Cristianesimo globale, di Pier luigi Vercesi
La scorsa notte mi ha tenuto sveglio un libro da cui non riuscivo a staccarmi perché, a ogni pagina, mi montava sempre più l’indignazione. II fatto che non ne condivida una parola e lo trovi un meraviglioso esercizio di guardare il dito che indica la Luna piuttosto che la Luna stessa, è solo una mia questione personale, quindi ne consiglio la lettura.
Inoltre, come nei thriller che si rispettino, scoprirete solo nelle ultime pagine chi, con le sue “esternazioni” scritte, consente di svelare l’arcano.
Non si tratta di un romanzo ma di saggio teo-filosofico di 90 pagine del professore di Estetica Flavio Cuniberto pubblicato da Neri Pozza. II titolo è: Madonna povertà – Papa Francesco e la rifondanone del cristianesimo. Analizzando l’esortazione apostolica Bvangelii gaudium e l’enciclica Laudato si’, l’autore avalla la nota profezia di Nostradamus secondo la quale il “papa nero” (non per il colore della pelle ma per la provenienza dall’ordine dei Gesuiti) sarà l’ultimo a sedere sulla cattedra di San Pietro.
Così. come i cosacchi comunisti non hanno abbeverato i loro cavalli nelle fontane di Roma, non sarà nemmeno l’Islam a dissetare i cammelli in Vaticano: la fine del cristianesimo come religione la starebbe decretando il capo della Chiesa cattolica.
Il professor Cuniberto sostiene, con motivazioni discutibili che papa Bergoglio stia laicizzando in chiave illuministica il cristianesimo mettendo al centro della sua missione pastorale la lotta alla povertà e la difesa ecologica del pianeta, attribuendogli anche una gran confusione. Se il regno dei cieli si aprirà solo ai poveri, perché lottare contro la povertà? si chiede il professore: San Francesco avrebbe respinto questa teologia della liberazione che alegggia nelle stanze vaticane; oltretutto, secondo i VangeIi, Gesù dava scandalo perché frequentava gente ricca. Cos’è poi questa visione da laicissimi Paesi nordici di preservare una Natura che buona non è: «Se suolo, acqua, montagne sono la carezza di Dio, che cosa sono mai lo tsunami giapponese o il terremolo dell’Aquila o l’agonia dei moribondi?». Naturalmente sto semplificando le tesi del professore, dottamente motivate ma incredibilmente semplicistiche, soprattutto quando invadono il campo economico, geopolitico e sociologico. La conclusione comunque è questa: se togli la croce (raramente citata da Bergoglìo) e quindi la dìmensione sacrificale, seghi alla base la pianta del cristianesimo. Perché il papa lo farebbe? Semplice, cerca di riconvertire un impianto obsoleto: la vecchia spiritualità cristiana viene trasformata in ecologismo e anticapitalismo, con una strizzata d’occhio alla Rete e alle nuove tecnologie, che rendono più efficaci
Le azioni di marketing necessarie per diffondere la fede in un mondo globalizzato. Che dire, il prof non mi convince. Però, parliamone …