Il fascino indiscreto del putinismo, di Nicolò MigheliL

L’EDITORIALE DELLA DOMENICA

Adam Michinik giornalista dissidente e cofondatore di Solidarność, ha definito l’elezione di Andrzej Duda presidente della Polonia una marcia di velluto verso la dittatura. L’eterna austerità europea sta producendo patologie che sanno tanto di fascismo 2.0. A Bruxelles sono attenti ai conti, se ne lavano le mani della emergenza biblica dei migranti, deliberano sul diametro della zucchina; non intervengono minimamente per bloccare il populismo di destra che colonizza l’immaginario degli europei.

Sono lontani i tempi quando nel 1994 il vicepremier belga Di Rupo, si rifiutò di stringere la mano del ministro del primo governo Berlusconi Tatarella per il suo passato nel Msi. Anni in cui la prima condizione per aderire alla UE erano gli standard di democrazia. Ora tutto questo pare non esista più. L’Ungheria da anni è governata da Viktor Orbán con politiche revansciste e di discriminazione nei confronti dei Rom. Jean Claude Juncker presidente della Commissione europea, il 22 maggio lo ha accolto chiamandolo scherzosamente dittatore.

Questo perché il premier ungherese ha proposto che si apra un dibattito sulla reintroduzione della pena di morte. Secondo Orbán ogni paese europeo dovrebbe scegliere come meglio comportarsi. La UE sollevando gli occhi dai bilanci, per una volta, ha riaffermato che l’abolizione della pena capitale è prerequisito essenziale per stare in Europa. Da esserne sorpresi. Le istituzioni europee finanziano a fondo perduto l’Ucraina dove in posti di governo seggono dei nazisti dichiarati, ma si rifiutano di ridiscutere il prestito greco. Per la politica europea, dominata dalla destra economica da oltre dieci anni, il pericolo non sono i fascismi risorgenti ma movimenti come Syritza e Podemos.

La disgregazione però, si nutre di un nazionalismo escludente e del blocco di ogni processo integrativo. Poiché il mantra dei conti in ordine e dei compiti a casa è diventata questione teologica, ne consegue una spinta al rafforzamento del potere centrale nei singoli paesi per il controllo della spesa. Il tramonto del sogno dell’Europa dei popoli. Un processo che in Italia si mostra in tutta la sua chiarezza. Modifiche costituzionali che di fatto aboliranno le regioni e minimizzeranno il ruolo del parlamento. Istituzione di sistemi elettorali che escludono le minoranze. Tentativi di mettere sotto controllo Corte Costituzionale e la magistratura. La stessa libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione è in pericolo.

È in corso una diminuzione dei diritti collettivi funzionale al controllo. Questo permette alla destra populista di intestarsi la difesa dello stato sociale. Uno spazio politico lasciato libero dalla sinistra tradendo la sua ragion d’essere. Putin, ovvero il putinismo, ha vinto esercitando il suo fascino scandaloso. Un modello autoritario come unico strumento concepibile per poter governare società complesse. Una sorta di riflesso pavloviano delle classi dirigenti colte dal timore di poter perdere i propri privilegi ed il potere. Questo significa inventarsi nemici su cui scagliare la rabbia popolare, siano essi rom, migranti o il matrimonio omosessuale. Compito facile, a cui si prestano tv e giornali, spesso con servizi falsi atti a creare un senso comune condiviso. Ancora una volta gli imprenditori della paura pronti a raccogliere i loro vantaggi.

Il prossimo passo la limitazione delle libertà personali. In Francia è stata approvata una legge antiterrorismo che permette alle autorità investigative di controllare senza alcun mandato giudiziario ogni computer. Basterà entrare in uno dei siti considerati pericolosi dalle polizie per poter essere denunciati. Una nuova inquisizione con tanto di indice dei siti proibiti. All’Expo di Milano si licenziano i dipendenti che non hanno il nulla osta della questura. Per essere nella lista nera basta aver partecipato ad una manifestazione. Un processo che ci sta portando dritti verso la demokratura; un simulacro di democrazia che si consuma con elezioni dove l’esecutivo esercita il massimo controllo in assenza di contrappesi.

Tutti i poteri in mano al governo e la fine della democrazia liberale. In questi giorni in Italia in molti si chiedono se un movimento come Podemos abbia un suo spazio politico. Parrebbe di no. L’indignazione e la rabbia dell’impoverimento dei ceti medi sembrerebbero sequestrati dal M5S e da Salvini. Per il resto quasi nulla. Il putinismo è in corso di realizzazione ma in Italia pochi se ne rendono conto.

Ci siamo irrimediabilmente disumanizzati che per la modesta pappatoria di oggi siamo disposti a dar via tutti i nostri principi, l’anima, tutti gli sforzi dei nostri predecessori e le opportunità per i nostri posteri- qualsiasi cosa pur di non arrecare turbamento alla nostra precaria esistenza. Non sappiamo più cosa sia l’orgoglio, la fermezza ed un cuore fervido. Non ci spaventa nemmeno la morte nucleare, la terza guerra mondiale (ci sarà pure un buco dove nascondersi)- una sola cosa temiamo: di dover fare quei pochi passi che ci separano dal coraggio civico!” Aleksandr Solgenitsyn. Nient’altro da aggiungere.

 

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