Il Dna dei centenari sardi acquistato da un’azienda inglese, di Valentina Arcovio
“Un patrimonio genetico unico al mondo da cui svilupperemo super- farmaci”.
«Abbiamo acquistato le informazioni genetiche di circa 13mila sardi per studiare sia l’eccezionale longevità delle comunità residenti nella provincia dell’Olgiastra, sia le caratteristiche di una popolazione genetica molto omogenea e tendenzialmente isolata». A parlare è Tiziano Lazzaretti, chief financial officer della «Tiziana Life Sciences», la società britannica di biotecnologia che ieri ha annunciato l’acquisto della banca dati italiana Shardna SpA.
UNA NUOVA OPPORTUNITÀ
Lazzaretti è anche l’amministratore delegato della neonata LonGevia Genomics Srl, la filiale italiana della company britannica che avrà sede a Cagliari. Si chiude così il capitolo della prima società di ricerca italiana nel campo della genomica, fondata nel 2000 da Renato Soru, fondatore di Tiscali, ex governatore sardo e attuale europarlamentare del Pd, e da Mario Pirastu, direttore dell’Istituto di Genetica delle Popolazioni del Cnr.
La Shardna SpA era stata acquistata dopo 9 anni dalla Fondazione San Raffaele Monte Tabor, finendo per essere coinvolta nella liquidazione della società di Don Verzè. E oggi si apre una nuova opportunità per la Tiziana Life Science, fondata dall’imprenditore italiano Gabriele Cerrone e quotata alla Borsa di Londra.
«Siamo consapevoli di aver acquistato una banca dati speciale ed unica perché è una delle più grandi e antiche che ci siano: comprende 230mila campioni biologici prelevati da circa 13mila abitanti genealogicamente radicati nella regione sarda dell’Ogliastra», spiega Lazzaretti. «Questa banca dati – continua – è caratterizzata da documenti e dati genealogici certificati che risalgono a più di 400 anni fa, integrati con i dati di genotipizzazione e cartelle cliniche. Questo potrebbe avere un potenziale scientifico molto importante che ben si integra con i nostri progetti».
ANZIANI DA RECORD
Il suo valore quindi non è rappresentato solo da numero impressionante di dati riguardanti una delle popolazioni più longeve al mondo, seconda sola all’isola giapponese di Okinawa. Non è certamente da sottovalutare il fatto che all’Olgiastra circa 1 persona su 2mila arriva a festeggiare i 100 anni di vita, quasi 5 volte in più rispetto agli altri paesi più sviluppati.
Quello che ha convinto la società britannica a investire 258mila euro è l’idea di poter utilizzare questi dati puri per individuare tratti genetici legati a varie malattie, per poi provare a sviluppare farmaci per combatterle. «Non crediamo di poter utilizzare tutti questi dati per creare un elisir di lunga vita», precisa Lazzaretti. «Ma sappiamo di avere tra le mani – continua – dati puri, cioè dati riguardanti una comunità geneticamente omogenea rimasta per lo più isolata, composta quindi per la grande maggioranza da diretti discendenti dello stesso gruppo di persone. Questo rende più facile per gli scienziati tracciare mutazioni genetiche collegate a malattie specifiche».
Nonostante la loro longevità, gli abitanti dell’Ogliastra hanno infatti una preponderanza superiore alla media per la pressione alta, l’asma, la sindrome dell’occhio secco, l’osteoporosi e l’alopecia. E la banca dati potrebbe celarne il motivo. «Ma noi siamo interessati perlopiù allo studio e sviluppo di farmaci per il trattamento di malattie oncologiche e immunologiche e siamo convinti che l’acquisto di questa preziosa banca dati si rivelerà molto utile ai nostri scopi», conclude Lazzaretti.
Il corriere della sera, 19/07/2016