Intervista a Monsignor Camisasca, vescovo di Reggio Emilia, per l’uscita del suo libro “«Abita la terra e vivi con fede»,”, di Aldo Cazzullo

Un capitolo del suo libro è dedicato ai migranti…. «La Chiesa italiana ha fatto molto. L’ho potuto vedere dall’interno. Però non abbiamo saputo rassicurare né influire sui processi di integrazione. Se si accoglie chi non può essere integrato, si fa il male delle persone. Tra l’“accogliamo tutti” e l’“accogliamo nessuno” c’è la linea della prudenza e della saggezza invocata da papa Francesco».

Che cosa significa in concreto?
«Accordi con i Paesi africani per ridurre le partenze; lotta ai mercanti di migranti; stabilizzazione della Libia e dei Paesi limitrofi; cordoni umanitari per accogliere chi fugge dalle violenze; accordi europei per la distribuzione dei profughi; sicurezza nelle nostre strade. Non si può costruire il futuro senza custodire le proprie tradizioni e i propri valori. Vogliamo restare l’Europa, anche con l’aiuto di nuove presenze. Non vogliamo diventare un continente senza volto. Per questo l’insistenza di quindici anni fa sulle radici giudaico-cristiane, forse allora politicamente sbagliata, è la condizione per costruire il futuro».

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