Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno IV, n° 9, domenica 8 marzo 2015.
IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 1. L‘Angelino bifronte. Il ministro dell’Interno a Cagliari si stringe ai sindaci, usa parole di conforto soprattutto per quelli dei piccoli paesi della Sardegna, bersaglio prediletto del Club del tritolo. Peccato che a Roma, Alfano, commissioni uno studio, tutto ispirato ai sacri principi della spending review , sui «risparmi teorici derivanti da un’ipotesi di accorpamento dei centri di minore dimensione demografica», che i signori Pacella, Milanetti e Verde, lo scorso 27 febbraio, hanno già depositato nella sua scrivania.
TRENINO A PEDALI. Trenino verde: sono più costi che ricavi, è scritto nel bilancio dell’Arst. Gianfranco Damiani, patron della “ByRails”, la società che ha brevettato ed è pronta a costruire il quadriclo, la carrozza metà bicicletta e metà carrello ferroviario che fra qualche mese potrebbe viaggiare in via sperimentale sulla Macomer-Bosa. Sono 46 chilometri, poco più di una porzione rispetto agli oltre 600 della ferrovia a scartamento ridotto della Sardegna. In carrozza tre turisti-ciclisti, più il frenatore che dovrà essere un professionista per evitare incidenti, con in più anche la pedalata assistita alimentata dai pannelli solari sul tetto.
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 2. La fusione dei piccoli Comuni: in Sardegna il rigetto dei 314 piccoli centri (popolazione inferiore di 5mila abitanti) sui 377 totali, pari a un terzo della Regione (518mila abitanti), è totale. Afferma uno dei tanti sindaci: «da un eventuale accorpamento si risparmierebbero pochi euro. Risorse a parte, la funzione essenziale della rappresentatività di un Comune non può né dev’essere delegata a chicchessia. Se i sindaci sono gli interlocutori diretti dei cittadini, rispondono a loro nel bene e nel male. Fonderci significherebbe inoltre limitare e comprimere la nostra autonomia, valore da difendere con tutte le nostre forze. E, infine, proprio per il diritto del cittadino a essere rappresentato, c’è il pericolo di infliggere un vulnus alla democrazia». Mandis è contrario alla fusione, ma invece è favorevole alla gestione associata dei servizi, «purché si stabilisca con precisione quali sono i compiti di ogni singolo Comune».
UNA RETE PER DIFENDERE MONT’E PRAMA. Trecentottantacinque metri di rete metallica alta due metri e zincata “a resistenza marina”. L’annuncio del sottosegretario Francesca Barracciu, che aveva parlato di “una robusta recinzione che protegge gli scavi archeologici di Mont’e Prama” aveva solo anticipato di qualche giorno quello che si potrà vedere, tra il 20 e il 21 marzo, quando i lavori di realizzazione del recinto degli scavi saranno conclusi.
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 3. Pier Sandro Scano , sindaco di Villamar e presidente dell’Anci regionale: «In un primo momento – spiega – i Comuni inferiori ai 5mila abitanti erano obbligati a svolgere le dieci funzioni fondamentali entro il 31 dicembre dell’anno scorso. Per fortuna, grazie all’impulso dell’Anci nazionale e del presidente Piero Fassino, è passato un emendamento nel decreto milleproroghe che sposta la scadenza di un anno. Quindi, abbiamo qualche mese di tempo per percorrere insieme la strada delle gestioni associate». Sul tema della fusione, Scano è chiarissimo e fa riferimento a «un’assemblea svoltasi ad Abbasanta il 3 ottobre dello scorso anno, quando, con un documento, respingemmo all’unanimità, in modo radicale, ogni forma di accorpamento. A livello nazionale – conclude Pier Sandro Scano – la linea è questa: le fusioni tra Comuni sono consentite solo se esiste il requisito della volontarietà, mentre l’Anci è contraria a ogni forma obbligatoria. Nel caso della Sardegna, il distinguo non si pone nemmeno nel senso che sarebbe assai faticoso dare l’ok anche a un’unione su base volontaria. Questa del resto è anche la posizione della Giunta regionale. Dunque, lo studio del ministero dell’Interno, per noi, è come se non esistesse».
CAOS NELLE PROVINCE SARDE. Sul delicato ecosistema delle Finanze regionali si sta per schiantare il caos Province. Una voragine da 51 milioni di euro che rischia di squassare le casse della Regione. Ma a preoccupare di più è il destino dei 2mila dipendenti delle Province, che da giugno resteranno senza stipendio e dovranno andare a casa.. L’allarme lo lancia Roberto Deriu, consigliere regionale Pd. «Lo Stato ha portato via 150 milioni di euro in tre anni dalle casse delle Province – spiega Deriu –. È la quota dell’rc auto che viene data agli enti sovracomunali per gestire le strade”.
