Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno IV, n° 10, domenica 15 marzo 2015.

IN CUSTA CHIDA:  notiziario settimanale della Sardegna.


I PARLAMENTARI SARDI GRIDANO: “SALVIAMO LA SARDEGNA!!!”. 1. La Sardegna è «una questione nazionale». Lo è diventata ed «è impossibile negarlo». I numeri, maledetti numeri, sono lì. E peggiorano giorno dopo giorno. Sempre più neri. Eppure Roma continua a distare anni luce, l’Europa taglia fuori l’Isola dai nuovi finanziamenti, il Mediterraneo sembra ormai un oceano. Cresce soltanto il monte delle promesse inevase. Basta persino dire «basta». Solite lamentele che non assordano più nessuno? Forse. Ma un manipolo di parlamentari sardi ci riprova e giura che stavolta «non è un piagnisteo».


RIFIUTI NUCLEARI. FORZA ITALIA CHIAMA I SARDI ALLA LOTTA CONTRO L’ITALIA. 1. Le fonti sono «attendibilissime» e, al 90 per cento, la Sardegna diventerà un «cassonetto» di feci nucleari. Quale zona, esattamente? «Quella centrale». L’ex governatore Ugo Cappellacci ha lanciato l’allarme nei giorni scorsi e ieri ha alzato il tiro, insieme a quattro consiglieri di FI. Non c’è tempo da perdere, l’operazione è alle fasi finali, urge una mobilitazione. «E non soltanto del Consiglio», ha precisato Pietro Pittalis. Insomma, «diamo la sveglia a Pigliaru» e alla sua Giunta «immobile», diciamo a Renzi che la discarica «può farsela in Toscana» e chiediamo «a tutto il popolo sardo» un fronte di dignità. Resistenza e battaglia, una sorta di chiamata alle armi.


PARTITO DEMOCRATICO: SIAMO PRONTI AD OPPORCI   CON TUTTI I MEZZI …1.
Se Cappellacci ritiene che sarà la Sardegna ad ospitare il deposito unico nazionale, a causa di una giunta «immobile», dal Consiglio arriva la risposta di Antonio Solinas, presidente della commissione Ambiente: «La Sardegna non può essere il deposito dei rifiuti nucleari», spiega l’esponente del Pd. Insomma: il centrosinistra sardo è pronto a farsi sentire, nel caso vengano confermate le indiscrezioni diffuse da Capellacci e dal gruppo consiliare di Forza Italia, secondo cui i giochi sarebbero ormai fatti.

I PARLAMENTARI SARDI GRIDANO: “SALVIAMO LA SARDEGNA!!!”. 2. Al grido di “Salviamo la Sardegna” si punta in alto e con un fronte allargato. L’arsenale è una mozione presentata al Senato e alla Camera, con accorate lettere ai presidenti Grasso e Boldrini per chiedere «una positiva azione di convincimento». Documento rigorosamente «bipartisan» e da discutere «con tutta urgenza». L’obiettivo di fondo è scontato: aprire un tavolo di trattative col Governo. Parole dei promotori dell’iniziativa, il senatore Luciano Uras (di Sel) e il deputato Roberto Capelli (Centro democratico), che hanno già convinto una decina di colleghi, compreso il deputato Bruno Tabacci (Centro democratico). E il senatore Domenico Scilipoti di FI («Mettersi assieme così è la nobiltà della politica», ha detto). Tanto per fare qualche
nome. Non ci sono preclusioni e la lista è aperta. Con qualche problemino, a dire il vero. Nell’elenco dei senatori ci sono Dem, in quello dei deputati l’assenza  del partito di maggioranza è rumorosa. Motivo? La risposta è evasiva. Lacune organizzative forse, magari il timore di uno sgarbo a Renzi (e a Pigliaru?). O più semplicemente, si dice nel Transatlantico, perché «l’iniziativa non è partita da loro». Meschinità, probabilmente, ma il neo rimane. E di sicuro mancano (e mancavano ieri) molti nomi eccellenti della politica sarda.

