“Da qui si vede il mare”, ibro di Mirella De Cortes presentato da MICHELA DERIU
“Da qui si vede il mare” è il nuovo libro di Mirella De Cortes (Edizione Amico Libro. pag 144 anno 2016 ). Mirella è pittrice, poetessa e scrittrice.
Nel primo libro di Mirella, la raccolta di poesie” Dialogo fra i gatti e la luna’, a ogni lirica dell’autrice corrisponde un quadro. Nella raccolta ’’Da qui si vede il mare” ogni racconto è un’istantanea di vita quotidiana, fermata nel tempo dallo scorrere di una penna che come un pennello si accende di luce e di colore.
Da Dario Fo al nostro Giorgio Todde ci sono artisti che sommano l’arte della scrittura a quella del pittura..
”Quando mi chiedono se preferisco dipingere o scrivere rispondo che è come se dovessi scegliere tra bere o mangiare. Sia la pittura che la scrittura fanno parte della mia anima e del mio modo di essere”, dice Mirella che in uno dei suoi racconti riesce a dar colore a connotazioni immateriali come la cattiveria e la stupidità.
Questa raccolta di racconti è vissuta da Mirella come un viaggio. Io direi evangelicamente che è come un tesoro da dove si estraggono cose nuove e cose antiche, per poterle tirare fuori bisogna saper guardare con gli occhi del cuore.
Perché la ricchezza deI viaggio nel tempo è questa: saper riempire un grosso forziere dove è riposto il bello e il meno bello, il dolce e l’amaro, l’allegria e la malinconia, tutti i sentimenti che fanno parte della vita. “Da qui si vede il mare” è anche la storia di donne e uomini che s’incontrano per la strada della vita. Storie di vita vissuta e a volte idealizzata. E’ bello idealizzare, è bello fantasticare su un lieto fine non scontato.
Come Marina, che incontra dopo tanto tempo il suo grande amore ed è combattuta se dar retta alla voce del cuore o a quella della ragione.
Ricordi di infanzia e saggezza popolare, il confronto con l’amore, con la malattia, con la morte.
Storie di donne che non si arrendono o, meglio, che si adattano senza arrendevolezza.
La mamma di Mirella che, come quella di Francesco Abate, non si dà pace all’idea che perderà per sempre la sua adorata 500.
Altre che, con problemi seri, dal mobbing al cancro, cercano e trovano un modo per sorridere ancora in questo mondo.
Storie di donne forti. Storie di uomini spesso inadeguati, anche la gatta di Lei Lui e Lea è di questo parere. In fondo sono uomini fragili.
”Dopo averli letti mi son resa conto che il tema dominante di questi racconti è la maternità. Gli uomini restano sempre un po’ figli. Forse per questo, in fondo, io, da donna, li vedo più fragili di noi donne’‘.
Le donne, come è giusto che sia in Sardegna, sono donne coraggiose, ognuna con un talento speciale.
La signora Luigina, semianalfabeta e appassionata di poesia, che per certi versi ricorda la protagonista di “La madre” di deleddiana memoria, scopre in tarda età la sua insospettata vocazione.
La signora Fisina, il cui nome da solo rievoca le strette vie di Castello, coltiva fiori e basilico ed, esprimendosi in sardo, impartisce una viva ed efficace lezione di didattiche a una professoressa un po’ demotivata.
Sono tanti i personaggi di questi racconti, anche Mommotti e Maria Barranca hanno un posto speciale: se non sapete chi siano siete fortunati, la vostra fiducia nell’ignoto ne ha sicuramente tratto giovamento.
E poi c’è il mare, il mare che vede dalla casa di riposo un anziano professore.
E c’è Azzurra, azzurra come il mare. Azzurra è il nome che, come unico dono, resterà in dote a una bimba figlia di una ragazza dell’est adescata come tante nel loro paese, finite come schiave nel bel paese.
In una sacca del mare si nascondono spiacevoli sorprese.
E tutti i ruscelli portano al mare, ma c’è un ruscello speciale dove scorre il vino e potrebbe risollevare l’umore della nostra umanità depressa.
In questo vortice di storie e riflessioni due sono i punti fermi:
La Sardegna e il mare……..
…….This precious stone set in the silver sea…..
…….This other Eden, demi paradise….
Bella definizione per una terra circondata dal mare.
Bravino Shakespeare, e non conosceva la Sardegna!
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Questa pietra preziosa adagiata in un mare d’argento
Quest’altro Eden, semi paradiso.