“Sono islamici, via dalla canonica”: i fedeli fermano il prete pro-rifugiati, di JENNER MELETTI

Nel Vicentino l’assemblea dei parrocchiani boccia l’ospitalità. Il sacerdote: “Sommerso da urla da stadio, ma io non mi arrendo”. L’articolo è tratto da Il corriere della sera, 7 settembre 2015.

VALLE DI CASTELGOMBERTO (VICENZA). Gli pesa ancora sul cuore, quell’”assemblea avvelenata “. “Non me l’aspettavo proprio. Volevamo ospitare sei, al massimo dieci profughi in una canonica abbandonata da anni. Ne abbiamo discusso in assemblea, nella chiesa di Santa Cecilia. Quasi tutti hanno detto no. “‘Mio nonno ha costruito quella canonica per i preti, non per i musulmani”‘, ha gridato uno di loro”. Don Lucio Mozzo, 63 anni, parroco di Valle e di Trissino, è ancora scosso. Una chiesa così piena  -  250 persone  -  la vede solo a Natale. Anche mercoledì sera era colma ma quando una ragazza ha mostrato la sua maglietta con la scritta “Chi ha paura muore tutti i giorni…” e ha detto che lei i migranti li avrebbe accolti, “subito si sono alzati  -  racconta il parroco  -  i buu e le urla, come allo stadio”. “Per fortuna, domenica dopo pranzo, mi è arrivato il primo messaggino. “Don Lucio, il Papa la pensa come te”. Spero che con l’aiuto di Francesco le cose cambino. Ma ho i miei dubbi”.

Boschi e annunci di sagre, nel paese di Valle, 1.200 abitanti. La canonica è grande, perché ospitava non solo parroco e perpetua ma aveva anche stanze per i missionari. “L’edificio ci è stato chiesto  -  racconta don Lucio Mozzo  -  dall’associazione Giovanni XXIII, quella fondata da don Oreste Benzi, per ospitare migranti in attesa di esame, soprattutto donne e bambini. Non abbiamo voluto decidere solo noi, come Consiglio pastorale. Ci sembrava giusto ascoltare il parere dei fedeli che dovranno convivere con quelle persone. Ma il confronto è stato quasi impossibile. Io ho detto che il cristiano, di fronte a chi ha bisogno, non può guardare da un’altra parte. Non può dire soltanto “prima i nostri”, come annunciano i nostri sindaci. “Prima i nostri” può andare bene ma non può significare “nulla per gli altri”. Onestamente, quelli della Giovanni XXIII hanno spiegato che donne e bimbi sarebbero stati la maggioranza, ma non potevano escludere la presenza di uomini. E allora tanti si sono messi a protestare. “Fate finta di consultarci e invece avete già deciso. La canonica sta fra la scuola elementare e il parco giochi dei bambini. I nostri piccoli non potranno più uscire di casa”. Non si è votato, naturalmente, ma almeno l’80% dei miei parrocchiani ha detto no”.

Non è finita. Domani sera si riunirà il consiglio pastorale, nella parrocchia di Trissino. Quelli di Valle stanno organizzandosi per andare a protestare. “Guardiamo la televisione anche qui  -  raccontano Gigi Poletto dell’osteria “El punaro”  -  e assieme a lui Romina, Davide, Francesco, Benni  -  e sappiamo cosa succede quando arrivano questi profughi. Gli extracomunitari sono qui da vent’anni, ci sono serbi e cinesi, brasiliani, sudamericani… Ci sono bambini di 12 nazionalità, a giocare nel parco. Basta un adulto per sorvegliare tutto. Non c’è mai stato razzismo, in paese. Ma questi stranieri si sono integrati qui con umiltà, non ci sono stati imposti. Dietro di loro ci sono quelli che fanno business sulla loro pelle. In assemblea ci hanno anche detto che se non prendiamo questo piccolo gruppo magari la prefettura requisisce un hotel o delle case e ce ne manda cinquanta. Questa è una vera minaccia”.

Il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol, ospita già 4 migranti nel palazzo vescovile. A febbraio ha lanciato un appello perché i 22 vicariati che guidano le 355 parrocchie della diocesi ospitino “almeno una famiglia “. Non solo alloggio, ma anche assistenza continua di volontari esperti. Finora hanno risposto 7 vicariati. “Siamo rincuorati  -  dice oggi  -  dall’appello del Papa. E chiediamo che anche le parrocchie possano dare una risposta positiva. Possono essere comprensibili timori e titubanze ma non possiamo permettere che il cristiano ceda alla paura”.

Don Lucio Mozzo sta pensando al Consiglio di domani sera. “Dopo quell’assemblea velenosa, speriamo di poter discutere non con la pancia ma con intelligenza, cuore e fede. Ma c’è un punto fermo: un cristiano non può chiudere la porta a chi ha bisogno. Lo spiegheremo anche a quelli che, fedeli o no, verranno a contestarci da Valle. Forse il nonno che ha costruito la canonica non pensava davvero che sarebbe stata usata da musulmani, ma certamente oggi obbedirebbe al Papa”. Davanti alla chiesa di Trissino c’è un monumento in bronzo “All’Emigrante”. “La speranza sia sempre più forte della paura”, c’è scritto. Sembra un appello di papa Francesco: la firma è quella di Tacito.

 

 

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