RIFIUTI NUCLEARI. FORZA ITALIA CHIAMA I SARDI ALLA LOTTA CONTRO L’ITALIA. 2. Ma è tutto vero? Si vuole realmente organizzare nell’Isola il sito nazionale unico per il deposito delle scorie nucleari? Cappellacci conferma e aggiunge dettagli. «Il processo è concluso. Sono in ballo due regioni, Lazio e Sardegna», ma tutto lascia credere che sulla parola “Lazio” sia stato tirato «un colpo di bianchetto». In queste sfide perdiamo sempre. E «non si dica che la tecnologia offre ormai ampi margini di sicurezza. Quella assoluta non esiste». E in ogni caso è la strada opposta a quella che «vogliamo seguire». Ovvero un brand di alta qualità della vita, spendibile nel turismo. Che ovviamente non comprende il «cassonetto». Cappellacci evoca anche scenari fantapolitici, «considerando il momento delicato che vive il mondo». Se parliamo di siti sensibili, i timori si moltiplicano, anche se non è chiaro perché le discariche dovrebbero essere obiettivi più invitanti degli impianti freschi. Più plausibile il fatto che l’operazione possa viaggiare fino al traguardo in totale segretezza.

PARTITO DEMOCRATICO: SIAMO PRONTI AD OPPORCI   CON TUTTI I MEZZI …2. Ancora Antonio Solinas: «Come presidente della commissione Ambiente e come esponente della maggioranza ma soprattutto come sardo posso assicurare all’ex presidente della Regione Cappellacci che siamo svegli e vigili. Non solo. Saremo pronti ad opporci con tutti i mezzi se questa ipotesi dovesse diventare realtà. Nessuna discarica di materiali radioattivi sorgerà nel nostro territorio», aggiunge Solinas.

I PARLAMENTARI SARDI GRIDANO: “SALVIAMO LA SARDEGNA!!!”. 3. La mozione non è un testo di routine, ma un dettagliato dossier dei disastri. Magari da far girare nelle scuole. Il riassunto è nella diminuzione del Pil (del 4,4 per cento rispetto al 2013), segnali da brivido sono l’occupazione diminuita del 7,3 % nel bienno 2012-2013 e il tasso di disoccupazione oltre il 19 % (e fino al 54 fra i giovani). A cascata: le servitù militari, le calamità naturali, l’energia, i trasporti, le industrie, l’agricoltura, la scuola. E ora anche il rischio delle scorie nucleari in deposito.

FORZA ITALIA, IN SARDEGNA, VUOLE RESPINGERE IL DEPOSITO NUCLEARE ATTRAVERSO IL RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE. E’ REALISTICO E CREDIBILE CHE LA CORTE DIA RAGIONE A NOI?  3. E «noi chiediamo l’apertura di un tavolo col governo», dicono le opposizioni. In pratica, un incontro immediato con Renzi. Questo e molto altro sono in una mozione presentata al Consiglio regionale. A Pigliaru FI chiede innanzitutto di «notificare immediatamente una diffida al governo» contro qualsiasi ipotesi di trasferimento delle scorie. Di «domandare la copia e la pubblicazione di tutti gli atti» e di «impugnare in sede giurisdizionale» ogni decisione assunta dal governo su questo versante. C’è una data che vale come termine: il 2 aprile il governo dovrebbe rendere pubblica la Carta delle aree idonee a ospitare il deposito nazionale di scorie. Il rischio è che a quel punto i giochi siano fatti. Se non sono già fatti e sanciti dalla «manina romana».

