ll documento dei sindaci sardi riuniti a Nuoro il 27 novembre 2015
I sottoscritti sindaci,
VISTA la Legge 56/14 denominata anche “Legge Delrio” contenente norme di riforma economica e sociale, ma con importanti ripercussioni sul sistema istituzionale locale e sulla democrazia di prossimità;
VISTO il D.L. 176, della Giunta regionale, così come licenziato dalla Commissione I del Consiglio Regionale;
EVIDENZIATO che ad oggi non si è realizzata la necessaria concertazione coi territori, gli attori economici e sociali, le organizzazioni di categoria, i sindacati e le rappresentanze istituzionali e che nessuna “riforma” del sistema di democrazia locale potrà mai funzionare senza una condivisione dei sindaci e dei comuni;
VERIFICATO che per amministrare il territorio regionale, vengono previste tre tipologie di enti: alcuni di valenza costituzionale (Città Metropolitana), altri in via di “dismissione costituzionale” (Province), altri ancora con organismi non di rango costituzionale (Unioni di Comuni);
EVIDENZIATO, PER QUANTO CONCERNE L’UNIONE DEI COMUNI:
- che il DL 176, se approvato, nell’articolato approvato dalla Commissione, rischia di creare il caos istituzionale ed una confusione di competenze, con l’effetto di produrre un ulteriore accentramento verso la Regione, già oggi più impegnata nella gestione amministrativa che in quella di regolamentazione dei processi e di programmazione;
- che rischia di aumentare le disparità fra territori e dentro i territori; fra ambiti urbani e ambiti rurali; fra aree costiere e aree interne; fra le stesse e differenti forme urbane della Sardegna.
- che prevede una differenziazione incomprensibile fra Unioni di Comuni di Area Metropolitana, Unioni di Comuni “normali” e Unioni di Comuni montani, sui quali si prevedono aleatorie forme compensative, ma ad invarianza di spesa a valere sul bilancio regionale benché aumentino: competenze, responsabilità, funzioni e procedimenti.
- che non scioglie, per quanto riguarda le funzioni associate, il nodo democratico all’interno delle Unioni di Comuni derivante non da un mandato popolare, ma da una elezione di secondo livello per la gestione associata delle funzioni fondamentali dei Comuni.
EVIDENZIATO, PER QUANTO CONCERNE LE CITTA’ METROPOLITANE:
- che il DL 176 prevede una sola città metropolitana, quella di Cagliari, benché l’Unione Europea ne riconosca, almeno, due (C 4820 del 01/12/2005), così come la storia e la geografia;
- che l’ambito territoriale della città metropolitana diverge da quello, almeno provinciale, individuato sia dal legislatore statale (art. 1 c.5 L. 56/2014), che da quello delle altre regioni a Statuto speciale;
- che l’individuazione del numero e dell’ambito territoriale delle città metropolitane è una scelta politica discrezionale nella esclusiva disponibilità del legislatore regionale, non essendoci alcun parametro (demografico, sociale, infrastrutturale, trasportistico, ecc.) stabilito dalla Costituzione, da norme statali o da direttive e/o regolamenti comunitari.
EVIDENZIATO, PER QUANTO CONCERNE LE PROVINCE:
- che il Senato, in prima lettura, ha già approvato la modifica dell’art. 114 della Costituzione prevedendone la soppressione;
- che il DL. 176 “salva” le province storiche di: Sassari, Nuoro (previste dall’art. 43 dello Statuto) e quella di Oristano, istituita con legge dello Stato nel 1974;
- che sono state presentate proposte di legge costituzionale per la modifica dell’art. 43 dello Statuto speciale della regione Sardegna;
- che vengono soppresse quelle della Gallura e dell’Ogliastra;
- che viene creata la nuova provincia del “Sud Sardegna”, priva di una propria identità territoriale, culturale, comprendente il territorio delle soppresse province del Medio Campidano e del Sulcis ed i comuni della provincia di Cagliari che residuano dalla sottrazione di quelli riconosciuti come area metropolitana;
- che manca una strategia che individui, a regime dopo la soppressione delle province, l’ente per l’esercizio delle funzioni intermedie (fra quelle comunali, esercitabili anche dalle Unioni e quelle regionali);
CHIEDONO
anche a nome dei rispettivi Consigli comunali, che in molti casi hanno discusso ed approvato apposite mozioni in tal senso, e dei cittadini che rappresentano:
- Una sospensione del processo legislativo e la immediata apertura di un tavolo di confronto col Consiglio Regionale;
- Nel rispetto del principio di leale collaborazione fra enti, ad individuare enti e livelli amministrativi che garantiscano pari diritti, medesime opportunità ed uguale riconoscimento (costituzionale e di rappresentanza politica) a tutti i territori e tutti i cittadini della Sardegna;
- Che la riforma miri ad assicurare equità e solidarietà fra territori; promuovere e rafforzare la democrazia di prossimità;
- Che la riforma sia partecipata dalle comunità locali e dai cittadini;
- In conclusione, una riforma che ponga al centro i cittadini e la Sardegna, si fondi sui Comuni (e non solo sulle Unioni di Comuni, che devono restare una modalità di esercizio di alcune funzioni e l’erogazione di alcuni servizi, solo quando ciò risulti più vantaggioso economicamente e più efficace ed efficiente), e sui nuovi livelli istituzionali previsti dalla Costituzione, per attuare il principio della mutualità e della collaborazione, così come sancito dalla Carta Europea delle Autonomie Locali.
Nuoro 27/11/2015