è veramente (?)!
24 dic. – Oggi ho acquistato due libri: I canti barbaricini del Satta e l’annuario generale della marina mercantile italiana. Parlerò di tutti e due a suo tempo. Li ho trovati entrambi cari: uno costa 10 lire e l’altro ne costa 35. Anche oggi ho fatto lunghe discussioni e polemiche coi miei amici e assieme alle discussioni lunga passeggiata. La passeggiata l’abbiamo fatta alla Scaffa dove abbiamo visto i lavori dello stagno. A lavori finiti sarà un buon lavoro, il ponte che è già finito è molto bello: tutto in cemento di produzione sarda.