LA RIBELIONE DEI COMUNI. 4. La svolta ci sarà quando i Comuni cominceranno a lavorare assieme e non si sentiranno più isolati. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’ha detto più volte, nel discorso ufficiale e durante l’incontro riservato fra i sindaci e Alfano: “Qualunque sia il problema legato alla spending review – ha commentato prima di lasciare la prefettura – abbiamo chiesto allo Stato di aspettare la prossima riorganizzazione degli Enti locali. Noi siamo pronti a presentare la riforma – ha aggiunto – e sarà quello il primo passo che darà sostanza all’Unione dei Comuni e ai territori anche la consapevolezza che fanno parte di una comunità molto più vasta».
CHI VUOLE LA CANNA VA AVANTI, NONOSTANTE …. Guido Ghisolfi, vicepresidente e amministratore delegato del Gruppo Mossi & Ghisolfi, seconda azienda chimica italiana, se ne è andato, a 58 anni, vinto da una crisi depressiva. Nei progetti del suo gruppo industriale, c’era l’apertura in Sardegna di uno stabilimento per la produzione di bioetanolo, carburante ricavato da fonti rinnovabili – le famose ‘canne’ – a Portovesme, nell’area vicino alla dismessa Alcoa . Il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda. «La notizia ci coglie impreparati e ci addolora. Per quanto poco lo abbia potuto conoscere, non mi era sembrato una persona che potesse compiere un gesto di questo tipo. Per quanto riguarda la fabbrica a Portovesme, credo che l’azienda andrà avanti. Pensiamo che il progetto della multinazionale non si fermerà. Ci sono già in calendario incontri fino alla sottoscrizione dell’accordo con Invitalia e sono sicuro che nulla cambierà». E Tore Cherchi e Franceco Pigliaru ? Sembrerebbero intenzionati a procedere.
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 5. L’auspicato modello sardo di riforma degli Enti locali potrebbe finire risucchiato nel vortice dello scontro costituzionale fra Stato e Regione. Da una parte c’è il disegno di legge presentato dalla Regione e in discussione in Consiglio regionale, dall’altra la legge Delrio, approvata dal Parlamento, che cancella le ex Province, dà il via libera alle aree metropolitane e accorpa i Comuni. Il pericolo del conflitto c’è tutto: i punti di contrasto far le due norme sarebbero forti e consistenti soprattutto sul trasferimento delle competenze dalle Province alle associazioni fra le Unioni dei Comuni. Il contrasto potrebbe esserci anche sui poteri dell’unica area metropolitana prevista in Sardegna, quella di Cagliari.
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 6. Per capire meglio quanto potrebbe accadere, va ricordato che è proprio lo Statuto ad assegnare alla Sardegna competenza primaria sugli Enti locali e quindi può legiferare in piena autonomia. Ma fino a che punto? «Fino a quando quella legge non contrasterà con la grande riforma di carattere sociale ed economica, com’è stata ribattezzata la legge Delrio», hanno detto i commissari. Anche se per ora la Regione sembra intenzionata a rispettare i principi della Delrio, è vero anche l’esatto contrario: il modello sardo, ad esempio nessuna regola per costituire le Unioni dei Comuni, ha sempre più sostenitori e dunque la bozza della Giunta potrebbe essere corretta in più parti dall’assemblea di via Roma.
AGENZIA SARDA DELLE ENTRATE. I CENTRO DESTRA LO VUOLE. MA ANCHE IL CENTRO SINISTRA. E ALLORA? Non ci può essere vera autonomia se non si dispone dell’autonomia economica. Un principio su cui sono tutti d’accordo e che ha indotto l’opposizione di Centrodestra ad elaborare una proposta di legge per l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate. Inutile dire che, oltre alle questioni di merito, c’è la volontà dell’opposizione di rispondere all’incidente avvenuto in aula quando una proposta analoga della maggioranza è stata bocciata. Bocciatura. «E’ curioso come la maggioranza più sovranista-indipendentista della storia abbia respinto con 48 voti contrari la proposta di istituire l’agenzia sarda delle entrate», afferma Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, «è sempre la solita storia di chi predica bene e razzola male». E a nulla sono valse le assicurazioni dell’assessore Paci: «L’Agenzia si farà»!
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 7. Per evitare che si allunghino troppo i tempi della riforma regionale, la commissione Autonomia ha chiesto al presidente della Paritetica, il deputato Pd Francesco Sanna, di aprire un confronto con Palazzo Chigi per capire fin dove la Sardegna potrà spingersi. Sarà una sorta di mediazione preliminare per evitare in futuro lo scontro davanti alla Corte costituzionale che di fatto bloccherebbe l’avvio della riforma seppure in «salsa sarda».
