IL PROCURATORE DI CAGLIARI, ROBERTO SAIEVA, COME CICERONE, NICEFORO E RICCIARDETTO? di Francesco Casula
Ecco cosa ha detto all’inaugurazione dell’anno giudiziario:
Ecco cosa ha detto all’inaugurazione dell’anno giudiziario:
“Altro fenomeno criminale che nel territorio del Distretto appare di rilevanti proporzioni è quello delle rapine ai danni di portavalori, organizzate normalmente con grande dispiegamento di uomini e mezzi. Diffusi sono comunque analoghi delitti ai danni di sportelli postali e di istituti bancari. E’ agevole la considerazione che nella esecuzione di questi delitti si sia principalmente trasfuso l’istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione, crimine che sembrerebbe ormai scomparso”.
E’ un passo avanti.
CICERONE aveva bollato Sardi come naturalmente mastrucati latrunculi, inaffidabili e disonesti, in quanto africani (oggi diremmo negri), anzi formati da elementi africani misti, razza che non aveva niente di puro e dopo tante ibridazioni si era ulteriormente guastata, rendendo i sardi ancor più selvaggi. “Qua re cum integri nihil fuerit in hac gente piena, quam ualde eam putamus tot transfusionibus coacuisse?”(E allora, dal momento che nulla di puro c’è stato in questa gente nemmeno all’origine, quanto dobbiamo pensare che si sia inacetita per tanti travasi?).
ALFREDO NICEFORO parlava del Nuorese come “Zona delinquenziale” e degli abitanti delle zone interne della Sardegna caratterizzati da una naturale predisposizione al crimine.
RICCIARDETTO (alias Augusto Guerriero) su Epoca negli anni ’60 scriveva che i Barbaricini occorreva “trattarli” con gas asfissianti o per lo meno paralizzanti.