PER LA REGOLAMENTAZIONE DELLA PROSTITUZIONE

Sono almeno 9 milioni gli italiani che frequentano le prostitute. Di fronte a un mercato sommerso che vale circa 3,5 miliardi di euro, la legge Merlin non è più adeguata. E allora cosa si può fare in Parlamento per regolamentare la prostituzione e farla uscire da uno stato di illegalità contrastando lo sfruttamento e riconoscendo diritti e doveri dei sex workers? Dal sito di Pierpaolo Vargiu, deputato, venerdì 10 aprile 2015.

Ci sono almeno 70 parlamentari che hanno presentato o sostenuto proposte di legge per superare la legge Merlin con regole certe. L’8 aprile alla Camera con la senatrice Maria Spilabotte abbiamo lanciato una iniziativa trasversale per la regolamentazione della prostituzione.

(Clicca qui per leggere la rassegna stampa)

Ecco i punti del manifesto:

1) Riconoscere l’attività di prostituzione, purché svolta “in autonomia e libertà”, a livello fiscale, contributivo e previdenziale, vincolandola a test sanitari obbligatori, all’iscrizione presso la Camera di Commercio e all’uso obbligatorio del preservativo. Uguali criteri autorizzativi sono adottati per chi esercita l’attività di prostituzione online mediante applicazioni o servizi on line;

2) Permettere la prostituzione in luoghi aperti al pubblico solo in forma associata o cooperativa tra persone dello stesso sesso che esercitano l’attività di prostituzione

3) Vietare l’esercizio della prostituzione nei luoghi pubblici e regolarla solo in aree individuate dagli enti locali, d’intesa con associazioni di settore e di cittadini;

4) Destinare parte dei proventi derivanti dalla tassazione della prostituzione per

  • promuovere la repressione della tratta degli esseri umani, dello sfruttamento della prostituzione e della prostituzione minorile
  • incoraggiare e tutelare i percorsi di reinserimento sociale dei soggetti che intendono cessare l’attività di prostituzione;
  • Assegnare risorse adeguate per la formazione del personale sanitario, di assistenza sociale e di pubblica sicurezza che interagisce con i soggetti che esercitano l’attività di prostituzione e per l’organizzazione della rete di assistenza sanitaria
  • informare sui rischi socio-sanitari connessi al fenomeno della prostituzione, con particolare attenzione alle attività di prevenzione nei giovani di età inferiore a diciotto anni;
  • sostenere le iniziative di educazione sessuale e di valorizzazione del ruolo e della dignità della persona;

5) La restante parte dei proventi, comunque maggioritaria, è destinata agli enti locali.

 

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