Trump & Berlusconi, così uguali così diversi, Antonio Polito

Stiamo sempre a lamentarci delle anomalie della politica italiana, a fare paragoni con la politica degli altri Paesi che ci pare immancabilmente migliore e più moderna, a biasimare l’arretratezza  e il provincialismo dei nostri politici. E invece in questi giorni è la più grande democrazia del mondo a fare confronti quotidiani con l’esperienza italiana, e a cercare qui da noi le radici di un fenome­no senza precedenti come Donald Trump. IlI quale, dal punto di vista antropologico prima ancora che politico, sembra mo­dellato alla perfezione sul nostro Silvio Berlusconi. E così sulla stampa americana si susseguono paralleli tra i due impren­ditori e il loro personalissimo stile.

In effetti Berlusconi è stato un antesi­gnano, un anticipatore da molti punti

di vista. Per esempio del populismo, che è oggi moneta corrente nel mondo occidentale, e che consiste nel mettersi sempre dalla parte di un mitico popolo contro una altrettanto mitica élite. Berlu­sconi costruì il suo folgorante successo nel ’94 proprio su questo schema: contro i politici di professione, contro i grandi capitalisti del salotto buono, contro i media tradizionali imbevuti di ipocrisia

e di perbenismo; a favore dell’uomo e soprattutto della donna qualunque. Trump fa la stessa cosa. Ed è parados­sale che siano proprio due miliardari a usare quest’arma: sembra incredibile, ma milioni di persone povere si sono affidate o si affidano a due straricchi per avere più giustizia sociale. Questo avviene perché quei due possono presentarsi come self made men, gente che si è fatta da sola, e dunque incarnano un modello anche per chi spera che prima o poi possa cambiare la propria fortuna. «Miliardari qualun­que», li ha ribattezzati Alexander Stille con un efficace ossimoro. I miliardari della porta accanto.

Inutile aggiungere che anche l’esibizione di uno stile macho accomuna i due, dalle allusioni sulla potenza sessuale di Trump al bunga bunga di Berlusconi.

Eppure, tra tante somiglianze, ci sono an­che grandi e profonde differenze, e sono state segnalate in America da Huffington Post. La prima è proprio la ricchezza. Perché Trump è sì ricco, ma neanche lontanamente ricco quanto Silvio Berlu­sconi. Almeno relativamente al Paese in

La seconda dif­ferenza sostanziale è che Trump non può certo vantare il controllo dei media che tanta parte ha avuto nell’ascesa politica di Berlusconi (e nelle polemiche sulla sua ascesa). Il leader di Forza Italia dispone­va già di un impero televisivo di grande successo popolare quando “scese” in politica, e controllava addirittura sei reti televisive su sette quando era a Palazzo Chigi. Trump invece è in lite continua con tutti i media e perfino con Fox News, il canale tv della destra americana.

La terza e ultima differenza è che Trump ha molti meno problemi con la giustizia di quelli che ha avuto e tuttora ha Silvio Berlusconi, e quindi è molto più libero nella sua azione politica. Non è chiaro se questo sia dovuto alla giustizia (le pro­cure in Italia sono state particolarmente attive in materia); oppure se sia dovuto all’accortezza del candidato (Trump non ha neanche ancora reso pubblica la sua dichiarazione fiscale).

Ps: c’è poi un’ultima differenza, ma que­sta l’aggiungo io: la soluzione tricologica del Cavaliere (il trapianto) è di maggior efficacia e dignità di quella di Trump (di origine misteriosa, nella migliore delle ipotesi un riportone).

 

Da Il Corriere della sera,  SETTE, 18 MARZO 2016

 

Condividi su:

    Comments are closed.