L’identità per la fraternità. Ad Arborea un incontro tra i veneti trevisani del continente e quelli sardi, di Alberto Medda Costella
Si è appena concluso l’incontro annuale della sezione arborense della Trevisani nel Mondo, una “due giorni” che quest’anno ha visto anche la partecipazione delle rappresentanze di Villorba, Istrana, San Biagio di Callalta, Treviso, Latina e Zurigo. Un gruppo ben affiatato, capitanato da Monsignor Canuto Toso, fondatore dell’Associazione nonché direttore del mensile che ne esprime la voce.
Le delegazioni sono giunte ad Arborea nel pomeriggio di venerdì 13, giusto in tempo per una visita al caseificio della 3A, che con la Cooperativa Produttori e la Banca di Arborea costituisce il perno del sistema economico del paese. La sera del sabato – grazie all’organizzazione concertata fra i Trevisani di Arborea, la Consulta Giovanile e l’amministrazione comunale – è stata dedicata alla proiezione del documentario “Stranieri in patria”, di Roberto Citran e Gianni Ferraretto, girato tra i veneti delle bonifiche di Alberese (Toscana), Agro Pontino e appunto Arborea, e che ha nel suo particolare il fatto che le testimonianze raccolte sono tutte nella parlata veneta, la lingua che rappresenta parte dell’identità della città sarda. Il film, commissionato dalla Regione Veneto e realizzato in collaborazione con l’Associazione culturale “Il Toro” di Padova, è risultato vincitore del premio Libero Bizzarri nel 2008, per la «sensibilità, l’ironia e la capacità narrativa con la quale i due registi veneti hanno raccontato un episodio così drammatico e importante della storia».
Per gli arborensi s’è trattato di una formidabile occasione per conoscere delle realtà simili alla loro, mentre per gli amici della Trevisani è stato il momento, ricco di suggestioni e anche di inevitabili emozioni, di apprendere la storia di queste genti, giunte in Sardegna, tra la fine degli anni venti e trenta del secolo scorso, in cerca di un avvenire migliore rispetto a quello che il destino aveva loro assegnato.
Le delegazioni ospiti sono state poi ricevute domenica dal sindaco di Arborea Manuela Pintus, che le ha accolte nell’aula consiliare del comune. Si è potuto così sviluppare, con tutta spontaneità, un confronto a 360 gradi, con un particolare interesse volto ai fenomeni migratori, che oggi sembrano conoscere nuovi aspetti anche nella realtà locale, come ha tenuto a precisare il primo cittadino. Una bella chiacchierata, a cui hanno preso parte, oltre a Bepi Costella, presidente della locale sezione dei Trevisani nel Mondo, anche Gianni Sardo, presidente della Cooperativa Produttori, il quale, a dispetto del cognome, è di origini venete pure lui. Molto originali gli interventi di Filiberto Bordignon della sezione di Latina, che ha spiegato ai presenti come e quando ha conosciuto Arborea, una vera e propria sorpresa nel trovare una realtà con storia e cultura simile alla sua, e di Pietro Frassetto della sezione di Zurigo, che ha raccontato di come la sua famiglia sia stata costretta, per lavorare, a disperdersi per cinque continenti.
Ci si è poi trasferiti dall’altra parte della piazza, alla chiesa del Santissimo Redentore, per la celebrazione della Messa officiata da Don Canuto che nell’omelia ha riscaldato il cuore di tutti, spendendo parole in cui il concetto di identità si è sposato, evangelicamente, a quello di fraternità, senza barriere od esclusioni.
La giornata si è poi conclusa col pranzo solenne, occasione anch’esso per dare concretezza al gradevolissimo spirito empatico sviluppatosi fra gli ospiti e gli ospitanti, figli tutti di radici comuni ed impegnati oggi nella costruzione di nuove relazioni nelle quali si vorrebbe coinvolgere anche i giovani delle famiglie di qua e di là del Tirreno.