PASSEGGIATA CAGLIARITANA, di Piero Marcialis
Vado al Poetto. A passeggiare. Coi disoccupati e i pensionati.
Che bella passeggiata, da Marina Piccola verso Quartu.
Tutto ben asfaltato e ordinato il percorso, coi bar tutti uguali.
A destra una volta c’era la spiaggia colle alte dune, adesso, dopo solo due giorni di pioggia, la spiaggia sembra una laguna.
Dicono che con le canne le dune riappariranno.
Di canne non me ne intendo, ma penso “chissà quante canne ci vogliono per vedere apparire tante belle alte dune…”
Vado avanti e arrivo all’ex-Ospedale Marino, un rudere ormai, monumento perenne dell’insipienza politica nostrana.
Di fronte, a sinistra, l’ippodromo. E’ chiuso. Strano per una città che vuol essere di richiamo turistico…
Più oltre immagino le saline, sono chiuse, e Molentargius coi suoi fenicotteri rosa, sa genti arrubia… Penso a tante cose, a progetti che richiedono coraggio e immaginazione politica. Mah…!
Sono stanco e prendo l’autobus. Nel centro tanti cantieri aperti per migliorare l’aspetto della città, alcuni hanno finito. Che bellezza! Poi arrivo alle periferie trascurate, senza bei marciapiedi, senza strade lisce asfaltate, senza giardinetti ben curati, senza lavoro, senza niente. Gente che non ha neppure casa, dorme in macchina.
Che desolazione! Vado via e vedo tante belle zone verdi, viale Buoncammino, c’era il carcere… Tante chiacchiere su cosa se ne doveva fare di questa grande struttura che non è più prigione, sarebbe tornata al popolo, alla cultura, invece no, chissà perchè!
Tanti bei spazi verdi, vanto dei sindaci che si sono succeduti negli anni del dopoguerra. C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole?
Forse nella selva dell’orto dei cappuccini…
Cinque anni fa ho sfilato per le strade di Cagliari, si gridava “Ora tocca a noi!”, “Meglio di prima non ci basta!”
Ora c’è silenzio, lo scontro è finito, siamo silenziosi, dietro a una sinistra evanescente, poco ambientalista, poco libertaria.
Passeggiamo. Più o meno come prima è bastato? Non a me.