Anche la Confederazione Sindacale Sarda è contraria alla riforme degli enti locali della Sardegna definita nel dl. 176. Le ragioni.

 

Questo martedì 1 dicembre 2015 si riuniranno tutti i Sindaci della Sardegna per rinnovare

la richiesta della sospensione del processo legislativo del D.L. 176 della Giunta Regionale,

così come licenziato dalla I° Commissione del Consiglio Regionale e l’apertura immediata

di un tavolo di confronto con la Giunta e lo stesso Consiglio,

La Confederazione Sindacale Sarda-CSS fa propria questa accorata ed unanime richiesta dei

sindaci perché “nel rispetto del principio di leale collaborazione fra enti, siano individuati enti

e livelli  amministrativi che garantiscano pari diritti,medesime opportunità ed uguale riconosci

mento (costituzionale e di rappresentanza politica) a tutti i territori e a tutti i cittadini della Sardegna”.

La Riforma, così come l’abbiamo potuta leggere nel testo licenziato dalla I° Commissione, non

assicura questa parità di diritti ed è un fatto gravissimo che la stessa arrivi in aula alla discussione

ed eventuale approvazione del Consiglio Regionale senza che si sia aperto un grande dibattito

pubblico e coinvolgimento generale di tutti i protagonisti sociali a partire dai sindaci e dai

Consigli comunali, rappresentanti delle nostre comunità,primi soggetti di democrazia partecipata.

La Riforma deve porre al centro i cittadini e la Sardegna,deve fondarsi sulle comunità dei nostri

paesi e delle nostre città senza alcuna discriminazione e sottovalutazione del loro peso politico

e rilevanza costituzionale.

Le Unioni di Comuni devono sfuggire alla logica predeterminata in base ad ipotesi di regioni storiche e di lobbies di aggregazione con super provincie tirreniche,mediterranee o di città-territoriali allargate di tipo metropolitano che sono alchimie politiche e non razionali definizioni riformatrici secondo lo spirito dei risultati referendari e le innovative tendenze istituzionali che si possono sperimentare con il Federalismo dei Comuni.

Le Unioni di Comuni , senza una visione alta di Federalismo Istituzionale,restano al massimo

una “modalità di esercizio”di alcune funzioni e l’erogazione di alcuni servizi, solo quando

ciò risulti più vantaggioso economicamente e più efficace ed efficiente.

Ma l’Unione dei Comuni non possono sostituire i livelli istituzionali politici previsti dalla Costituzione che si devono reggere sul principio di mutualità e collaborazione come sancito dalla Carta Europea delle Autonomie Locali.

La CSS ritiene che ,invece,in una logica di Federalismo intero istituzionale,  i Comuni ed i loro

Consigli Federali possono scegliere a seconda delle strategie territoriali di sviluppo ed i progetti

attuativi delle scelte maturate in base alle risorse finanziarie disponibili o da acquisire,partenariati

tra Comuni definendo volta per volta,senza complicazioni burocratiche, confini di progetto o di gestione di servizi essenziali e collettivi. Queste opportunità ad aggregarsi dovranno garantire le soluzioni più efficaci,efficienti ed economiche possibili, garantendo la funzionalità dei servizi e dei programmi operativi e finanziari, dando vita a specifici Bilanci Federali concordati e deliberati in fase preventiva e consuntiva dalle Federazioni Territoriali dei Comuni interessati, oltrechè dal Consiglio Federale e quanto di competenza del Consiglio Regionale.

 

La CSS è convinta che con l’avvio del processo di integrazione Federale dei comuni della Sardegna

sarà facilitato di conseguenza il processo federale dello Stato e dell’Europa dei Popoli.

Questa visione ed impostazione federale esclude la scelta antistorica e pericolosa per la stessa unità e autonomia speciale della Regione  presente nel D.L. della Giunta Regionale, licenziato dalla I° Commissione,di considerare la Città di Cagliari come unica città metropolitana della Sardegna,concentrando su di essa la maggior parte delle funzioni,enti e risorse che appartengono all’intera Sardegna e che, invece, devono essere equamente distribuite sul territorio sardo,rispettando le realtà socio-culturali,amministrative,economico-politico e istituzionali.

Facciamo appello a tutte le forze democratiche perché ci sia un ripensamento ed una modifica di questa inadeguata proposta di Riforma perché la fretta di decidere non costringa in una camicia di forza la nostra isola, che per volare ha bisogno almeno di due ali e di un motore .i cui componenti siano plurali e condivisi, nel rispetto dei valori di identità,equità,.fratellanza,democrazia e libertà di cui andiamo fieri.

CAGLIARI, 30 novembre 2015,

Il Segretario Generale della CSS

 

Dr Giacomo Meloni

 

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