LA CORTE COSTITUZIONALE DIFENDE L’ITALIA. 1. La Corte Costituzionale boccia la norma sulle accise per i carburanti contenuta nella Finanziaria 2014 che includeva tra le entrate spettanti alla Sardegna anche le imposte di fabbricazione su tutti i prodotti «generate nel territorio regionale anche se riscosse nel restante territorio dello Stato». Una prescrizione voluta dalla Giunta Cappellacci (in particolare dai Riformatori) e impugnata dal Governo. Secondo i giudici, la prescrizione non solo è in contrasto con l’articolo 8 dello Statuto autonomistico ma la Regione «non può vantare alcun diritto di compartecipazione al gettito delle accise riscosse dallo Stato se riferibili a prodotti che, pur realizzati o importati all’origine nel territorio sardo, nondimeno siano stati successivamente immessi in consumo al di fuori dello stesso; di contro, concorrono certamente a tale riparto i prodotti fabbricati altrove, ma immessi in consumo in Sardegna». Questa fattispecie tributaria – spiega la Consulta – «può dirsi matura solo quando giunge a perfezionamento e l’imposta diviene quindi liquida ed esigibile; nel caso delle accise, come già visto, i momenti della liquidazione e della conseguente esigibilità del tributo coincidono con quello dell’immissione in consumo. Quindi, il comma 2 dell’articolo 8 dello Statuto sardo può riguardare solamente fattispecie tributarie la cui condizione di esigibilità si verifichi pienamente nel territorio della Sardegna, sebbene la riscossione dei relativi tributi avvenga, per motivi derivanti dalla loro peculiare struttura, in diversa Regione».

PARTITO DEMOCRATICO: SIAMO PRONTI AD OPPORCI   CON TUTTI I MEZZI …3. Il presidente della IV commissione Solinas accusa Forza Italia di voler fare propaganda: «Su temi così importanti evitare di farlo. Auspico, invece, che maggioranza e opposizione lavorino insieme per fare un fronte unito e scongiurare quella che fino ad oggi, fortunatamente, è solo un’ipotesi. Da decenni il centrosinistra combatte perché la nostra isola non diventi una pattumiera atomica».

RIFIUTI NUCLEARI. FORZA ITALIA CHIAMA I SARDI ALLA LOTTA CONTRO L’ITALIA. 4. Eppure teoricamente esiste un lungo elenco di barriere. Dalle opposizioni nelle conferenze delle Regioni del 2009 e del 2010 alla sentenza della Corte costituzionale che di fatto prevede il parere della Regione interessata nel caso di costruzione ed esercizio di impianti nucleari. L’anno scorso poi il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegna il governatore a a «respingere ogni possibilità che la Sardegna venga inserita tra le aree idonee a ospitare il sito». Ma soprattutto c’è il referendum del 2011 nel quale 848 mila sardi, con percentuali del 97 per cento, hanno detto no sia alle centrali che alle pattumiere nucleari. La stessa FI, nel novembre scorso, ha presentato un’interrogazione alla Giunta ottenendo l’impegno dell’assessorato all’Ambiente per «l’apertura di un confronto col governo». Come dire che a otto mesi dall’ordine del giorno del Consiglio «non è stato fatto nulla». Niente confronto, nessuna protesta.

PARTITO DEMOCRATICO: SIAMO PRONTI AD OPPORCI   CON TUTTI I MEZZI …4. Solinas ricorda che nel maggio 2014 ha presentato – da primo firmatario – una mozione per scongiurare l’inserimento della Sardegna tra le aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e che la mozione venne trasformata in un ordine del giorno firmata da tutti i capigruppo e approvata dal Consiglio.

RIFIUTI NUCLEARI. FORZA ITALIA CHIAMA I SARDI ALLA LOTTA CONTRO L’ITALIA. 5. Ecco «l’immobilismo di straordinaria gravità», ha insistito ieri Pittalis. «Temiamo che questa Giunta, dopo dodici mesi, stia facendo un regalo di compleanno al contrario», la chiosa di Cappellacci. Ed ecco perché «la Sardegna tutta deve mobilitarsi», hanno aggiunto Marco Tedde, Ignazio Locci e Alessandra Zedda (che ha chiesto anche «chiarezza» su tutto il versante energetico). Oltre le sigle e i partiti. Fin qui FI e i suoi «fondati timori». Che, almeno secondo Sel, sono invece infondati. Le dichiarazioni di Cappellacci «allo stato attuale non trovano alcuna conferma e sembrerebbero tutte orientate a una attività politico-propagandistica, legittima certamente ma che sarebbe buona pratica e buona creanza fosse sostenuta dall’elenco delle fonti delle proprie affermazioni, tanto più quando si tratta di materie così delicate», attacca il deputato Michele Piras. Si torna alla data del 2 aprile: solo dopo «si aprirà una fase di informazione e relazione pubblica nella quale ognuno avrà titolo ad esporre le proprie osservazioni». E solo allora, nel caso, si dovrebbe «giustamente» sviluppare una larga mobilitazione. Prima è null’altro che una rincorsa alla “prima fila”.

