Trent’anni fa la scomparsa tragica (e misteriosa) di don Tonio Pittau, il parroco della cattedrale di Cagliari. Quelle pagine dello “Specchio del vescovo” per inquietare l’opinione ecclesiale e gli altri…, di Gianfranco Murtas
Salutò tutti a casa, familiari e amici che avevano condiviso con lui il pranzo per festeggiare, poche settimane dopo la data di calendario, il suo cinquantesimo compleanno. Una telefonata giunta improvvisa intorno alle 15, poco prima forse, lo aveva palesemente inquietato, ma non aveva confidato nulla a nessuno: aveva soltanto avvertito, mettendo una strana fretta al congedo dei commensali, di doversi inaspettatamente allontanare e che sarebbe comunque certamente rientrato per l’ora in cui era fissata, in cattedrale – la sua cattedrale – la novena di Natale ormai all’anti-antivigilia. E invece non tornò. Qualcuno – una suora, un’anziana del quartiere – trovandosi nel tardo pomeriggio in uno studio medico accennò, come cosa appresa, alla morte del sacerdote, ma la cosa non è mai stata chiarita fino in fondo, anche perché quando le domande sono state finalmente pronte sul taccuino degli interroganti nessuno è stato più in grado di rispondere. Il corpo di don Tonio, ritrovato l’indomani mattina in un precipizio verso il Rio Picocca, sembrava però ancora semicaldo, come se l’assassinio fosse stato commesso poco tempo prima, ché le temperature notturne di dicembre, in aperta campagna, non avrebbero di certo concesso nulla alla termia. E dunque?