Lo shock necessario

 

 

di Giacomo Meloni

La nascita di due nuovi quotidiani in Sardegna sollecita curiosità ed intelligenza; ci fa ben sperare in una stagione nuova anche nel campo dell’informazione che rischiava di restare bloccata e sicuramente frenata da quei poteri forti che non amano troppo il risveglio delle coscienze della società civile desiderosa di maggiore libertà e partecipazione democratica. Per questi motivi vi facciamo i nostri migliori auguri e vi ringraziamo per le nuove opportunità che ci offrite.

Cosa vi chiediamo: la Sardegna si presenta oggi come un grande malato narcotizzato: è da tempo che ci siamo convinti che occorrerebbe un grande shock per risvegliarla. Non sono mancate le occasioni anche forti che hanno visto presenti nelle nostre piazze prima gli studenti con le occupazioni e i movimenti di forte contestazione alla “Riforma” Gelmini, lo sdegno delle donne di “Se non ora, quando?” contro la violenza e il degrado morale, il Movimento dei Pastori Sardi contro l’imbroglio del prezzo del latte ed i contadini ridotti alla fame, la rivolta dei commercianti contro le ingiustizie di Equitalia, i movimenti contro le centrali nucleari e i radar, le grandi manifestazioni sindacali che hanno mobilitato centinaia di migliaia di persone davanti ai palazzi del potere e delle Istituzioni.
Eppure ancora regna sovrana la calma ai piani alti, nonostante il vento delle rivoluzioni di questa straordinaria Primavera ci abbia portato il risveglio di intere popolazioni in Egitto e in Tunisia e qui in Sardegna il risultato esaltante della vittoria dei SI al Referendum contro le Centrali e i Depositi di scorie nucleari e la valanga dei SI ai quattro quesiti referendari nazionali e non ultimo il risultato delle elezioni amministrative che hanno cambiato di segno molte grandi città, compresa Cagliari il cui sindaco è un giovane di sinistra di 35 anni. La nostra proposta è che i vostri quotidiani avviino un grande dibattito pubblico su quale sviluppo e quale lavoro per la Sardegna di oggi. 
Vorremmo sollecitare un dibattito aperto, senza infingimenti e ipocrisie, senza schieramenti predefiniti; un dibattito, come si diceva un tempo, senza rete.
Non è possibile che passi sotto silenzio, per esempio, l’operazione che va sotto il nome accattivante di green economy, di chimica verde, di “Matrica” con una centrale a biomasse di 40 Mw che per funzionare impegnerebbe enormi estensioni di terreno: 8-10 mila ha di mais, 230 mila circa di cardo, che, come scrive Giuliano Murgia in un suo commento, corrispondono a “più di tutta la superficie attualmente impegnata in Sardegna da tutte le colture in atto”.
Eppure i Segretari Regionali di CGIL, CISL e UIL si sono dichiarati entusiasti e vedono in questo
Progetto un rilancio formidabile dello sviluppo del Nord Sardegna. Ebbene su tutta l’operazione vi è un silenzio sospetto, quasi si volessero tenere segreti i termini dell’intero progetto su cui la Giunta non ha informato neppure il Consiglio Regionale e le Commissioni competenti. In Sardegna abbiamo purtroppo assistito a grandi promesse di posti di lavoro e la stessa ENI ha grandi responsabilità su operazioni industriali fallite. Non vorremmo assistere inerti a nuove servitù industriali con ricadute pesanti sul territorio in termini di rischio ambientale e di salute per gli stessi lavoratori e gli abitanti dei territori interessati.
Gli 11 punti della Piattaforma della Manifestazione del 2 Luglio 2011 di CGIL-CISL-UIL sono tutti qualificanti, ma non ci convince il fatto che le stesse OO.SS denunciano al primo punto: “Denunciamo il mancato rispetto, da parte della Regione, dell’Accorso del 4 giugno 2010”:
Ad un anno di distanza, si è ancora fermi? Eppure CGIL-CISL-UIL sono continuamente in trattativa con la Giunta Regionale e firmano accordi che restano sulla carta. Allora è giusto interrogarsi anche sul ruolo dei Sindacati e su questi fallimenti e ritardi. Per questa ragione la Confederazione Sindacale Sarda-CSS non sarà presente a questa Manifestazione del 2 Luglio perché manca un senso critico e di riflessione che sarebbe invece urgente e necessario all’interno del movimento dei lavoratori.
Vorremmo che sui vostri quotidiani si aprisse un dibattito onesto e critico che ci aiutasse a capire perché in Sardegna, nonostante i numeri da brivido di disoccupazione giovanile al 44 % e l’alto indice di povertà delle famiglie sarde, non avvenga la rottura di sistema, ovviamente in termini pacifici e democratici, che provochi quel salto di qualità nella politica, nelle Istituzioni e negli stessi
Sindacati da tutti noi desiderato e auspicato.

Il Segretario Generale della CSS

05/07/2011

 

 

 

Condividi su:

    Comments are closed.