PARTITO DEMOCRATICO: SIAMO PRONTI AD OPPORCI   CON TUTTI I MEZZI …5. Intanto anche il Governatore Francesco Pigliaru ha garantito l’impegno della Giunta regionale: «Chiederemo allo Stato tutte le informazioni necessarie», ha detto ieri ai microfoni di Videolina, «e nel caso saremo pronti a fare la nostra battaglia insieme a tutta la Sardegna». Per ora l’ipotesi di un deposito per le scorie nucleari nell’Isola è una notizia «allarmante», che se venisse confermata troverà la ferma opposizione dell’esecutivo: «In questo caso saremmo molto determinati nel ricordare allo Stato che siamo già molto gravati dalle servitù militari».

LA REGIONE CHIUDE GLI OCCHI? 1. «La Regione autonoma della Sardegna è davvero sicura che le aree contaminate siano ben più ristrette? Benissimo, lo dimostri e convinca il ministero dell’Ambiente a riperimetrare i Siti di interesse nazionale esistenti». Il Gruppo di intervento giuridico irrompe nella polemica sull’estensione dei siti contaminati in Sardegna (la Regione ha contestato il dato del ministero dell’Ambiente, riportato dall’Unione Sarda, secondo il quale i SIN hanno un’estensione complessiva di 447.144 ettari) e prova a fare chiarezza.

PICCOLI PAESI CRESCONO. Trecento persone provenienti da Siligo, Erula, Santa Maria Coghinas, Mara, Ozieri, Codrongianos, Cargeghe e dai centri di altre province hanno manifestato a Cagliari sotto la sede della Giunta regionale per chiedere la moratoria di un anno sul Piano di dimensionamento scolastico, provvedimento approvato dall’esecutivo regionale che porterà alla chiusura di decine di istituti in tutta l’Isola. Fasce tricolori e cittadini hanno denunciato la totale mancanza di confronto con l’assessore alla Cultura e il presidente della Giunta.

FASCISTI ROSSI. Una quindicina di antifascisti ha assaltato il banchetto del Movimento Sociale sardo, alleato con i leghisti di Salvini, allestito per pubblicizzare la manifestazione anti immigrati in programma domani in piazza Palazzo. Due militanti del Msi sono rimasti contusi da calci pungi e cinghiate, così come un agente della Digos.

LA CORTE COSTITUZIONALE DIFENDE L’ITALIA. 2. Immediato il commento dell’ex presidente della Regione: «La mancata costituzione in giudizio è stata uno dei tanti atti di viltà e sottomissione, che purtroppo proseguono con il ritiro dei ricorsi», ha detto Ugo Cappellacci. Il problema della mancata costituzione in giudizio è stato sottolineato anche da Michele Cossa (Riformatori) che annuncia «un ricorso alla Corte di Giustizia Europea e una grande manifestazione a Lussemburgo per difendere i diritti dei sardi». Per l’assessore regionale al Bilancio Raffaele Paci «la sentenza dimostra che il percorso intrapreso nella precedente legislatura non era corretto perché una legge regionale ordinaria non può modificare una norma dello Statuto che ha valore costituzionale». Detto questo, Paci aggiunge che la Giunta continuerà a difendere gli interessi della Sardegna «anche sul versante accise e a combattere perché tutti i nostri diritti vengano rispettati e tutto quanto dovuto dallo Stato entri nelle nostre casse, ma facendo battaglie nel modo opportuno». Intanto sulla decisione della giunta Pigliaru di ritirare i sei ricorsi pendenti con il Governo di fronte alla Corte Costituzionale sulle riserve erariali ieri sono arrivati i no del deputato di Unidos Mauro Pili, che ha annunciato un esposto alla Corte dei conti, del segretario di Progres Gianluca Collu e di Attilio Dedoni (Riformatori).

