Quell’81% di arabi pro-Isis e l’Islam dei sogni, di Angelo Panebianco

Il sondaggio di Al Jazeera che rivela il vasto consenso popolare di cui gode il Califfato cancella le nostre illusioni su un Islam “moderato”.


I giornali occidentali hanno parlato di “sondaggio choc”. La notizia riguardava una domanda rivolta

ai propri spettatori dalla popola­rissima televisione del Qatar (ma seguita in tutto il mondo arabo) Al Jazeera. La domanda era «Sei favorevole alle conqui­ste dello Stato islamico in Iraq e in Siria?» Hanno risposto alla domanda trentot­tomila spettatori e l’ottantun per cento di loro ha detto «sì». Non si tratta di un vero sondaggio naturalmente. I sondaggi di opinione sono uno strumento tipico delle democrazie: nel mondo arabo le democrazie sono rarissime e così, di conseguenza, lo sono anche i sondaggi. Però, l’iniziativa di Al Jazeera non è priva di significato. Offre un indizio a confer­ma di quanto già si sapeva, ossia che la popolarità dello Stato islamico entro il mondo arabo-sunnita è assai forte, forse altrettanto forte dell’avversione che esso suscita nel mondo occidentale. Non è una sorpresa. Così come Bin Laden raccolse grandi consensi fra gli arabi sunniti dopo gli eventi dell’n settembre 2001, lo Stato islamico oggi ne ricalca le orme: per la sua capacità di colpire sia i musulmani corrotti che gli infedeli e i crociati.

Per auto-rassicurarsi, di fronte alla minac­cia rappresentata dall’islamismo radicale, gli occidentali si sono inventati un mon­do islamico a proprio uso e consumo, che non esiste. In quel mondo ìmmagìnarìo gli estremisti sono una sparuta mino­ranza, isolati e rifiutati dalla schiacciante maggioranza dei musulmani. Non è così. Gli estremisti islamici, come è inevitabile, godono di vaste simpatie che diventano latenti, nascoste, oppure si manifestano apertamente a seconda del momento, a seconda che i jihadisti stiano subendo sconfitte oppure stiano mietendo succes­si militari.

SUNNITI AUTORITARI. Ci sono tre ragioni che spiegano le estese simpatie arabo­sunnite per l’estremismo. La prima è culturale, ideologica: riguarda la grande diffusione delle interpretazioni fonda­mentaliste dell’islam. La seconda ragione ha a che fare con la natura dei regimi politici prevalenti nel mondo musulma­no. Sono quasi tutti varianti dell’autori­tarismo. In quanto tali, non addestrano a distinguere fra regimi di libertà e regimi di oppressione, non insegnano a provare ostilità per chi opprime la libertà altrui e lo fa per giunta con ferocia. La terza ragione ha a che fare con il risentimento verso gli occidentali. Tanti arabi sunniti sono ostili agli occidentali cui imputano tutte le loro disgrazie: viene apprezzato chiunque dia mostra di saper tener testa ai crociati. È anche a causa di questa popolarità diffusa (oltre che al fine di contrastare gli sciiti) che le potenze sunnite, dalla Turchia all’Arabia Saudita, hanno di fatto favorito la nascita dello Stato islamico e non fanno nulla per fermarlo. Faremmo bene a occuparci del mondo islamico che c’è, anziché di quello inventato da noi.

Da  SETTE,  il settimanale del Correre della sera  n° 23 del 5 giugno 2015

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