FOLLIAME, l’ultima opera poetica di VALENTINA NERI, presentata da Michela Deriu

Valentina Neri (nella  FOTO, qui sotto) è antifemminista o le immagini freudiane hanno  un’altra valenza nella sua personale simbologia? … Valentina si definisce totalmente anti femminista…. Nella visione di Valentina la crudeltà è fondamentale in tutte le forme d’amore.

“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus’. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta. ” Walter Benjamin.

Ho scelto questo passo tratto da “La  filosofia della storia” dello scrittore tedesco perché, mi pare, che bene interpreti  la presentazione che Guido Oldani ha dedicato all’ultima opera di Valentina Neri , Folliame (edizioni La Vita felice, pag.92, €.12.000.)

Un’autrice in itinere, così l’ha definita Oldani con spunti molto interessanti .

Le sue liriche, come l’AngelusNovus, non si soffermano sulle macerie del passato ma, come la tempesta del futuro, creano nuove forme.

Antiletteraria, è sempre Oldani che parla, lontana dalla lirica del Novecento. Un Novecento ingombrante dal quale, nell’arte, non si riesce a staccarsi per trovare il nuovo, il non detto. E’ questo il tratto distintivo dell’Autore che emerge dal tanto proliferare di liriche : la novità.

La novità nei contenuti, la novità dell’immagine delle similitudini rovesciate:

Da quando mi hai sfiorata

Io sono un fiume in piena

Un rubinetto aperto

una cascata.

L’oggetto come metafora. Filippo Tommaso Marinetti, dal Manifesto tecnico della letteratura futurista: l’analogia non è altro che l’amore profondo che collega le cose distanti, apparentemente diverse ed ostili. Solo per mezzo di analogie vastissime uno stile orchestrale, ad un tempo policromo, polifonico e polimorfo, può abbracciare la vita della materia.

Nella letteratura futurista, soprattutto nelle ultime opere di Marinetti,  la lirica si alterna alla materia.

Nelle liriche di Valentina Neri la materia si fonde nella lirica. E’ una materia cosmopolita, avulsa da influenze regionalistiche.

Sempre Guido Oldani, per quanto riguarda i contenuti, definisce Valentina Neri antifemminista:

Sbattimi dentro e contro tutte le correnti

La cinghia che nell’aria

Agita venti e disegna  tornadi

Mi induce a trasalire

 

E ancora:

 

Se fossi capace di obbedire

Sarei più felice

Più sana più bella.

 

Preghiera dell’abbandono

 

Insegnami Padrone l’abbandono

Schiavizzami per liberarmi

Dalle diffidenze ataviche che mi opprimono

 

Questi versi  osservati da una prospettiva profana sono affermazioni inquietanti.

Riflettendo,  i dubbi che vengono alla mente sono due : Valentina Neri è antifemminista o le immagini freudiane hanno  un’altra valenza nella sua personale simbologia?

Valentina si definisce totalmente anti femminista.

La seconda è questa : quanto la crudeltà è una componente necessaria dell’amore?

Nella visione di Valentina la crudeltà è fondamentale in tutte le forme d’amore.

Per citare Claudio Damiani, che ha curato la prefazione di Folliame, Valentina Neri naviga nelle acque di un nuovo realismo, dove il presente appare e vuole apparire, e appare anche il domani sull’orizzonte. C’è da rimboccarsi le maniche, non è facile questo, c’è molta soddisfazione ma c’è anche molta sofferenza.

Tanta sofferenza, tanto  Folliame…..

Sguinzaglio l’avarizia per domare la lussuria

E, tuttavia, guardo all’ipocrisia con la dovuta superbia

Perciò invidio la libertà dei folli.

 

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