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 8. L’ora ics, quella della firma dell’intesa su sicurezza e legalità con la Regione, le Prefetture e l’Anci, è scoccata a mezzogiorno nell’aula del consiglio provinciale di Cagliari, dopo l’incontro riservato con le Procure, l’introduzione del prefetto di Cagliari Alessio Giuffrida e prima dei colloqui con alcuni sindaci, a partire da Francesco Fois , primo cittadino di Bultei, non troppo fiducioso sui risultati che arriveranno dopo il blitz cagliaritano di Angelino Alfano. Dosi di pessimismo si colgono qua e là, nei conciliaboli che precedono l’intervento di Pier Sandro Scano (che, due anni fa, in una vacanza a Zanzibar, entrò a gamba tesa su Alfano in un incontro di calcio amatoriale). Si commentano le cifre del ministro «nella vostra regione, quarta in Italia (dopo Sicilia, Puglia e Calabria) nella speciale classifica degli attentati: 85 nel 2013, 75 nel 2014, 9 in questo scorcio del 2015. Si aggrottano le fronti dei più quando il ministro annuncia la «speranza che si arrivi in fretta allo 0».
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 9. «Sapete cosa è assurdo? Che uno incontri ogni mattina al bar quello che ha attentato alla sua vita. Possibile che nessuno venga mai preso e arrestato? E che la gente non collabori con le forze dell’ordine?», sbotta il sindaco di Bultei, Francesco Fois, e non parla di sé, che a fine gennaio gli è esplosa una bomba sulla porta di casa, una bomba che non era un semplice avvertimento e non ha fatto morti per miracolo. Si riferisce a colleghi «eroi», ma è stato dopo quell’ordigno piazzato nel suo cortile e un’infinita scia di messaggi anonimi, aggressioni, spari, furti (di recente documentati da una Commissione parlamentare d’inchiesta) che i sindaci, con la Regione accanto, hanno chiesto aiuto. E il ministro dell’Interno è venuto a incontrarli, ieri mattina a Cagliari. Certo, si fossero viste centinaia di fasce tricolore, come il giorno dell’assemblea di solidarietà al primo cittadino di Bultei, la giornata avrebbe avuto un altro significato. Purtroppo però il Viminale ha chiesto di contingentare le presenze a undici amministratori bersaglio di atti intimidatori, oltre al padrone di casa Massimo Zedda e a chi guida i capoluoghi delle province storiche, qualcuno lo ha visto come uno sgarbo e, nonostante l’Anci e il Cal si siano opposti e abbiano comunque invitato tutti coloro che lo desideravano a partecipare, alla fine di sindaci ce n’erano pochini, suppergiù una ventina.
LA RIBELLIONE DEI COMUNI. 10. «Alfano si astenga da passerelle blindate, pacche sulle spalle e parole di circostanza: da un ministro dell’Interno ci si aspettano decisioni chiare, immediate e inequivocabili». Così Mauro Pili nel giorno della visita di Alfano. «Non bastano scorte e tutele sporadiche per affrontare l’emergenza sicurezza dei sindaci», dice il deputato di Unidos, «serve piuttosto un esame chiaro del contesto sociale alla base delle pressioni contro gli amministratori». Ed è evidente che «se lo Stato continuerà a scaricare sulle autonomie locali tutta la sua incapacità e ingordigia divoratrice, sarà difficile contrastare fenomeni di degrado e sicurezza sociale». Quale soluzione, allora? «I Comuni hanno bisogno di risposte economiche, di giustizia sociale. E invece ci troviamo dinanzi a una pressione fiscale che sottopone sempre di più i sindaci a tensioni di ogni genere, senza dimenticare la crisi occupazionale che attraversa l’Isola». È per queste ragioni che ieri Pili ha trasmesso al ministro dell’Interno «un atto di sindacato ispettivo con il quale si ripropongono al suo dicastero questioni serie e rilevanti che non possono e non devono essere sottaciute». E cioè: «Il no ai mafiosi carcerati in Sardegna, il no all’utilizzo degli agenti in assetto antisommossa contro le famiglie quando si devono sgomberare case vendute all’asta, lo stop agli sprechi sull’immigrazione con volo charter, e la richiesta di non chiudere i presidi di polizia».
COME NELL’800. In arrivo 50 militari a Cagliari. Alfano l’ha annunciato nel bel mezzo della fase cerimoniale della sua visita: l’inaugurazione della sala didattica della Questura e la presentazione di un busto di bronzo intitolato a Emanuela Loi, l’agente rimasta uccisa nell’attentato di via d’Amelio, in cui morì il giudice Paolo Borsellino. «Ho il piacere di comunicare al sindaco di Cagliari e al governatore Pigliaru quanto stabilito nell’ambito dell’operazione “Strade sicure” – ha detto il ministro – del resto ogni giorno i nostri poliziotti, carabinieri e uomini della guardia di finanza che si impegnano a garantire il diritto di tutti a essere liberi dalla paura, ci riescono grazie anche all’aiuto delle forze dell’esercito». Cagliari è una delle città come minore tass odeliquenziale d’Europa. Qualcuno glielo ha detto al ministro?