LA REGIONE CHIUDE GLI OCCHI? 2. Dove sta la verità?, si chiede Stefano Deliperi. «I siti di interesse nazionale rappresentano delle aree contaminate molto estese classificate fra le più pericolose dallo Stato», ricorda l’ecologista. «Necessitano di interventi di bonifica ambientale del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari». Quelli individuati dal ministero dell’Ambiente erano 57 (28 dei quali interessano la fascia costiera) sparsi in tutta Italia, ridotti a 39 nel gennaio 2013. La Regione Sardegna non ha il potere di riperimetrare direttamente i SIN ma può inviare proposte in tal senso. E una riperimetrazione effettuata a livello ministeriale non risulta. Certamente non tutti i 447.144 ettari sono contaminati effettivamente», rileva Deliperi, «basti pensare allo splendido complesso dunale di Scivu – Piscinas, pur interessato da secolare attività mineraria. Me è vero anche che vi scorrono il Rio Irvi-Piscinas e il Rio di Naracauli, decisamente inquinati da metalli pesanti grazie all’incapacità di realizzare un depuratore adeguato per gli scarichi minerari».

ABBA DE ORO. Si preannuncia un salasso l’emergenza idrica che dal 4 marzo agita e preoccupa gli utenti di vari paesi del Nuorese. Oltre al capoluogo barbaricino, gli altri sono Mamoiada, Orgosolo, Gavoi, Orani, Orotelli, Sarule. A Nuoro ogni famiglia ha dovuto sborsare una media di 30 euro in più per l’approvvigionamento straordinario di acqua imbottigliata.

LA REGIONE CHIUDE GLI OCCHI? 3. Insomma, «se la Regione è davvero sicura che le aree contaminate siano ben più ristrette lo dimostri e convinca il Ministero a riperimetrare i SIN esistenti». Per Deliperi, tuttavia, la Giunta Pigliaru può far direttamente qualcosa su tante altre gravi situazioni. «Per esempio a Sarroch, regno della leucemia, delle alterazioni del dna infantile e del silenzio, come sistematicamente denunciato dalla nostra associazione». L’ecologista provoca gli assessori Spano e Piras e chiede: «Sarroch rientra tra i siti contaminati?». La risposta, dice, «è poco importante perché bambini e adulti si ammalano e muoiono lo stesso».

LA BARBARIE DI CERTI SARDI. In un bar di quelli che sorgono lungo strada e accolgono un’umanità in transito insieme a quella del luogo, due avventori accanto a me chiacchierano tra loro. Uno dice all’altro di avere avuto a lungo il problema della carcassa di una sua vecchia auto che gli ingombrava il campo. Finché, chiamato un escavatore per altra necessità, gli è venuta l’idea di fare scavare un fosso e seppellirvi il rottame. Così: come voi direste che avete messo la busta del latte in frigo, o un volume nella libreria. … mi preoccuperei piuttosto, e molto, per l’immagine dell’anima dei Sardi. Un’anima devastata, come può essere ritenuta quella di chi non ama la terra che lo ha generato e la considera unicamente quale possibile ricettacolo delle sue deiezioni. Il problema è che all’aumento della ricchezza di questi ultimi 50 anni non si è accompagnato un aumento della conoscenza. Siamo restati primitivi, fatti però potenti per il supporto dei mezzi meccanici…. Giuseppe Marci,   Docente all’Università di Cagliari, racconta su l’Unione.

Marco Minoja sarà responsabile dei beni archeologici di tutta la Sardegna: «Nessuna regione italiana – dice – ha un paesaggio archeologico ben conservato come quello sardo. Il basso livello di antropizzazione lo preserva e ne favorisce la tutela». Il soprintendente, specializzato in etruscologia e antichità italiche, sottolinea anche come l’Isola, nell’età del bronzo, abbia espresso una civiltà, quella nuragica, capace di realizzare architetture e produzioni materiali eccezionali. «È questo aspetto, senza forzature e strumentalizzazioni, a rendere la Sardegna gigante . Non servono impostazioni fantasiose, la ricchezza del patrimonio sardo merita invece una ricerca archeologica che, senza assecondare le suggestioni, tenda con gli strumenti che le sono propri alla promozione di tutto il territorio».

 

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